l’arma di distruzione di massa…

i danni da siccità e caldo, per non parlare degli incendi tutti dolosi o colposi, alla vegetazione arborea si stanno facendo evidenti – quando interi palchi di rami sono secchi, come a tanti sarà capitato di notare già lungo i bordi delle strade, la pianta in oggetto è in estrema sofferenza e rischia la morte- troppo evidenti perchè non appaia chiaro anche agli scettici che il cambiamento climatico è accelerato, molto più accelerato di quanto l’accordo di parigi sottende, e colpisce maggiormente le regioni meridionali, che cominciano a “virare” verso la desertificazione e tra la cui fauna sempre più spesso capita di osservare specie aliene al territorio per via del mutamento di areali che spinge soprattutto insetti e rettili, ma anche pesci ed invertebrati marini, sempre più a nord, in una migrazione inarrestabile…

quindi o cominciamo a fare la danza della pioggia o come mediterranei ci convinciamo che il sistema produttivo del nord deve, a qualsiasi costo, impattare molto di meno e che loschi figuri come trump, nel suo negazionismo becero della realtà, sono il braccio politico della non volontà degli industriali di alcuni paesi di spendere per riconvertire sistemi industriali che sono diventati ormai armi di distruzione di massa