il programma 2018 – 4). Industria e politiche industriali

4). Industria e politiche industriali

in una regione che vede ovunque crisi industriali irrisolvibili, riteniamo che sia il momento di un discorso globale di destinazione di un comparto che è una voce importante dell’economia regionale, sia in termini strettamente produttivi, che per i suoi risvolti occupazionali.

questa regione ha necessità di una ri-programmazione di ampio respiro e vedute che possa guardare oltre l’attuale perifericità a cui il sistema economico costringe la nostra terra nella chiara equivalenza ricattatoria “posti di lavoro uguale industrie impattanti o volatili”, per addivenire a forme industriali autonome, “leggere”, legate strettamente al territorio ed alle sue potenzialità reali, vigendo quanto previsto dalla parte ambiente al punto III) come indirizzo

I. Dichiarazione programmatica di indirizzo industriale regionale verso: 

a) agri-industria diffusa e produzione di tecnologie, componenti ed infrastrutture per lo sviluppo del comparto primario tradizionale,  

b) produzioni manifatturiere e componentistiche ad alto contenuto tecnologico e basso impatto territoriale,

c) progettazione e produzione per il sistema delle energie rinnovabili e per il risparmio energetico,

d) produzione di elementi per le bio-architettura e le bio-edilizie,

e) il ciclo integrato regionale dei rifiuti e ri-verginazione della materia,

f) programmazione e realizzazione delle bonifiche ambientali e delle opere di protezione e ripristino ambientale,

g) produzione energetica nei limiti della programmazione (vedi anche parte ambiente e parte energia).

si indica una via allo sviluppo industriale che non può divergere dall’incontaminatezza del territorio fornendo chiare indicazioni sui settori di rilevanza su cui quali convergere, quindi il settore dell’agro-industria diffusa e la produzione diretta od indiretta di componenti ed infrastrutture per il settore, il settore dell’innovazione tecnologica nella produzione e nello sviluppo delle tecnologie a basso impatto territoriale, il settore della ricerca e della produzione di elementi per la produzione energetica da fonti rinnovabili e per il risparmio energetico, il settore della bio-edilizia a cui potrà essere dedicato una parte dell’investimento sulla forestazione produttiva, oltre ai settori di ciclo locale quali il ciclo dei rifiuti, nella parte di gestione del conferito e nella programmazione di un settore della ri-verginazione della materia (vedi la parte ciclo dei rifiuti), le bonifiche ambientali e di protezione del territorio dal dissesto idrogeologico, la produzione energetica nel limite di una programmazione volta al raggiungimento dell’autosufficienza regionale.

II. Rimodulazione della legge regionale sulla reindustrializzazione dei siti in dismissione e sulle relative poste finanziarie su quanto al punto I).

Tutti gli interventi già programmati e non ancora assegnati in via definitiva, devono essere riprogrammati sugli obiettivi di cui al punto precedente, allo scopo di fungere da volano per altre attività future

III. Censimento delle attività del settore industriale e dei siti produttivi, attivi, dismessi, in crisi produttiva, programmati o per i quali siano state accese procedure a qualsiasi titolo e qualsiasi settore presso tutti gli enti territoriali regionali.

un libro bianco delle attività industriali presenti in regione da redigersi a cura del dipartimento regionale alle attività produttive in collaborazione con il dipartimento alle infrastrutture per la parte di competenza, che costituisca una base cognitiva comune (se ne prevede la pubblicazione on-line) per la riorganizzazione dell’intervento pubblico e delle infrastrutture

IV. Istituzione di una commissione mista permanente sulla programmazione industriale e sulle politiche industriali, composta dalla presidenza e dalla giunta regionale, rappresentanti eletti del consiglio regionale, rappresentanti delle categorie produttive, sindacali e professionali, rappresentanti diretti dei lavoratori e rappresentanti della consulta dei sindaci e della consulta ambientale (vedi parte istituzione).

