la manina gomblottista…

la questione manine sul testo del decreto assume ora contorni bizzarri e grotteschi che lanciano ombre fosche sulla logica istituzionale a cui fanno riferimento questi ministri altrettanto bizzarri e grotteschi, in una evidente battaglia che lega e 5 stelle conducono tra loro nell’apparente pace di intenti che pure all’esterno viene propagandata come solida e che sia solida in alcuni provvedimenti securitari pure lo vediamo tutti, leggi armi, riace, sbarchi impediti in porti italiani di navi militari italiane e tutto il cucuzzaro a cui personalmente non mi rassegno, non essendo l’italia una repubblica delle banane, ma un paese moderno tra i più sviluppati al mondo, l’ottavo paese per prodotto interno lordo al mondo…
 
nessuna denuncia presentata in procura al momento in cui il sottoscritto scrive, denuncia contro ignoti pur ampiamente ventilata da di maio, mentre il fatto quotidiano annuncia che la manina è da cercarsi nella direzione generale delle finanze, diretta da fabrizia lapecorella, una affermazione grave, poiché tocca un organo dello stato, minando o tentando di minare la fiducia che i cittadini debbono avere, pur con tutte le riserve che storia e prassi ci hanno insegnato ad avere per sopravvivere allo sconforto, ma è il fatto quotidiano che ne parla, un quotidiano de facto collaterale ai grillini, quindi glissiamo su questo inciso per umana comprensione…
 
tutto sembra quindi terminare nel cul de sac della ragione che pare avvolgere il governo che stigmatizza se stesso e la sua evidente imperizia istituzionale e di competenza con l’ipotesi di “gomblotto” che tutto pare dovere e potere giustificare, persino l’idiozia di alcune affermazioni (cito su tette il tunnel del Brennero) ed atti istituzionali (leggi decreto genova), ma rimane un problema, un grave problema, ovvero il testo di un decreto che giunge al quirinale per la firma, quirinale che tra l’altro smentisce di averlo ricevuto – e se permettete le parole di mattarella, per ruolo, per età e per serietà contano molto più di quelle di un qualsiasi di maio o un conte che, inusitatamente, dice essere stata inviata una bozza, altra cosa ridicola poiché al quirinale non si mandano bozze, ma testi ufficiali e definitivi – deve avere delle firme in calce al documento e su tutte le pagine che testimonino il licenziamento del testo stesso da parte del cdm, e ciò come conseguenza del dettato dell’art. 87 comma della costituzione (Il presidente…Promulga le leggi ed emana i decreti aventi valore di legge e i regolamenti)
 
quindi ogni testo che giunge alla firma deve essere completo poiché la sua firma autorizza la conversione immediata del decreto in legge, legge poi da doversi confermare nelle camere, e già questo basterebbe per tacciare costoro di poca conoscenza della carta e delle prassi ad essa legate, visto sia quanto afferma di maio, sia, se possibile più grave quanto afferma conte, pur nell’evidenza di voler spegnere il fuoco che già divampa…così siamo a due ipotesi, o il testo è arrivato, e qualcosa non funziona, o non è arrivato, e non funziona lo stesso tutta la questione…
 
ora di maio parla di modifiche avvenute nei  ministeri e tutto ciò è ancora più assurdo, poiché tale pratica di esame ministeriale è propedeutica all’esame finale da parte del consiglio dei ministri che deve licenziare un testo presupposto essere quello che si è mandato ad un organo istituzionale e non modificabile nella sua letteralità, dovendo differenti valutazioni essere espresse in nota specifica al testo, rimandato quindi indietro con osservazioni, e non in integrazione al testo stesso…
 
quindi le possibilità sono ora molto ridotte…
 
1) o di maio firma senza leggere un testo alterato a sua insaputa (un po’ come certi appartamenti), con ciò aprendosi una pagina noir della ragione che dovrebbe far riflettere sulla qualità intellettiva, intellettuale, competenziale del soggetto in questione e probabilmente sulla integrità, anche neuronale, dei propri collaboratori…
 
2) o mente spudoratamente, essendo stata scoperta una magagna o inserita dalla lega, vera destinataria dell’incasso politico derivante dalla modifica, nel testo che lui, troppo distratto dal salvare il paese, non ha visto, né notato, o sulla quale era sostanzialmente d’accordo, pur di mantenere vivo il governo e la sua carica, nella speranza che nessuno vi facesse caso per non alterare quell’immagine di paladino post-moderno dell’honestà che si è cucito addosso con l’aiuto di qualche sarto di nicchia
 
3) o, semplicemente, abbiano dei poco abbienti neuronali che governano il paese come fosse un gioco alla play station e che tra breve dovranno affrontare, ed affronteranno, a modo loro le spine poste sul camino della manovra…ed il loro modo è gridare al gomblotto…
 
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