comunicato stampa

Il Comitato No oil Potenza chiede a De Filippo e all’assessore Santochirico la revoca dell’autorizzazione del pozzo di Monte Grosso

Il Comitato No Oil Potenza ha presentato oggi una richiesta di revoca in autotutela  della delibera n.1566 della Giunta Regionale del 5 novembre 2007 con cui è stato autorizzato il progetto di perforazione di un pozzo esplorativo per ricerca di idrocarburi in zona Monte Grosso nel Comune di Brindisi di Montagna, ma a pochi metri dal confine con il Comune di Potenza. Il Comitato contesta la legittimità sostanziale e formale dell’atto amministrativo, dovuto alla composizione carente dell’organo di giudizio e dalla insufficiente istruttoria, e rimarca le gravi conseguenze di impatto ambientale, sulla salute pubblica e sulle vocazioni economiche del territorio che una simile “leggera” decisione comporterebbe su un’area già interessata dalla discarica pubblica cittadina, dal termovalorizzatore, dalla presenza di una zona industriale, dal depuratore ed a pochi chilometri dalla città capoluogo di regione nella quale risiedono più di 70.000 persone. Ricordiamo inoltre che le principali conseguenze inquinanti derivanti dall’escavazione del pozzo interesserebbero in maniera drammatica il quartiere di Bucaletto, paradigma di un terremoto mai risolto, nei cui prefabbricati all’amianto vivono cittadini dimenticati dalle istituzioni.L’area interessata è situata nel parco della Grancia, foresta demaniale di gran valore naturalistico, e primo parco storico rurale e ambientale d’Italia per la cui realizzazione sono stati impiegati numerosi finanziamenti europei: la realizzazione del pozzo vanificherebbe infatti sia la vocazione dell’area che le somme spese a questo scopo. L’area inoltre è interessata da vincolo idrogeologico e dalla presenza di numerose sorgenti che potrebbero essere danneggiate dall’attività di perforazione: nelle carte geologiche si contano nelle strettissime vicinanze del pozzo  più di 39 sorgenti e si evidenzia la gravità del pericolo di dissesto, pericolo non scongiurato dalla tecnologia in uso dalla società proponente che comunque dovrà impattare il suolo ed il sottosuolo ad altissime pressioni per una perforazione fino a 6.880 metri di profondità, incontrando ad ogni suo livello acque di falda sia superficiali che di profondità, con elevatissime probabilità di frane e di inquinamento delle stesse. Senza considerare  eventuali fuoriuscite di gas altamente inquinanti e tossici quali ad esempio H2S (idrossido solforato). Contro la realizzazione del pozzo il comitato ha inviato anche un’appello al Ministro dell’Ambiente ed ha già raccolto quasi 3000 firme di cittadini allarmati  dal progetto e dalle prospettive di una continuazione del saccheggio del territorio lucano, interessato oramai per il suo 60% a permessi di ricerca, di coltivazione di idrocarburi ed istanze di vario genere, come oleodotti, centri oli e quant’altro, in violazione di un diritto alla cogestione del territorio sancito da numerose recepimenti nell’ordinamento giuridico italiano di convenzioni internazionali. Il Comitato quindi richiede alla Giunta regionale ed in particolar modo al Presidente De Filippo e all’assessore all’Ambiente Santochirico, l’immediato abbandono del progetto attraverso l’annullamento della suddetta delibera di giunta , nel rispetto dell’ambiente e della salute dei cittadini, nonché della relativa normativa di tutela, preannunciando che in caso di mancato accoglimento verranno esperite tutte le altre vie legali e politiche per impedire un simile abuso. COMITATO NO OIL POTENZA