il sistema solare in immagini – parte II – venere

venere

Venere è il secondo pianeta del Sistema solare in ordine di distanza dal Sole con un’orbita quasi circolare che lo porta a compiere una rivoluzione in 224,7 giorni terrestriÈ l’oggetto naturale più luminoso nel cielo notturno, dopo la Luna, conosciuto per questo fin dall’antichità e visibile soltanto poco prima dell’alba o poco dopo il tramonto

Classificato come un pianeta terrestre, a volte è definito il “pianeta gemello” della Terra, cui è molto simile per dimensioni e massa, ma molto differente dal nostro pianeta per atmosfera, costituita principalmente da anidride carbonica, molto più densa di quella terrestre, con una pressione al livello del suolo pari a 92 atmosfere. La densità e la composizione dell’atmosfera creano un imponente effetto serra, che lo rende il pianeta più caldo del sistema solare.

Venere è avvolto da uno spesso strato di nubi altamente riflettenti, composte principalmente da acido solforico, che impediscono la visione nello spettro visibile della superficie dallo spazio. Il pianeta non è dotato di satelliti o anelli e ha un campo magnetico debole, rispetto a quello terrestre

La storia delle esplorazioni spaziali verso Venere nasce nel 1961 con la missione sovietica Venera 1 che effettuò il fly-by del pianeta senza però riuscire a trasmettere alcun dato. Il programma Venera continuò fino al 1983 con 16 missioni.

oggi sappiamo che Venere possiede una superficie rovente con un’atmosfera corrosiva e altissima pressione, ma gli scienziati sovietici delle missioni Venera in mancanza di dati osservabili, si aspettavano una sorta di oceano tanto che sulla sonda Venera 4 nel 1967 installarono un morsetto fatto di zucchero bianco raffinato che, a contatto con l’acqua (o altro fluido), si sarebbe sciolto facendo scattare l’antenna che con questo stratagemma si sarebbe salvata dall’affondamento della sonda, ma Venera 4 non trovò un oceano, non raggiungendo neppure la superficie del pianeta poiché interruppe ogni trasmissione di dati quando la pressione atmosferica superò le 15 atmosfere, meno di un sesto delle 93 sulla superficie.

Si trattava, comunque, di un risultato straordinario: per la prima volta un veicolo costruito dall’uomo aveva comunicato dati relativi all’analisi delle condizioni di un ambiente extraterrestre. I sovietici studiarono quindi una sonda più resistente, ipotizzando che una sonda su Venere dovesse resistere a una pressione di 60 atmosfere, quindi di 100 e infine di 150 atmosfere.

Venera 7 fu costruita per sopportare una pressione di 180 atmosfere, e lanciata il 17 agosto 1970; il 15 dicembre dello stesso anno trasmise il segnale tanto atteso, conquistando il primato di prima sonda atterrata su un altro pianeta, comunicando con la Terra. Nel 1975 i sovietici inviarono le sonde gemelle Venera 9 e 10 equipaggiate con un disco frenante per la discesa nell’atmosfera e di ammortizzatori per l’atterraggio, che trasmisero immagini in bianco e nero della superficie di Venere, mentre le sonde Venera 13 e 14 rimandarono le prime immagini a colori

La NASA iniziò il suo programma di esplorazione spaziale verso Venere nel 1962 con il programma Mariner: tre sonde riuscirono con successo ad effettuare un fly-by del pianeta e trasmettere i dati alla Terra. Nel 1978 gli statunitensi lanciarono diverse sonde separate verso Venere, nell’ambito del progetto Pioneer Venus, per lo studio in particolar modo dell’atmosfera venusiana. Negli anni ottanta i sovietici proseguirono invece con le sonde Venera: le Venera 15 e 16 lanciate nel 1983 e dotate di Radar ad apertura sintetica, mapparono l’emisfero nord del pianeta rimanendo in orbita attorno ad esso. I sovietici lanciarono anche, nel 1985, le sonde Vega 1 e 2, rilasciarono moduli sulla superficie, prima di andare verso l’incontro alla cometa di Halley, altro oggetto di studi di quelle missioni. Vega 2 atterrò nella regione Aphrodite raccogliendo un campione di roccia contenente Anortosite – troctolite, materiale raro sulla Terra ma presente negli altopiani lunari.

Nel 1989 la NASA, utilizzando lo Space Shuttle, lanciò verso Venere la Sonda Magellano, dotata di radar che permise una mappa quasi completa del pianeta, con una risoluzione nettamente migliore rispetto alle precedenti missioni, lavorando per ben 4 anni prima della caduta nell’atmosfera venusiana

Negli ultimi decenni, per risparmiare combustibile, Venere è stato spesso usato come fionda gravitazionale per missioni dirette verso altri pianeti del sistema solare, come nel caso della Galileo, diretta verso Giove e le sue lune, e la Cassini-Huygens, diretta all’esplorazione del sistema di Saturno e che effettuò due fly-by con Venere tra il 1998 e il 1999, prima di dirigersi verso le regioni esterne del sistema solare. Nel 2004 il pianeta venne usato due volte come fionda gravitazionale dalla sonda MESSENGER per dirigersi all’interno del sistema solare verso Mercurio.

