comunicato stampa del comitato no oil lucania

alla fine non ho resistito a questa follaia ed ho inviato il seguente comunicato stampa:

E la montagna partorì il topolino

 

Una conferenza stampa che parve a tutti una montagna partorì un topolino che voleva apparire una rassicurazione buona per ogni stagione.

 

La fretta sospetta della giunta regionale di convocare in pompa magna un incontro con la stampa che potesse contrapporre un qualche stato dell’arte di governo alle sempre più forti voci di dissenso sulle politiche di gestione del territorio, in particolare sul petrolio e sulla situazione del centro olii di Viggiano, si è risolta in un penoso fallimento della sua stessa ragione causale, se pure questa fosse stata rassicurare la popolazione e non invece mostrare le mani salde sul timone della barca in previsione delle prossime amministrative, e ciò nonostante la massiccia presenza tecnica di apparatciki (trad. funzionari opportunisti e servili) del circo di via Anzio e dintorni a conferma di controlli, di monitoraggi, di indagini, di attività delle quali però non è stato citato un solo dato – uno, salvo poi leggere oggi sulla gazzetta dati molto allarmanti – che suffragasse altro che le tesi del generico “va tutto bene” che in questa regione pare diventato un dato scientifico incontrovertibile.

 

La tecnica, qualche volta la scienza, nella nostra epoca assumono valore di assioma teologico che si vorrebbe inoppugnabile di fronte al relativismo figlio della morte dell’assoluto hegeliano, e così di fronte a legittime richieste di una parte della società lucana che, per nulla rassicurata dai troppi generici ottimismi di questi anni di governance, chiede di far luce a chi forse non ha neppure dei fiammiferi per dar fuoco allo stoppino, abbiamo tutti assistito, via basilicatanet, all’ennesimo show  mediatico della strana coppia Santochirico – De Filippo, l’uno che più che l’assessore all’ambiente ci sembra diventato un mallevatore (trad. chi si obbliga per altri, impegnando se stesso e i propri averi), l’altro che pare un dottore della mistica o un re magio, dipende dai punti di vista.

 

Ora, tralasciando la mistica, attività fin troppo lontana dalla contingenza quotidiana, se il presidente De Filippo si è dunque aggiunto alla carovana guidata dalla stella cometa e composta da Gaspare, Baldassarre e  Melchiorre che portavano al bambino Gesù, oro, incenso e mirra, ci dica allora che porta lui, oltre all’Arpab ed all’Agrobios ed ai loro dati non dati, cioè non forniti, dal momento che tristemente mancano i rilievi per quasi tutte le sostanze inquinanti quali benzene, COV, IPA, etc. etc., senza parlare del fatto che vista la “specificità” della situazione petrolio adombrare impegni maggiori di quanto la legge richiederebbe ci sembra del tutto fuori luogo.

 

Citando testualmente il comunicato stampa del presidente – “Abbiamo costruito un piano di sorveglianza sanitaria delle popolazioni residenti nei territori interessati dalle attività di estrazione petrolifera che non ha precedenti nella storia del nostro Paese. E che la Giunta regionale ha deciso di mettere in campo, pur non essendo obbligata, con una delibera approvata ieri, per assicurare le più ampie condizioni di tranquillità ai cittadini” – e ciò significa che fino a ieri non esisteva affatto un piano, piano che, come continuo a citare – “prevede il coinvolgimento dell’Osservatorio epidemiologico regionale, del Registro tumori della Basilicata, delle Asl, del Dipartimento regionale all’Ambiente, dell’Arpab. In programma, a partire da subito una serie di iniziative che vanno dall’aggiornamento dei dati di contesto d’interesse epidemiologico al censimento di tutte le possibili sorgenti inquinanti, alla caratterizzazione dell’attività di estrazione petrolifera, alla definizione e classificazione delle patologie determinabili dalle sostanze rivenienti dalle diverse forni di emissione individuate dalle mappe a rischio ambientale” – ma che da dieci anni avrebbe dovuto essere già messo in campo.

 

Si continua con il monitoraggio ambientale – “Si tratta di un’attività che fin dal 2002 viene condotta dall’Arpab e da Metapontum Agrobios con un investimento, negli ultimi due – tre cicli finanziari, di circa 5 milioni di euro. Quotidianamente, anche con strumentazione e tecniche all’avanguardia, Agrobios controlla i valori dell’acqua, dell’aria e della sottosuolo redigendo rapporti minuziosi sull’area interessata all’attività estrattiva. L’Arpab svolge un’intensa attività di controllo attraverso 11 centraline distribuite su tutta la regione e 2 nell’area del petrolio. Un dato significativo se si considera che la legge prevede una centralina ogni 200 mila abitanti” – ma non si dice dove si possano trovare questi rapporti minuziosi e soprattutto che la legge si riferisce all’inquinamento nei centri abitati e non nei plessi industriali.

 

Ma si continua con la sicurezza – “…Eni ha già realizzato, da qualche tempo, una serie di iniziative in collaborazione con diversi enti. E insieme al Comune di Viggiano ha realizzato depliants e opuscoli informativi destinati alla comunità.” – forse delegando troppo agli opuscoli e poco ai piani di sicurezza veri e propri e soprattutto parlando a nome di chi pur avrebbe il dovere di dire qualcosa in merito, ENI, ma non dice nulla, e poi con i tumori – “Un dato è certo, per quel che riguarda la mortalità oncologica la Basilicata è fra le ultime regioni italiane e l’area della Val D’Agri registra indici inferiori rispetto alla media regionale”. Su questo tema è intervenuto l’assessore regionale alla Sanità, Antonio Potenza. “Allo stato attuale siamo al di sotto della curva nazionale della mortalità oncologica. Con il Piano di Sorveglianza riusciremo a capire meglio la situazione coinvolgendo diversi soggetti, ma i dati attualmente sono confortanti” – dimenticando che dati apparsi sulla stampa pongono la Basilicata al primo posto in Italia nell’aumento della curva di incidenza oncologica e sono dati dell’Istituto dei Tumori che letti alla luce di quel punto zero di cui si lamenta la mancanza di registrazione, quasi non fosse colpa di chi aveva il dovere di rilevarli, a qualcosa pure conducono, all’omissione.

 

Ma per finire si chiosa con – “L’assessore Santochirico, infine, ha ribadito, a chiare lettere, che non esistono autorizzazioni per nuove estrazioni petrolifere nel Parco della Val D’Agri” – che suona ben strano a fronte di nuove autorizzazioni per pozzi firmate appena nel dicembre del 2008.

 

Se la montagna dunque non ha partorito un topolino, allora ci chiediamo in tempi di dibattiti accesi sulle pratiche di eutanasia (trad. buona morte) e di eugenetica (trad. buona nascita), quale orrendo frutto bio-politico si sta preparando per i lucani con le prassi di quella che ormai potremmo definire come una eu-giunta regionale?

 

Miko Somma,portavoce del Comitato No Oil Lucania

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