i lupi non si toccano, galletti!!!!…

ansa – ROMA – Le Regioni cominciano a fare marcia indietro sulla riapertura della caccia al lupo, mentre le associazioni ambientaliste sono già sul piede di guerra sui social network.

Per giovedì 2 febbraio, quando la Conferenza Stato-Regioni dovrebbe dare il via libera finale al Piano Lupo (che prevede gli abbattimenti), sono in programma manifestazioni e perfino uno sciopero della fame. Il ministro dell’Ambiente, Gian Luca Galletti, continua però a difendere la possibilità di abbattimento controllato.

Risultato immagine per lupo

PIANO LUPO – Oggetto del contendere è il Piano di conservazione e gestione del lupo in Italia, preparato dal Ministero dell’Ambiente con il suo istituto di ricerca, l’Ispra, e la consulenza di una settantina di esperti. Il piano prevede 22 misure per affrontare i problemi di convivenza fra i lupi e gli allevatori, diventati scottanti negli ultimi anni a causa del proliferare di questi predatori. Sono previsti monitoraggio della popolazione, campagne di informazione sui sistemi di prevenzione naturali (cani pastori, rifugi, recinti elettrificati), gestione dei pascoli, lotta agli incroci con i cani, rimborsi più rapidi.

Risultato immagine per lupo

La 22/a misura (“Ordinanza ministeriale per la caccia in braccata”) prevede, qualora quelle precedenti non abbiano dato risultati, un abbattimento controllato fino al 5% della popolazione complessiva di lupi in Italia, previo un piano regionale approvato da Ispra e Ministero. Nel nostro paese ci sono fra i 100 e i 150 esemplari sulle Alpi e fra i 1.070 e i 2.472 in Appennino, il 18% dei lupi della Ue.

I POLITICI – Il 24 gennaio la Conferenza Stato-Regioni ha dato il primo ok al Piano in sede tecnica. Ma Lazio e Puglia si sono subito dissociate sulla riapertura della caccia ai lupi.

Mentre montavano le proteste degli ambientalisti, gli amministratori locali hanno cominciato a fare marcia indietro.

Risultato immagine per lupo

La presidente del Friuli Debora Serracchiani e l’assessore veneto Giuseppe Pan hanno cominciato a esprimere dubbi e contrarietà. I Verdi della Campania annunciano oggi che la loro Regione voterà no. Il presidente dell’Abruzzo Luciano D’Alfonso si dice “perplesso” sull’abbattimento, il suo collega piemontese Sergio Chiamparino chiede un approfondimento, come pure l’assessore ligure all’Agricoltura, Stefano Mai. Alla Camera, i Cinquestelle chiedono che il governo ritiri la “norma ammazza lupo”.

GLI AMBIENTALISTI – Per le ong ambientaliste la caccia al lupo non risolve i problemi e incentiva il bracconaggio. Tutte quante si appellano al governo perché tolga dal piano gli abbattimenti. Enpa ha raccolto 500.000 firme sulla sua pagina Facebook, 138 attivisti Ecoradicali annunciano uno sciopero della fame. Il 2 febbraio sono in programma manifestazioni davanti alla sede della Conferenza Stato-Regioni. Anche il disegnatore Silver ha diffuso una vignetta di Lupo Alberto contro la caccia.

GALLETTI – “La conservazione del lupo è un tema troppo serio perché possa essere piegato al clamore mediatico o al populismo di qualcuno – ha commentato il ministro dell’Ambiente, Gian Luca Galletti -. Le Regioni mi dicano cosa intendano fare, ma non permetterò che su una materia delicata come la tutela del lupo, al posto della scienza detti l’agenda chi evidentemente o non ha letto il testo o è in malafede”.

————————————————————-

e le regioni, caro galletti, ministro dell’ambiente da sempre favorevole, come del resto il suo partito di residuati politici che purtroppo ancora “inquina” ogni logica di governo del paese, spero diranno NO a questo piano senza alcun senso perché…

1) il lupo, per quanto abbia superato la fase critica di pericolo di estinzione degli anni 70 (quando si ridusse a circa 300 esemplari totali nel pese), non può essere considerato fuori pericolo, vista l’esiguità del numero e visti tutti gli abbattimenti tramite esche avvelenate che ne falcidiano la specie e che potrebbero portare ad numeri che cambiano molto più velocemente dei censimenti, si da crearsi gravi problematiche riproduttive che potrebbero portare alla scomparsa di interi branchi (ricordo che per i lupi sono le sole femmine ed i soli maschi alfa, ovvero i capi-branchi a riprodursi, e l morte di uno di questi non comporta in automatico la sua sostituzione da parte di altri membri del branco e potrebbe portare a stagioni a-riproduttive che altererebbero sensibilmente la composizione anagrafica dei branchi)

2) le dinamiche di predazione dei lupi sono notorie e non necessitano di protezioni “particolari”, ovvero affidate ad abbattimenti controllati, degli animali da allevamento (il branco abbatte per indole solo i capi che riesce a mangiare subito, mentre i rari casi di uccisione multipla di animali da allevamento sono da attribuirsi a cani selvatici od inselvatichiti, il cui controllo attraverso sterilizzazione delle femmine non è stato mai neppure avviato), mentre è sempre più forte il sospetto di una filiera di interesse sui rimborsi dei capi predati (che spesso vengono certificati come abbattuti da lupi, mentre in realtà gli abbattimenti sono da attribuirsi a branchi di cani selvatici)

3) molti parchi nazionali ed aree protette hanno da tempo sperimentato il cosiddetto “gregge del parco”, composto di animali di ottima qualità e selezionati per le specifiche condizioni locali, una pratica che andrebbe resa obbligatoria, perché consente agli allevatori di avere in cambio degli esemplari predati da lupi uguale numero di capi prelevati dal gregge, quindi non si comprende la logica di questi abbattimenti quando sarebbe più facile provvedere a migliore prevenzione degli armenti attraverso dissuasori elettronici e recinzioni mobili e nel caso di predazione alle compensazioni a valersi sui capi di proprietà dei parchi, aree protette e – perché no? – anche delle regioni, che dovrebbero naturalmente attrezzarsi in tal senso

4) il numero percentuale di lupi italiani rispetto alla media europea (il 18%) dovrebbe indurre a formule di magnificazione di questa situazione che presenta anche interessanti ritorni turistici e non solo ambientali (pensare a “santuari regionali del lupo” sulla scorta di quanto accade in mare con alcuni cetacei in alcune zone) per zone troppo spesso ignorate dai flussi turistici

e potrei continuare a lungo, caro galletti, perché la sua posizione è ideologica e rivela un cedimento imbarazzante per un ministro dell’ambiente (che quindi dovrebbe tutelare l’ambiente e non permettere che lo si “inquini” di considerazioni altre) a quella lobby pervicace ed antica di alcuni “cacciatori” (fortunatamente non tutti) e dell’industria delle armi da caccia che da tanto chiede si riapra la caccia a questi “trofei”, perché tali sarebbero

e nell’attesa di conoscere le posizioni di tutte le regioni mi chiedo “ma la regione basilicata, che ha forse il numero maggiore di lupi in italia, che dice?”…

caro Pittella, attendo tue risposte perché i tuoi silenzi si stanno facendo troppi e troppo lunghi

il lupo non si tocca!!!