AMBIENTE: SI’ A PROGETTO PER RIFARE SPIAGGIA DI METAPONTO |
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02/04/2009 16.14.05 [Basilicata] |
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(ANSA) – Il progetto di recupero, con una spesa di due milioni di euro, di un tratto di spiaggia di circa due chilometri, a Metaponto di Bernalda (Matera) – danneggiato dalle mareggiate dell’inverno scorso – è stato approvato oggi in una conferenza di servizi che si svolta nel borgo: la sabbia che sarà trasportata nella zona dove è stata erosa dal mare avrà caratteristiche simili a quella esistente. ——————————————————————————- dopo il fallimento del “tavolo” organizzato dal gruppo pd alla regione (in pratica non c’era nessuno…sarà che i comunicati stampa a qualcosa servono?), eccoci ad un altro osservatorio…quello per la costa…lodevole iniziativa, ma non sarà che a furia di creare osservatori non si osservi più nulla?…che il mare porti via parte della spiaggia è cosa abbastanza normale, che questa non si riformi dipende da alcune cause per nulla naturali…primo, il mancato apporto di detriti sabbiosi che i fiumi lucani che sfociano nello ionio (ben 5 senza contare i ruscelli, e cioè bradano, basento, cavone, agri e sinni) non riescono a riversare in mare a causa sia degli sbarramenti artificiali che dei continui prelievi di materiali sabbiosi a scopo edilizio lungo l’alveo dei rispettivi corsi…secondo, il mancato consolidamento della fascia di macchia mediterranea prospiciente le spiagge…terzo, lo sconsiderato confinamento della fascia sabbiosa dietro lungomari cementificati che impediscono il naturale modo di ritrazione delle sabbie in seguito all’azione meccanica delle onde, esponendole così alla “predazione”…quindi tutte cause di tipo umano, con ciò intendendosi un errato concetto di sviluppo che porta a trascurare elementi ad apparente “fondo perduto” (l’investimento per la cura dell’ambiente in quanto opera di salvaguardia), preferendo sempre la logica produttiva in senso stretto, logica che alla fine mostra tutti i suoi limiti quando piuttosto che adattarsi a cambiamenti del tutto naturali, ma su cui è possibile intervenire a monte, preferisce la solita logica di una “riparazione ambientale” che a ben poco serve ciò di cui in realtà questa regione abbisogna è un ripensamento globale della tutela del territorio e delle strategie per contrastare il dissesto, tutele e strategie che valgono in quanto tali con la logica dello sguardo lungo di una programmazione accorta che non può in alcun modo essere ad uso e consumo di un sistema produttivo, dovendosi semmai questo adattare proprio alle logiche della salvaguardia delle caratteristiche precipue del territorio |