il programma 2018 – 1. agricoltura

1. Agricoltura

partiamo dal nostro programma per l’agricoltura e la zootecnia, premettendo che per questo settore dal forte peso sull’economia della regione e dalla forte valenza ambientale posta in essere da corrette metodologie di uso dei terreni, l’integrazione con il sistema di norme di protezione e salvaguardia ambientale deve essere perseguita con forza, fino al punto nodale di creare un inter-dipartimento regionale all’ambiente ed all’agricoltura, unificando procedure che vanno tenute insieme amministrativamente

 

I. Dichiarazione programmatica e statutaria dell’incontaminatezza del territorio come obiettivo prioritario dell’azione di governo, dell’agricoltura biologica-tradizionale come vocazione economica prevalente della regione Basilicata, della salvaguardia del paesaggio come valore fondante dell’identità regionale.

si tratta di un punto estremamente importante poichè si definisce finalmente a livello statutario e programmatico che nel territorio della regione l’incontaminatezza dello stesso è il valore cardine sul quale innestare la vocazione agricola biologico-tradizionale come primaria dell’economia lucana e la salvaguardia del bene paesaggio come obiettivo altrettanto primario

II. Indicazione del sistema biologico-tradizionale di coltivazione come unico sistema compatibile e permesso nel territorio regionale con divieto espresso all’uso di fitofarmaci, insetticidi e sostanze chimiche di sintesi, concimi di sintesi, farine animali e sementi ogm anche rivolte alla sola alimentazione animale, e creazione di una azienda regionale di certificazione biologica accreditata.

punto questo che consentirebbe l’acquisizione di una “patente” di salubrità dei prodotti certificata da un ente legislativo territoriale che ne garantisce la purezza e che in sede di commercializzazione dei prodotti agri-zootecnici avrebbe una grande valenza a livello di marchio tipico territoriale, con gli evidenti vantaggi che ne deriverebbero sia in termini di maggiore conoscibilità del prodotto, sia in termini di garanzia verso un mercato sempre più attento alla qualità organolettica e naturale dei prodotti di consumo

III. Realizzazione del sistema della filiera corta e del chilometro zero organizzata in reti di negozi in collaborazione con le associazioni di categoria riservata ai soli agricoltori della regione, con fissazione per il restante comparto distributivo di un limite del 50% obbligatorio di prodotti agro-zootecnici da reperire in loco.

costruire cioè un comparto locale che tenda alla “sovranità alimentare”, quindi alla produzione, commercializzazione e consumo a filiera corta delle derrate alimentari, eliminando cioè intermediazioni esterne che influiscono sulla formazione del prezzo, in tal modo consentendo sia all’acquirente locale risparmi sulla spesa alimentare e maggiore salubrità del prodotto, sia la corresponsione di un maggior prezzo ai produttori, per sostenere ed incoraggiare l’imprenditoria agraria diffusa con un maggior auto-impiego e maggiore ricorso occupazionale…per merci non reperibili in loco o la cui richiesta sia eccedente la produzione locale deve essere stabilita, nel libero accesso ai mercati, la fissazione di un limite del 50%

IV. Realizzazione del mercato ortofrutticolo lucano a controllo pubblico.

punto questo che consegue al precedente, nella considerazione ovvia che è solo teoricamente che si parla di km 0 nell’orizzonte di poter ridurre certamente il trasporto di merci ed i consumi energetici necessari che hanno un peso non indifferente sulla formazione del prezzo finale, necessitandosi così non solo di un punto di accumulo, conservazione e vendita rivolto ai grossisti, sia locali che provenienti da altre regioni, ma di un punto di formazione di un prezzo verso l’esterno che sfugga al ricatto degli stessi grossisti, ad oggi lasciati liberi di contrattare azienda per azienda, il più delle volte nella corresponsione di un prezzo incontrollabile ed intrattabile visto il veloce deperimento delle merci e l’impossibilità concreta alla vendita alternativa dei prodotti…il controllo pubblico del mercato sarebbe garanzia di tutela dell’interesse pubblico alla produzione/consumo alimentare

