Comunicato stampa di Comunità Lucana – movimento no oil

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Regionali 2010, noi ci saremo  

Il coordinamento regionale di Comunità Lucana – Movimento No Oil ed i gruppi di base del movimento in una serie di riunione tenutesi nei mesi di luglio ed agosto hanno all’unanimità espresso volontà di continuare il percorso politico che ci ha visti partecipare alla competizione elettorale per la provincia ed il comune di Potenza, prendendo ora parte alle prossime elezioni regionali di marzo 2010 con una nostra lista indipendente.

Il coordinamento regionale e dei gruppi di base hanno ritenuto di indicare ancora nella persona del coordinatore regionale Miko Somma il proprio candidato presidente.

Ciò allo scopo di dare una continuità al nostro progetto politico in modi non equivoci sia nelle intenzioni, che riteniamo dover esprimere chiaramente, sia nei tempi, che crediamo già oggi abbastanza stretti per avviare processi costituenti che necessitano di mesi o forse anni per dare i propri frutti e che tuttavia crediamo necessario debbano al più presto diventare realtà per approdare ad una politica che viva nelle cose e nei fatti concreti e non nelle speranze letterarie o nelle illusioni salvifiche.

Riteniamo infatti che se in questa regione prosperi nei fatti una consorteria trasversale di poteri tanto profondamente radicata in un sistema di consenso acritico, clientelare, mandamentale, tale da farci affermare con nettezza che non esiste alcuna soluzione di continuità tra gli stessi schieramenti, o tra i maggiori esponenti degli stessi, ma piuttosto esistano soltanto cartelli politico-affaristici, la risposta democratica agli interessi di chi al meglio svende la regione, le sue risorse ed il suo destino, al peggio è semplicemente colluso, debba essere rapida, ma dal lungo respiro.

Tante infatti sono le problematiche ed i bisogni della cittadinanza lucana a cui occorre ormai dare risposte chiare che oltrepassino le appartenenze politiche fittizie ed i giochini di squadra a cui finora ci ha costretti una certa idea della Basilicata remissiva e poco incline all’affermazione dei propri diritti, che è solo intessendo un ordito di progetti reali di salvaguardia dell’unicità e della incontaminatezza del territorio nella trama di una programmazione accorta alle reali vocazioni dello stesso, e che proprio da queste tragga principio ispiratore, che occorre “ora e qui” assumersi le proprie responsabilità senza riserve o fraintendimenti.

Se è la logica di dover superare quella “democrazia della coppola in mano” che in questa terra ci ha accompagnati dal dopoguerra fino ad oggi, senza cesure tra prima repubblica e seguenti, a spingerci in una non semplice navigazione verso l’approdo ad una democrazia reale senza padri, senza padroni, senza padrini, Comunità Lucana – Movimento No Oil si assume allora le proprie responsabilità, se è una democrazia dal basso che vogliamo mettere in cantiere a partire dall’oggi, assumendo la comunità, il proprio benessere materiale e psichico, il suo rapporto con l’ambiente naturale e con  le sue relazioni intrinseche da cui essa stessa non è mai avulsa, come soggetto politico, dante causa e fine ultimo, vogliamo costruirla con chiunque vorrà camminare con noi.

Doveroso così impegnarsi a tenere sempre aperta ogni partecipazione attiva e consapevole di singoli, associazioni, gruppi al nostro progetto sia nella stesura degli elementi del nostro programma, sia nella composizione delle stesse liste che crediamo debbano essere espressione delle forze migliori e più sane provenienti dai territori e dalle esperienze di movimento comuni all’esigenza di costruzione di un’altra Lucania possibile, di un’altra Lucania necessaria.

Comunità Lucana – Movimento No Oil

 Coordinamento Regionale

 

21 pensieri su “Comunicato stampa di Comunità Lucana – movimento no oil

  1. Carissimo matrix, il nostro programma è in fase di redazione. Ma piuttosto di essere, diciamo così, drastici nei confronti di “carrozzoni” e “carrozzini” (la chiusura di ARBEA tout-court significherebbe chiudere un ufficio i cui dipendenti, alla fine, dovrebbero essere assorbiti in qualche altro ufficio), ci preoccuperemmo, piuttosto, di verificare quanti “posti” questi carrozzoni assicurano ai vari politici “trombati”, amici, amici degli amici ecc. Diciamo che saremmo orientati per una reale ristrutturazione di quegli enti e agenzie regionali che, in qualche modo possano ritornare utili a questa regione (il che significa dotarli di operatività a favore del cittadino e non della poltrona di “sottogoverno” utile). Ovviamente, qualora si riscontrino inutilità di certe strutture, la via è soltanto quella della chiusura.

