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copincollo questa perla di tuttapostismo

SITUAZIONE IMPIANTO FENICE, LA VALUTAZIONE DELL’ARPAB
 
27/10/2009 18.55.07
[Basilicata]
                                                                                                                         
Dopo le varie interpretazioni esternate da diversi attori politici e non sulla situazione dell’ impianto Fenice, pubblichiamo la valutazione ufficiale dell’Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente di Basilicata al fine di chiarire la reale situazione dei luoghi.Come è noto la costruzione dell’impianto termodistruttore FENICE di San Nicola di Melfi (PZ) è stata subordinata alla realizzazione di una rete di monitoraggio ambientale. Tale rete di monitoraggio ambientale, prevista dal Decreto di Valutazione di Impatto Ambientale DEC/VIA 1790/93 del Ministero dell’Ambiente, è stata approvata dalla Giunta Regionale della Basilicata con Delibera n° 2584 del 3 novembre 1999. Detta rete prevede il monitoraggio di diverse matrici ambientali: qualità dell’aria, emissioni ai camini, acque sotterranee e superficiali, suolo, latte e vegetali.
Le competenze relative al monitoraggio del Melfese vennero trasferite ufficialmente ad ARPAB con Delibera della Giunta Regionale della Basilicata n° 304 del 2002 ed il protocollo per l’attuazione del piano veniva siglato il 14 marzo 2003 tra ARPAB ed il Dipartimento Ambiente e Territorio della Regione Basilicata.
Data la particolare criticità dell’attuazione del piano, già nell’ottobre del 2001, l’ARPAB stipulava apposita convenzione con Istituto Superiore di Sanità (ISS). Nonostante alcune imperfezioni nell’attuazione del piano di monitoraggio del Melfese si può sintetizzare quanto segue: non sono stati registrati superamenti del valori di emissione ai camini ne nelle acque superficiali; i superamenti registrati dalla rete di qualità dell’aria hanno riguardato l’ozono e le polveri (PM10). Detti superamenti sono stati puntualmente segnalati ai Sindaci di Melfi e di Lavello, ma si tratta di superamenti normalmente registrabili da una rete di qualità dell’aria, superamenti registrati anche da altre centraline distribuite sul territorio regionale. Infatti questi inquinanti (ozono e PM10) sono tipici della dinamica dell’atmosfera (eventi meteorologici, traffico, ecc…).
Un discorso a parte deve essere fatto per i superamenti registrati nelle acque sotterranee per mezzo della rete di piezometri esistenti nell’area dell’impianto FENICE, rete realizzata nell’ambito del piano di monitoraggio del Melfese. I superamenti dei valori di Concentrazione Soglia di Contaminazione (CSC) stabiliti dalla tabella 2 dell’allegato 5 alla parte IV del D.Lgs. 152/06 hanno riguardato i seguenti parametri: nichel, mercurio, fluoruri, nitriti, triclorometano, tricloroetile, tetracloroetilene, bromodiclorometano, dibromoclorometano.
Considerato che la contaminazione è stata riscontrata solo all’interno del perimetro dell’impianto, considerato, inoltre, che la bassa permeabilità dei terreni presenti non consente una veloce migrazione dei contaminanti, valutato che la contaminazione relativa alle sostanze cancerogene non superava di 10 volte il limite delle CSC (valore indicato dall’ISS con parere n° 039021 AMPP/IA.12 del 22/10/2004 per l’attivazione immediata di interventi di Messa In Sicurezza di Emergenza MISE), l’ARPAB ha ritenuto di dover effettuare i necessari approfondimenti analitici utili sia alla conferma dei superamenti riscontrati sia a chiarire se ci si trovava dinanzi ad un inquinamento occasionale o continuo
.
Acclarata la situazione di contaminazione continua delle acque sotterranee nell’area dell’impianto si è dato seguito agli adempimenti previsti dall’Art. 244 del D.Lgs. 152/06. Subito dopo (14/03/2009) il Sindaco di Melfi emanava apposita ordinanza di divieto di utilizzo della acque sotterranee.
Ad oggi i pozzi analizzati nel raggio di un chilometro dall’impianto non hanno evidenziato contaminazioni direttamente correlabili con quella presente nelle acque sotterranee dell’area del termodistruttore FENICE.
Le informazioni in nostro possesso ci portano a ritenere che la contaminazione sia circoscritta all’area dell’impianto.
In ogni caso, dopo la comunicazione della contaminazione, ai sensi dell’art. 244 del D.Lgs. 152/06, l’ARPAB, in conferenza di servizi del 17/04/2009, nell’attesa della realizzazione del piano di caratterizzazione necessario ad individuare la sorgente della contaminazione, ha richiesto di convertire la rete di monitoraggio delle acque sotterranee in barriera idraulica atta ad impedire ogni ulteriore, benché minima, contaminazione al di fuori dell’area dell’impianto.
Gli ulteriori interventi di MISE effettuati hanno permesso di ridurre notevolmente la contaminazione relativa ai metalli che a distanza di pochi mesi è ormai prossima ai limiti delle CSC. Nel frattempo la caratterizzazione ambientale svolta da parte di FENICE ha permesso di capire che le contaminazioni riscontrate nelle acque sotterranee sono imputabili ad anomalie di funzionamento dell’impianto. Nell’attesa della soluzione definitiva del problema l’ARPAB, in conferenza di servizi del 08/10/2009, ha richiesto la costruzione di una nuova barriera idraulica in sostituzione di quella attuata in fase di MISE utilizzando la rete di monitoraggio, questo al fine di restituire all’originaria funzione detta rete per poter disporre di punti di controllo della qualità della acque sotterranee idonei alla verifica sia della qualità delle acque sotterranee che delle attività che FENICE porrà in essere.
In estrema sintesi, dai dati in possesso, si può concludere che la contaminazione delle acque è circoscritta all’area dell’impianto FENICE, non esiste alcuna compromissione della qualità dell’acqua del fiume Ofanto, ne delle acque sotterranee a valle dell’impianto.

