perchè mi sono candidato…

era già da un po’ che meditavo di scrivere qui sul blog, strumento più riflessivo dei social, il perché della mia candidatura con i verdi nella coalizione per trerotola presidente, cosa questa che non deve lasciare stupiti, visto che da tempo raccontavo della necessità di unire le diversità, reali, a volte anche profonde, andando alla ricerca di un minimo comun denominatore che, nel caso di queste regionali, significava necessariamente stare insieme, condividendo in primis la necessità di opporsi alla lega e ad un centrodestra sempre più a destra, sempre più leghista, sempre più becero, riunendo un campo civile che sapesse riportare al centro il primo dei valori democratici, la civile convivenza tra idee ed esperienze diverse, il pluralismo e la salvaguardia di quei valori che – ricordo – discendono proprio dalla conquista della democrazia dopo la tragedia del fascismo e della guerra, discendono cioè dall’antifascismo come valore cementante un’alleanza democratica che nel paese, tra alti, bassi e tanti luoghi oscuri della memoria, ha però retto 70 anni, assicurando diritti e grandi conquiste sociali…

ed in seconda battuta condividendo una necessità ormai impellente di cambiamento che risiede non solo nell’epifenomeno 4 marzo che ha “svegliato” alcuni, ma nella cogenza di un percorso rapido e solido verso un paese ed una regione rafforzata proprio da un cambiamento ormai irrinunciabile che anche una candidatura come la mia nella lista dei verdi può assicurare verrà messo in moto…

si, perché se dovessimo frenare la lega giocando solo sulla legittima paura di questi barbari e non invece su un cambio di passo e strategia, una maturazione, non avrebbe perso una parte politica terribile, feroce e fondamentalmente pericolosa vero la democrazia e verso la nostra terra e vinto un’altra parte verso cui rimango costruttivamente critico, ma la regione ed il suo futuro…

il cdx, al pari dei loro “soci” 5 stelle (quando si firma un “contratto” si è tali per la logica ed il diritto romano che oggi dobbiamo difendere anche da rivoli di pericoloso diritto naturale alieno alla cultura del nostro paese), sono la materializzazione di un sentimento di rivalsa, di forca, di gogna che non si fonda su altra base politica che le viscere rabbiose ed incoerenti con cui tanti confondono il cambiamento stesso ed un più prosaico “levati tu che mi metto io” che viene spacciato per “salvezza”, mentre in realtà si fonda sull’odioso concetto del “nemico” a cui additare tutti i mali…

mali che ovviamente sarebbe inutile e fuorviante negare o diminuire nel loro portato di errori storici, culturali, di strategia e di visione a medio-lungo termine che il csx pure ha praticato e commesso, e che però non vengono portati a motivo razionale da coloro che pure li hanno condivisi nella pratica della loro storia personale e patrimoniale (e chi conosce la storia politica, manageriale ed imprenditoriale di questa regione sa di cosa parlo), quanto ad istigazione feroce che non postula alcun pensiero che non sia la vendetta che assume il carattere di programma che non cambia alcun programma, vestendosi invece da programma…

e con ciò voglio dire che se si condanna da parte della destra e dei 5 stelle, tanto per stare sul concreto di un esempio lampante, la gestione della faccenda idrocarburi, non si ripropongono poi con attori diversi gli stessi errori di copione (nello specifico la questione petrolio non è affare di royalties o di sole royalties, quanto di danni ambientali, sanitari, culturali, di programmazione e naturalmente di prospettiva lunga vero un futuro che semmai da una gestione oculata di queste risorse poteva essere anche attraversato strumentalmente), ovvero parlando di petrolio come sole royalties, ribadendone la necessità di un aumento che, se si fosse davvero voluto e non solo millantato propagandisticamente a pochi giorni dal voto, andava affrontato in parlamento con una semplice modifica al testo dell’art 45 della legge 99/09 (leggi grillini) ovvero parlando di sottintesi (neanche troppo) aumenti delle quantità di estratto come base sostanziale per la “gentile concessione” di infrastrutture, servano poi esse davvero ad una regione che dovrebbe ripensarsi invece anche rispetto a queste per leggere un suo futuro…

è in atto quindi una guerra di distrazione di massa dove la necessità di cambiare attori diviene più importante della necessità di rivedere un copione che non funziona, nell’aggravante di un’onda lunga e preoccupante di una sostanziale antidemocrazia fondata sul selfie, significante post-moderno di balconi di antica e triste memoria, che ha invaso il paese di una curiosa, corrosiva, massiva, conformista e belante idiozia di massa fondata appunto sul nemico presunto l’immigrato, il piddino, il comunista, l’ambientalista, il papa, le ong, gli intellettuali, il diverso sessuale, familiare, culturale, e non certo sul vero nemico, un sistema economico che né la lega, né i grillini discutono minimamente, limitandosi a blandirne semmai alcuni effetti nefasti con un reddito di cittadinanza che paga la collettività invece che i protagonisti delle grandi trasformazioni economiche che hanno impoverito persino le classi medie, tanto che anche chi ha un lavoro non è fuori pericolo di povertà (la parte più prettamente economica del disagio), o con la legittima difesa riformata a far west del criterio soggettivo, dove il tuo bene diventa parte biologica di te, con la negazione del criterio di asilo e salvataggio, perché “ci rubano il lavoro, le donne e persino le merendine”, con le autonomie differenziate che sostanziano istituzionalmente due paesi, uno ricco, l’altro serbatoio di lavoro a cottimo, tanto per far capire che dai piemontesi in poi la recita è sempre quella del meridionale pezzente e scansafatiche, e via discorrendo le nefandezze di una risposta falsa e fuorviante al disagio psichico di una società spaventata ed insicura a cui offri un bersaglio su cui sfogarsi, ma non la via d’uscita dalla paura che invece sarebbe un’economia solidale e coesiva nel solco di un cambiamento di paradigma produttivo ormai divenuto stringente e che per storia personale e politica sento di potere e dovere rappresentare oggi…

ed è anche per questa battaglia per il mio paese, oltre che per difendere la mia terra dal veleno prodotto da costoro, che mi candido…per ribadire che fintanto che si sbaglia in una democrazia si può cambiare strada, ma perso lo strumento della democrazia – perché costoro lo stanno disperdendo in nome di un oscuro potere personale – nessun cambio sarà consentito e sarà allora necessario un calvario di rinascita che questo paese ha già affrontato e che vorrei tanto poter risparmiare all’italia, a partire da questa piccola regione che mi onorerò di rappresentare, credendo fermamente che con la civiltà ed il dialogo sincero e concludente tanto si possa cambiare…in meglio…

parola di un candidato consigliere di cui conoscete tutti le intenzioni…sarà ed è già una battaglia che voglio vincere con tutti i miei corregionali, con quanti mi sosterranno con il loro voto, sia in provincia di potenza, che in provincia di matera, alla lista dei verdi nella coalizione a sostegno di carlo trerotola presidente, sia per quanti non lo faranno…

miko somma