  2. Beh, Alberto, in linea di principio il tuo ragionamento è ottimo.
    Però, spero comprenderai da solo l’urgenza di chiudere un covo di imputati qual è l’Arbea di Gabriele Di Mauro.
    Poi, scusa, quale ente più inutile di uno la cui inutilità è stata certificata, dal 2006 ad oggi, dall’Unione Europea (http://drop.io/vigilanza_arbea)?

  3. Scusa Antonio, visto che oltre a sembrarmi un bravo ragazzo ti occupi anche di politica (e dopo aver visto trenta e passa anni di schifo regionale, non capisco davvero come le due cose si conciliino), mi aiuti tu, non solo a diffondere un simpatico giochino per la Rete (almeno quella lucana), ma anche ad intraprendere le azioni necessarie?

    Il giochino è il seguente. Si va alla pagina alla quale sono elencati i consiglieri regionali (http://minisiti.basilicatanet.it/consiglio/, colonna sulla destra). Si clicca sul nome di un consigliere, per esempio il presidentissimo De Franchi (http://minisiti.basilicatanet.it/consiglio/consiglieri/defranchi).

    Dai dati ivi riportati (nome, cognome, luogo e data di nascita), si va su http://www.codicefiscale.com e se ne calcola il codice fiscale. Si prende il codice fiscale in questione, e lo si inserisce nella “Ricerca pagamenti” del sito della mai troppo nominata in aula di tribunale Arbea (http://www.arbea.basilicata.it/index.php?option=com_wrapper&view=wrapper&Itemid=138).

    Ed ecco magicamente comparire 50.000 euro circa che Arbea ha allegramente pagato a De Franchi:

    Beneficiario Data nascita beneficiario Settore di intervento Identificativo domanda Importo pagato al netto dei recuperi Data del pagamento
    DE FRANCHI PROSPERO 28/07/1950 SVILUPPO RURALE 44740744060 1.114,20 04/10/2005
    DE FRANCHI PROSPERO 28/07/1950 DOMANDA UNICA 50804905474 572,22 21/04/2006
    DE FRANCHI PROSPERO 28/07/1950 DOMANDA UNICA 50804905474 6.345,30 29/12/2005
    DE FRANCHI PROSPERO 28/07/1950 SVILUPPO RURALE 54131201580 6.057,08 13/10/2006
    DE FRANCHI PROSPERO 28/07/1950 SVILUPPO RURALE 54740603570 1.314,75 19/10/2005
    DE FRANCHI PROSPERO 28/07/1950 SVILUPPO RURALE 54790409400 8.238,36 13/10/2005
    DE FRANCHI PROSPERO 28/07/1950 DOMANDA UNICA 60805200551 6.902,38 27/02/2007
    DE FRANCHI PROSPERO 28/07/1950 PSR 2007- 2013 FEASR 64710438230 8.238,36 08/03/2007
    DE FRANCHI PROSPERO 28/07/1950 SVILUPPO RURALE 64740544390 1.321,51 13/10/2006
    DE FRANCHI PROSPERO 28/07/1950 DOMANDA UNICA 70813918557 6.844,24 15/02/2008
    DE FRANCHI PROSPERO 28/07/1950 DOMANDA UNICA 80809986740 7.026,20 24/02/2009

    Se ripeti il giochino per tutti i consiglieri, ne trovi PARECCHI, che sono fra i fortunati “beneficiari” di questo Organismo NON Pagatore (ma che evidentemente sa CHI pagare).

    Ora spiegami, Antonio… anche in una regione sgarrupata come la nostra, com’è possibile che anno dopo anno, si facevano votare gli aumenti di stipendio a Gabriele Di Mauro a chi PRENDE SOLDI, da Arbea?