Venus Express, lanciata nel 2006, ha eseguito una mappatura completa della superficie, e nonostante fosse inizialmente prevista una durata della missione di due anni, essa fu estesa fino al dicembre del 2014.

Il 26 novembre del 2013 la NASA ha lanciato anche il Venus Spectral Rocket Experiment (VeSpR), un telescopio suborbitale per lo studio dell’atmosfera di Venere nell’ultravioletto, non possibile dalla superficie della Terra in quanto l’atmosfera terrestre assorbe la maggior parte dei raggi UV. Lo scopo degli scienziati è individuare la quantità di atomi di idrogeno e deuterio rimasti nell’atmosfera venusiana, per ricostruire la storia del pianeta e capire se effettivamente esisteva una grande quantità di acqua nel passato, come ipotizzato.

Missioni attuali e future

Planet-C, o Venus Climate Orbiter, è una sonda giapponese ribattezzata dopo il lancio col nome di Akatsuki ed è stata lanciata il 20 maggio 2010 dal centro spaziale di Tanegashima. Avrebbe dovuto entrare in orbita attorno a Venere nel dicembre del 2010, con lo scopo di studiare la dinamica dell’atmosfera venusiana, ciononostante, a causa di un problema col computer di bordo, la manovra fallì. Non avendo subito gravi danni la sonda è però riuscita ad entrare in orbita attorno al pianeta nel dicembre 2015.

Tra le missioni candidate per il lancio nel 2024, come quarta missione nell’ambito del Programma New Frontiers della NASA, ci sono la Venus Origins Explorer (VOX), Venus In situ Composition Investigations (VICI) e Venus In Situ Atmospheric and Geochemical Explorer (VISAGE); la missione vincitrice, tra queste tre e altre con altri obiettivi, verrà selezionata nel 2019. Le missioni comprendono lo studio chimico-fisico della sua crosta e l’analisi della sua atmosfera.

L’agenzia spaziale indiana, forte del sucesso della missione Chandrayaan-1 sulla Luna, pianifica la missione Indian Venusian orbiter mission, con lancio nel 2020, per lo studio dell’atmosfera del pianeta.

Venera-D è un progetto dell’Agenzia Spaziale Russa, che inizialmente prevedeva l’atterraggio di un lander sulla superficie nel 2014. Tuttavia in fase di riprogettazione della missione, dopo i fallimenti delle sonde Phobos, il progetto perse priorità rispetto ad altre missioni, all’interno del programma spaziale russo e, dopo che il lancio è stato rimandato al 2024, nell’agosto del 2012 si è deciso di posticipare la missione al 2026.

sopra venere vista dal telescopio orbitante hubble nel 2010

sotto immagini di venere al radar

 Risultato immagine per venere

Risultato immagine per venere

I venti elettrici strappano via oceani a Venere alt_tag

sopra Immagine radar del sito di atterraggio della sonda sovietica Venera 10, fotografato dalla sonda statunitense Magellano

sotto immagini reali delle sonde venera

Risultato immagine per superficie di venereRisultato immagine per superficie di venereCaptura de pantalla 2014-07-22 a la(s) 23.49.17

sopra immagine scattata da venera 9 (1975) ricostruzione dall’originale

sotto immagine scattata da venera 10 (1975) ricostruzione dall’originale

Captura de pantalla 2014-07-22 a la(s) 23.48.56

sotto le due foto ricostruite sulla scorta degli originali

 sotto ricostruzione delle foto scattate da venera 13 e 14

Venera1314La superficie di Venere: 34 KB

sopra La superficie di Venere ricostruita in base alle misure radar della sonda Magellan: per esigenze di miglior comprensione, la dimensione verticale in questo tipo d’immagine è moltiplicata di un fattore 10; in realtà le altezze delle montagne e le profondità delle valli sono dieci volte inferiori a quanto mostrato

sotto Un’altra ripresa radar ricostruita del pianeta inquadrato dalla sonda Magellan: vi si osserva un complesso sistema di rilievi montuosi, vallate e i resti di antiche colate laviche

Saturno ripreso da Cassini: 35 KBSuperficie di Venere: 35 KB

sopra Anche questa zona della superficie di Venere appare un susseguirsi di montagne e canyons; ci si ricordi che al suolo la temperatura è di oltre quattrocentro gradi celsius mentre la pressione è di quasi novanta bar

sotto altre montagne e canyons

 Superficie di Venere: 36 KB

Superficie di Venere: 146 KB

sopra La superficie in bianco e nero ripresa dal radar della sonda Magellan; si vedono formazioni di varie tipologie, tra le quali vulcani, colate laviche, crateri d’impatto, faglie crostali . L’immagine copre una regione piuttosto vasta, con le strutture circolari che vanno da una dimensione di 50 ad una di 230 km. Dal vulcano centrale si dipartono una serie di fratture crostali; inquadratura ricostruita in base alle misure radar della sonda Magellan

sotto la stessa immagine ricostruita

Superficie di Venere: 33 KB
sopra un vulcano ripreso da due angolature differenti
sotto un altro vulcano ricostruito dalle immagini radar
Volcano on Venus
per saperne di più www.nasa.gov/venus