PATTO SULLA FORESTAZIONE, SIGLATO IL CONTRATTO INTEGRATIVO
Dopo il Piano triennale, raggiunta l’intesa anche sul contratto regionale
30/04/2009 18.07.57
[Basilicata]
(AGR) – Un patto che coniuga qualità degli interventi e professionalizzazione dei lavoratori: è stato definito così il contratto integrativo regionale dei lavoratori forestali.
Il tema della forestazione è stato al centro di tre diversi incontri che si sono svolti questa mattina presso il Dipartimento Ambiente, Territorio e Politiche della sostenibilità della Regione.
Nel corso della prima riunione, che l’assessore ha tenuto con i presidenti delle Comunità montane, sono stati discussi e condivisi gli obiettivi e i programmi del Piano triennale di forestazione.
Successivamente, l’assessore Santochirico, le organizzazioni di categoria Flai-Cgil, Fai-Cisl e Uila-Uil, ed Uncem (Unione delle comunità montane) hanno sottoscritto l’intesa sul contratto integrativo regionale dei lavoratori forestali: il nuovo accordo recepisce le previsioni del Piano triennale di forestazione per quanto riguarda la specializzazione dell’attività dei forestali e l’inquadramento dei lavoratori. In attesa dell’approvazione del Piano in Consiglio regionale e per fare in modo che il Piano ed il contratto integrativo producano i loro effetti nel più breve tempo possibile, tecnici del Dipartimento, delle Comunità montane e dell’Upi (Unione delle Province) si sono incontrati per definire il cronoprogramma delle attività. L’obiettivo è quello di accelerare l’avvio dei cantieri forestali nell’ambito di una programmazione che salvaguardi l’ambiente della Basilicata.
In ragione degli importanti risultati raggiunti nel corso degli ultimi anni per la manutenzione del territorio, è stata sottolineata l’accresciuta considerazione sociale del lavoro svolto dagli operai forestali che trova un diretto riscontro nelle scelte della Giunta regionale di dare maggiore respiro ai provvedimenti che valorizzi il patrimonio naturalismo lucano.

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corollario del piano di forestazione produttiva volta alla produzione di bio-massa individuata nel 15% indicato dal piano energetico regionale, questa intesa non aggiunge o toglie altro al nucleo dell’idea base…trasformare la regione in una produttrice netta di energia…spiace che ai sindacati sfugga la strategia e che ancora una volta gli interessi di bottega, mascherati da interessi dei lavoratori, la facciano da controparte in un disegno progettuale che non tiene in alcun conto la necessità di avviare in questa regione quei processi di trasformazione economica altrove certo molto più difficili a realizzarsi e che da noi, in virtù di specifiche condizioni di relativa bassa antropizzazione del territorio, densità abitativa ed industriale, trovebbero le condizioni ideali per la costruzione di un laboratorio di pratiche attive di sostenibilità e di equilibrio tra attività umane e territorio…tutta roba che non paga certo i grandi interessi che ideologicamente e non solo si continuano ad individuare come unici referenti e gestori di processi economici che qui non lasciano nulla (tranne i danni), ma portano via tante risorse altrimenti utilizzabili