  4. Carissimi matrix e Luigi, la lettura attenta del comunicato dovrebbe, in parte rispondere ai vostri quesiti. Il problema Di Mauro è un problema che affonda le radici nel tempo. Rimosso il problema singolo non si rimuove il problema generale della “consorteria trasversale di poteri tanto profondamente radicata in un sistema di consenso acritico, clientelare, mandamentale”. Il nostro progetto politico è un progetto politico a 360 gradi. Che presuppone l’idea di non smantellare le strutture esistenti (almeno come prima istanza), ma di smantellare un sistema. Quel sistema che, chi ha occhi per guardare, non può non vedere: un centrosinistra al governo di questa regione che è un vero e proprio comitato d’affari; un centrodestra che, in più di una occasione ha dimostrato di “non voler in nessun modo vincere per governare”. Se due più due fa quattro, vuol dire che anche la cossiddetta opposizione ha i suoi canali per foraggiarsi e per far sì che in questa regione nulla cambi.
    La vera battaglia è proprio questa: cercare di scardinare le consorterie che da sempre hanno in pugno la regione! Perché, se si rimuovono soltanto alcuni elementi, purtroppo, non si va lontano. E’ tutto il Sistema che ha bisogno di essere rimosso. Questo è ciò che, non senza ambizione, abbiamo in mente.

  5. Antonio, a costo di ripetermi, il tuo ragionamento non fa una grinza, specialmente riguardo la posizione del centrodestra.
    Ma posso anche capovolgertelo: manda a casa un rottame del veterosocialismo craxiano come Gabriele Di Mauro, ed avrai creato un precedente per sistemare gli altri.

  6. Scusa Antonio… DICEVI?
    Sei sempre convinto che Gabriele Di Mauro non sia IL problema da tumulare in una cella per ridare speranza a questa Regione?

  7. Allora, carissimo matrix… facciamo il punto della situazione: chi commette dei reati va sanzionato con la pena che si merita. Premesso questo: in questa regione la criminalità organizzata ha sparato e ammazzato pochissimo. I processi hanno portato in carcere diversi personaggi anche di spessore (criminale). Ma la situazione droga, usura, e crimini vari, piuttosto che diminuire, aumenta (questo non lo troverai sugli organi di informazione di questa regione… come non trovi neppure il nostro comunicato stampa 😉 ). Cosa se ne deduce? Se ne deduce, semplicemente, che non è sufficiente sbattere in galera il “caporione” di turno (ed è giustissimo sbatterlo in galera, sia chiaro); bisognerebbe adoprarsi per trovare gli strumenti adatti affinché il “sistema criminale” (che arrestato un boss ne ha già una decina pronti a prenderne il posto) possa essere debellato.
    Premesso ciò: se i reati sono commessi da “colletti bianchi” (che qualcuno ha preferito definire “colletti sporchi”) e si scopre che qualcuno ha commesso un reato, ben venga un magistrato che istruisce un processo, lo giudica e lo sbatte in “gattabuia”. Il sistema, però, ha già pronti i sostituti per questo qualcuno, e non farà una piega di fronte ad una sentenza. Proseguirà come e più di prima a sguazzare nel malaffare.
    Ora, se un giudice dovesse condannare qualcuno per i reati che ha commesso, potremmo dire di aver ottenuto un risultato che riguarda il soggetto in questione o il sistema? Ben venga una magistratura che fa rispettare la legalità: ma il sistema va combattuto soprattutto in maniera da “legiferare” affinché il sistema di compiacenze e “comparizie” scompaia in maniera definitiva. E questo, purtroppo, non è il compito della magistratura (ordinaria o contabile che sia): è compito della politica!
    Ora, mi spieghi chi dovrebbe legiferare in tal senso? Coloro che sono già al potere? Coloro che “fanno finta” di fare opposizione? O una forza politca che ha dichiarato già da tempo il suo “NO” al sistema? E una popolazione che, finalmente, prenda coscienza dello status quo?
    Bene: il lavoro è lungo, difficoltoso e pieno di insidie e pericoli! Ma la strada è appena cominciata. E bisogna muoversi su livelli più alti rispetto ad un semplice piccolo (per quanto auspicabile) risultato.
    Spero di essere stato un po’ più chiaro. Nessuno vuole che chi ha commesso reati rimanga a spasso. Ma io e il movimento di Comunità Lucana auspichiamo che la strada sia diretta verso un sistema nuovo.
    Ciao

  8. Come spesso accade, diciamo la stessa cosa, ma non ci siamo capiti.
    Non è che non condivida il tuo ragionamento: è che ti sto dicendo che il giorno in cui Gabriele Di Mauro va in galera (quello per cui è stato condannato dalla Corte dei Conti, non è certo l’unico reato per cui è imputato), hai sconfessato uno degli assiomi del “sistema” di cui parli, “si fa molto casino, ma in galera non ci va”.
    Hai sconfessato l’assioma principale di ogni sistema criminale, “chi viola la legge è uno furbo che se la sa vedere e se ne esce, chi lavora è un fesso”.
    Gabriele Di Mauro potrebbe diventare il perfetto controesempio per una Regione che, prima di tutto, ha perso la fiducia.
    Mandarlo in galera non è più una questione di magistratura; è un dovere civile.