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non ci aspettavamo altro d’altronde dal massimo organo di controllo ambientale istituzionale regionale che questo pamphlet tuttappostista e rassicurante (i cretini che vogliono solo essere rassicurati, ovviamente) che tuttavia presenta molte crepe evidenziate nella stupidità presunta dei lettori a cui si racconta che alcuni superamenti sono dovuti a cause atmosferiche o al traffico (evento per il quale d’altronde il superamento delle soglie di ozono e pm10 richiederebbe comunque interventi, come dovunque accade tranne che da noi), nell’attesa di un piano di caratterizzazione interno a fenice che dovrebbe dire da cosa dipenda l’inquinamento delle falde (come aspettare i raggi per capire se il paziente che ci tossisce avanti ha la tosse!!!) e molto altro ancora…questo ente va commissariato subito, allontanati i vertici, avviata una scrupolosa indagine amministrativa interna che verifichi conti, spese, competenze degli addetti e predisponga l’immediato licenziamento di coloro che in assenza di titoli occupano cariche riconducibili a cordate di interessi politici e non, sperando che la magistratura entri direttamente in campo ed accerti se alcune “presunte” violazioni omissive rivestano i caratteri della rilevanza penale o amministrativa, atti che consentirebbero azioni sospensive dei funzionari e dirigenti eventualmente coinvolti…il caso dell’omologa tuttappostista agenzia campana infiltrata dai ceppaloniani insegna che a far pulizia si farà pure un gran clamore che non giova al rasserenamento dei rapporti politici, ma almeno si cambia l’aria senza che per purificarla si cambino i valori dei parametri di rilevamento

noi non pensiamo che la magistratura debba cambiare la politica, ma fare il suo dovere e colpire corrotti e corruttori nell’attesa che la politica guarisca dalla sua malattia, se possibile