V. Incentivazione della micro-industria diffusa di trasformazione agricola con affidamento puntuale del prodotto ad un Consorzio Regionale del Prodotto Agri-Zootecnico Lucano che ne tuteli raccolta, conservazione, etichettatura, tracciabilità ed osservanza dei principi ai punti 1) e 2), nonché le operazioni a monte di vendita di sementi e concimi, nonchè immissione nel circuito del mercato ortofrutticolo lucano di cui al punto precedente

appare chiara la funzione di consentire micro-produzioni attraverso un circuito che sovraintenda sia alle fasi produttive stesse, avendo cura di organizzare e controllare le fasi di trasformazione del prodotto agricolo da parte di piccoli produttori, sia alle fasi di accesso ai mercati di tali produzioni, nell’ottica di creare un marchio lucano di tipicità garantita il cui accesso sia consentito a chiunque decida di operare anche in piccoli appezzamenti

VI. Creazione di un ufficio regionale speciale per la promozione ed il marketing del prodotto agri-zootecnico lucano in accordo al punto 5).

appare evidente che la creazione di un team di esperti che curi tutte le fasi di promozione ed immissione nelle reti distributive di un prodotto sia un elemento chiave per la sua affermazione sui mercati

VII. Riforma dell’ALSIA in assunzione del compito di programmazione tecnica annuale della produzione agricola e gestione della produzione di sementi presso le aziende agricole regionali, nonché allo sviluppo di tecniche ambientalmente compatibili in accordo ai punti 1) e 2).

è necessaria una radicale riforma del compito istituzionale di un ente che, commissariato da tempo immemore, pur dovrebbe curare gli aspetti dell’innovazione, della ricerca e della messa a rendimento produttivo delle nostre colture

VIII. Liquidazione dell’ARBEA, le cui funzioni vengono trasferite ad ufficio dedicato del dipartimento agricoltura della regione.

doverosa la liquidazione di un ente di fatto inutile, quando tutte le attività di arbea possano essere assunte dal dipartimento regionale.

IX. Creazione dell’Ufficio Scientifico Interdipartimentale del Patrimonio Agri-zootecnico Lucano come responsabile unico, in accordo con l’Università della Basilicata – Facoltà di Agraria, della conservazione delle varietà locali, con compiti di ricerca e miglioramento selettivo non genetico delle varietà coltivabili lucane, con specifica indicazione alle specie ammesse alla coltivazione sul territorio regionale.

la frettolosa liquidazione di metapontum agrobios, azienda efficiente se non le fossero stati attribuiti compiti impropri, ed una gestione alquanto bizzarra delle competenze ora ripartite tra alsia ed arpab, pone l’evidenza del recupero di una funzione scientifica a ricaduta diretta attraverso un ufficio di indirizzo e coordinamento

X. Introduzione del sistema di compensazione debiti-crediti tra aziende agricole, Consorzio Regionale ed il sistema creditizio con garanzia sussidiaria regionale.

limitare le partite finanziarie a rischio per le aziende stesse, portando a garanzia da parte della regione basilicata le partite finanziarie tra aziende impegnate nel consorzio regionale e sistema creditizio, al fine di impedire sovraesposizioni debitorie

XI. Borsino dei Terreni Agricoli atto a favorire, attraverso crediti agrari garantiti (vedi punto 10) la ricostituzione, previo riconoscimento dei requisiti zonali, della Unità Minima Agri-Zootecnica come criterio di riferimento per un sistema di compravendite, permute e perequazioni che porti alla ricostituzione di entità agri-reddituali atte a garantire condizioni di reddito non inferiori al limite di povertà relativa, in accordo con le normative europee sul settore.

Incentivo a ricostituire unità agricole sufficienti a fornire un reddito minimo per gli agricoltori, nella considerazione che i frazionamenti successori alle assegnazioni delle riforme agrarie hanno spezzettato i fondi agricoli in unità tanto frammentate da impedirne o essere ostacolo ad una razionale coltura e così favorire l’abbandono di terreni con conseguenza gravi sia dal punto di vista della manutenzione degli stessi e del territorio che di pericoli di “incetta di terreni” da parte di entità di mercato che tendono alla ricostituzione di latifondi per usi non prevalentemente agricoli

XII. Divieto assoluto alla coltivazione di varietà agri-energetiche oltre l’autoproduzione volta al soddisfacimento dei bisogni energetici delle singole aziende, anche organizzate in consorzi e/o cooperative locali, con esclusione di ogni processo di combustione diretta e sorveglianza pubblica delle coltivazioni di masse per bio-carburanti.

impedire che la nostra agricoltura diventi un campo di produzione di energia non direttamente afferente ai bisogni locali