Superare i tavoli emergenziali con una commissione mista permanente può divenire non solo lo strumento di verifica dello stato del comparto e della programmazione regionale, ma una vera e propria “camera di rappresentanza” delle istanze del mondo produttivo ed occupazionale che si avvale della partecipazione ed integrazione di consulte territoriali ed ambientali per creare sinergie lineari tra tutti i soggetti interessati

V. Messa in liquidazione dei Consorzi Industriali con passaggio delle competenze, delle gestioni e delle proprietà ad un Consorzio Regionale Unico della Attività Industriali sottoposto a controllo politico di gestione ed indirizzo e la partecipazione al consiglio di amministrazione di rappresentanti della  commissione al punto IV).

VI. Creazione di un fondo speciale di solidarietà accessoria per i lavoratori in mobilità e precari finanziato di tagli al costo della politica (vedi parte istituzione), dei dirigenti di livelli superiore, amministratori e consiglieri di società, agenzie ed enti pubblici.

pur nella loro inadeguatezza a lenire la sofferenza sociale legata al contesto di crisi attuale, crediamo che sia un importante segnale di riavvicinamento tra “palazzo“ e cittadini

VII. Fissazione dei parametri temporali e delle procedure di dismissione delle attività industriali considerate incompatibili con quanto espresso al punti III) della parte ambiente.

per ogni attività industriale incompatibile agli obiettivi ed alle prescrizioni statutarie andranno fissati precisi limiti di tempo che possano consentire riconversioni produttive controllate ed ordinate, volte alla protezione dei livelli occupazionali, al ripristino ambientale in tempi non superiori ai 12 mesi con il supporto degli organismi tecnici regionali per l’individuazione di poste finanziarie nazionali e comunitarie a supporto della riconversione

VIII. Rimodulazione sulla base del censimento al punto III) delle aree industriali e loro recupero ad altre attività sulla scorta dei parametri di cui al punto I).

riorganizzazione funzionale di tutte le aree industriali ed artigianali ex 219 ed interventi similari presenti nel territorio regionale o verso ipotesi di nuovi investimenti produttivi di concerto al punto I) o verso altre attività, come la produzione di energia da fonti rinnovabili, esclusi tutti i processi di combustione da rifiuti e/o biomasse e/o biocarburanti o verso il recupero ad utilizzi civici, previa bonifica, delle aree e delle strutture edilizie o verso processi di ri-naturalizzazione dei siti

IX. Obbligo alle attività industriali di predisporre un piano puntuale per l’autosufficienza energetica, ove possibile, da fonti rinnovabili con il supporto di un fondo speciale misto di contribuzione.

il fondo misto di contribuzione, controllato dall’ente regione ed in grado di ottimizzare ogni contribuzione nazionale ed europea al fine di avviare e razionalizzare il processo di dotazione di strutture di auto-sufficienza energetica…è comunque da prevedersi una contribuzione regionale da ricavarsi da una quota parte delle royalties ricevute per gli idrocarburi (stima circa il 3% annuo) che tratteremo nella specifica sezione

X. Creazione di un Ufficio Regionale Speciale per il ricevimento delle proposte di allocazione di nuove intraprese industriali sul territorio della regione, secondo i parametri stabiliti al punto I), e di una Commissione di valutazione economico-ambientale per l’ammissione delle stesse ad ogni forma di contribuzione a carico dei fondi regionali.

riteniamo che tale ufficio speciale sia essenziale per riunificare tutti i processi di richiesta per l’allocazione di imprese industriali nel territorio regionale, così come la commissione specialistica di valutazione al fine di riunire procedure ad oggi disperse in ambito burocratico

XI. Fissazione di un limite minimo di quindici anni di garanzia di operatività e di mantenimento dei livelli occupazionali per le nuove aziende che si installino in regione con contribuzione pubblica.

XII. Legge regionale sul sequestro degli immobili, delle attrezzature, delle scorte e delle tecnologie per le aziende di cui al punto XI) e per le intraprese già operanti in regione e che abbiano avuto accesso a finanziamenti regionali.