  9. E allora, proviamo a capirci: qualche tempo fa, in Italia, scoppiò il caso “tangentopoli”. Con condanne passate in giudicato (e persone che finirono in carcere, tipo l’on. Di Donato, persone che andarono in “esilio”, tipo Craxi, Demitri ed altri, e persone che usufruirono di benefici di legge), ad opera di una magistratura che operò abbastanza bene, ma che, avendo a che fare con leggi che “il sistema” aveva redatto, non poterono far altro. Cosa è cambiato da tangentopoli in poi? A cosa sono serviti i precedenti di arresti e condanne? A far continuare l’opera di pulizia?
    Allora, premetto per l’ennesima volta che chi ha commesso un reato debba necessariamente pagare per questo. Ma siamo sicuri che, con la legislazione vigente, si sia trovata una soluzione?
    Pongo la domanda in maniera differente: Arrestato Di Mauro o chiunque altro, il sistema è in bilico oppure bisognerebbe pensare a qualche correttivo?
    In questa regione, poi, non siamo al punto che caduta una testa il tutto può crollare come un castello di carte. Esiste un sistema fortissimo che ha bisogno di essere scardinato in maniera Politica e legislativa.

  10. Antonio, io continuo a ripetere che da qualche parte bisogna pur cominciare.
    Poi, tu continui a paragonare Gabriele Di Mauro ad uno qualunque degli altri, e questo è profondamente sbagliato.

    Non credo che sulla faccia della Terra esista uno tanto tronfiamente convinto dell’impunità da varare una long-list per il conferimento di incarichi esterni (http://www.arbea.basilicata.it/index.php?option=com_content&view=article&id=157:formazione-elenco-per-il-conferimento-di-incarichi-ad-avvocati-esterni&catid=4) più o meno il giorno in cui è stato condannato dalla Corte dei Conti (http://drop.io/corte_conti_condanna_dimauro).

    Pienamente d’accordo con te, invece, che il sistema è autoprotezionistico. Della condanna della Corte dei Conti non v’è traccia sui media, se escludiamo un trafiletto sul ‘Quotidiano’.

  11. Ed accanto a Filippo Massaro, ci sono la Giunta Regionale che fa di tutto per evitare di sapere, e ‘La Nuova’ che non trova di meglio da fare che attaccare Viti a quattro colonne con un pretesto (ma quando mai se n’era fregato qualcuno, delle long-list che hanno fatto TUTTI i Dipartimenti della Regione?), sperando di distogliere l’attenzione.

    Una bella Regione davvero, non c’è che dire.

  12. Anche il comunicato di Donato Salvatore di oggi, col suo ingiustificato attacco a Vit, lascia adito a pochi dubbi.
    Solo un lobotomizzato potrebbe pensare che in quel comunicato, del socialista in disgrazia c’è solo la firma…

  13. Sul sito della Corte dei Conti è stata pubblicata la Sentenza della Procura della Basilicata n. 240/2009, quella della condanna di Gabriele Di Mauro.

    Occorre collegarsi all’indirizzo http://bddweb.corteconti.it/bdddaccessibile/ricerca.aspx e specificare “BASILICATA” come “Sezione”, “2009” come “Anno” (sia “dal” che “al”) e “240” come “Numero Provvedimento” (sia “dal” che “al”), per poi cliccare su “Cerca”.

    Attendere che compaia la pagina “Risultati” e poi cliccare sulla scritta bianca “Lista provvedimenti” sulla sinistra.

    Comparirà la pagina relativa alla sentenza, che può essere scaricata, stampata o visualizzata rispettivamente cliccando sull’icona con il dischetto, sull’icona con la stampante o sulla scritta “2009/240 (Sentenza)”.

    In alternativa, la sentenza è scaricabile da qui: http://drop.io/sentenza_condanna_gabriele_dimauro

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