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TOTAL: DIGILIO (PDL), SERVE UNA CABINA DI REGIA
 
16/02/2009 11.54.38
[Basilicata]
“Quando le istituzioni non risolvono i problemi tocca alla magistratura fare il suo corso sino a provvedimenti estremi”: è il commento del sen. Egidio Digilio (Pdl) in merito alla misura cautelare di sospensione per un anno della concessione “Gorgoglione” della Total. “Il provvedimento della magistratura, particolarmente grave perché non colpisce solo la compagnia francese ma l’economia locale, regionale e nazionale – aggiunge – è destinato ad avere effetti devastanti sull’attività petrolifera nell’area del Sauro-Camastra, sull’occupazione e sui bilanci di Regione e Comuni che potrebbero non incamerare i benefici previsti e in alcuni casi già iscritti nei bilanci. Siamo preoccupati per i risvolti occupazionali pensando a quando è accaduto e sta accadendo, per un provvedimento giudiziario simile al villaggio di Marinagri, con lavoratori licenziati ed imprese sul lastrico. Non vorremmo perciò ripetere la stessa storia con altri lavoratori edili dei cantieri mandati a casa. L’auspicio è che le società contitolari, come prevederebbe il provvedimento di sospensione, possano proseguire i lavori. Ma la questione tutta politica che, invece, abbiamo posto da tempo, già prima della nuova inchiesta sugli appalti del progetto “Tempa Rossa” con i risvolti clamorosi noti e non ancora definiti dalla fase di indagine ancora in corso, riguarda la gestione della complessa fase tecnico-procedurale-amministrativa dell’attività di compagnie e società in possesso di concessioni. Gli Accordi sottoscritti negli anni passati con Eni prima e Total successivamente – dice il senatore del Pdl – non sono adeguati ed hanno bisogno di un aggiornamento specie per “blindare” gli amministratori da eventuali problemi giudiziari come da sospetti praticando fino in fondo la tanto evocata trasparenza. Per compiere i necessari aggiornamenti – continua Digilio – va definitivamente superata la solita e tradizionale autosufficienza del Governatore De Filippo coinvolgendo i parlamentari lucani e il Governo in tutti i passaggi. Pensare che la Sel possa diventare interlocutore delle compagnie è solo un’ingenua illusione: ci vuole quella cabina di regia che abbiamo sollecitato da quando sedevo tra i banchi del consiglio regionale”.

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caro senatore, la magistratura fa i suoi percorsi non quando c’è un vuoto della politica o delle istituzioni, ma quando ci sono dei reati, e quando ci sono dei reati ogni altra considerazione “deve” passare in secondo luogo, salvo poi capire quanto quella concessione avrebbe dato all’economia della zona e quanto avrebbe tolto, seppur come potenziale, ad una idea di sviluppo altro

quanto all’aspetto occupazionale è davvero parlare di lana caprina esprimere preoccupazioni a riguardo di qualcosa che nasce nell’illegalità e di cui non devono essere certo i lavoratori a pagare il prezzo, ma le aziende con il loro stesso patrimonio su cui, come recita la legge, gli stessi hanno un diritto di prelazione in mancanza di altro risarcimento

ma cosa significa “blindare” gli amministratori da eventuali problemi giudiziari, estendere forse il lodo alfano anche a loro?…e la cabina di regia a cosa servirebbe oggi quando il governo si appresta a far varare il 1441 ter e così ad esautorare le regioni dal controllo sulla materia estrazioni di idrocarburi, se non ad implementare ulteriormente il controllo dell’esecutivo, per il tramite di parlamentari legati alla stessa maggioranza di governo, controllo che sappiamo bene avere la finalità di estendere ancora di più le estrazioni?…no, troppa confusione, senatore, e soprattutto la mancanza di fiducia che abbiamo nei confronti del centro-sinistra lucano è identica a quella che abbiamo nei confronti del centro destra…sarà per la vostra attitudine servile al gran padrone berluskoni o per il fatto che troppe “voci” si rincorrono anche sui vostri uomini?

ciò che serve è che di quel permesso “gorgoglione” non se ne parli più, che venga cancellato, che si ricorra in giudizio da parte della regione contro la total per indegnità morale per far dichiarare inadempiente contrattualmente la stessa ed accollarle non solo il costo dei ripristini ambientali (che darebbero lavoro al altrettante persone e per più tempo di quello occorrenete a realizzare il centro olli di corleto…si sà distruggere è più veloce di ricostruire), ma il peso stratosferico di una riparazione per danni economici e morali che credo potrebbe aprire ben altre strade allo sviluppo di quelle zone

in ogni caso, il comitato no oil lucania ribadisce la propria volontà di costituirsi come parte civile a rinvio a giudizio avvenuto per total ed amministratori, sindaci, imprenditori e chiunque sia in qualche modo coinvolto in questo scandalo in cui occorre trovare chiarezza