Verità e complessità (parte seconda:Energia e Democrazia)

“Nessuna storia e nessun pensiero  umani possono darsi, e concepirsi correttamente, fuori da una relazione con tutto quanto esiste indipendentemente dall’uomo… Il mondo esiste indipendentemente dall’uomo; il mondo esisteva prima dell’uomo ed esisterà dopo, e l’uomo è solo un’occasione che il mondo ha per organizzare alcune informazioni su se stesso”                                                                                              Italo Calvino 

La scelta di investire in fonti energetiche alternative non si deve fondare solo sulla necessità di fermare l’effetto serra, i cambiamenti climatici e l’autodistruzione dell’umanità, ma va interpretata anche come scelta di democrazia e di pari opportunità dei territori e delle comunità. Infatti sarà possibile, se tale rivoluzione tecnologica sarà attuata in modo corretto e trasparente, eliminare la dipendenza degli stati e delle comunità sia da quelle nazioni che oggi detengono il potere energetico, perché possiedono ingenti risorse energetiche fossili o perché se le procurano con guerre coloniali, sia dalle multinazionali che imperversano nel mondo senza regole e controlli.Investire sul territorio regionale in un piano energetico complesso e integrato, che ponga a suo fondamento le energie alternative prodotte da ciascuna comunità liberamente ed autonomamente (mediante società locali di gestione e, per uso residenziale, direttamente da parte di ciascun cittadino), garantirebbe una disponibilità egualitaria di fonti e quantità di energia a livello locale, e a livello globale anche per i paesi poveri, eliminando o riducendo considerevolmente guerre, colonizzazioni dei territori, concentrazioni di poteri, di ricchezza o di povertà, etc.), fornendo una reale opportunità di democrazia e di progresso, ad esempio a continenti come l’Africa.Per quanto concerne il nostro territorio e le nostre comunità, la possibilità di produrre energia pulita in loco, non solo consentirebbe di liberare la nostra terra dall’ingerenza devastante delle multinazionali e di preservare paesaggi, habitat, ecosistemi, biodiversità, ma potrebbe creare nuove forme locali di impresa (piccola e media) e di occupazione nella gestione degli impianti eolici, solari, fotovoltaici, geotermici, (in futuro anche ad idrogeno) etc. e nell’indotto che verrebbe a crearsi.Le medie e piccole imprese nascono dal territorio, sono legate alle comunità, investono in risorse umane locali. Controllare e monitorare le attività di tali imprese è senza dubbio più semplice, d’altra parte sono esse stesse ad essere interessate a tutelare il proprio territorio ed investire in standard di sicurezza ambientale e per il lavoro, infine sono più aperte alle innovazioni e al cambiamento.Le imprese locali appartengono alla comunità, sono parte integrante di essa, le multinazionali sono sistemi militari assetati di potere, profitti e materie prime, predoni che non hanno rispetto di nulla, neanche della vita umana; dove approdano producono solo sfruttamento, corruzione, povertà, inquinamento, distruzione.Per tali ragioni è necessario ribadire con chiarezza e fermezza l’indisponibilità di consegnare il nostro territorio a tali associazioni a delinquere e che un modello di sviluppo diverso è possibile, attuabile a breve e medio termine.Chi nega questo o non ha capacità di comprendere i processi e di guardare ad obiettivi di progresso e di democrazia o è in mala fede!

Un pensiero su “Verità e complessità (parte seconda:Energia e Democrazia)

  1. Il post di Paolo è a reti unificate…… lo trovate anche sul blog di astronik….
    Un intervento che definire eccellente non rende abbastanza l’idea….

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