arcipelago lucania

l’arcipelago politico lucano più che una deriva di zolle più o meno continentali, pare una gara all’ammasso, una deriva centrica verso la riaffermazione di un sistema di potere indiscutibile nel quale persino il dissenso diviene funzionale al consenso se ingabbiato in percorsi “controllabili”

all’approssimarsi delle scorse elezioni provinciali abbiamo assistito, oltre alle frammentazioni della sinistra più o meno radicale, certo veicolate dagli accadimenti nazionali avvelenati dai risultati delle ultime elezioni politiche, ma di sicuro esasperate localmente da “partitismi assessorili” (leggasi per chiarezza sinistra e libertà) più che da reali differenze, anche ad una strana frammentazione del centro che ha dato origine ad un magma a bassa temperatura nel quale si sono gattopardescamente confuse posizioni prima più facilmente inquadrabili

un gioco di riposizionamenti ed aggiustamenti aereodinamici per cogliere una brezza a dritta o a manca (e le opinioni nocchiere hanno giocato il loro ruolo) che ovviamente avrebbe dovuto spirare in occasione delle future regionali 2010

tale frammentazione era ovviamente propedeutica a riaccorpamenti che, se annunciati troppo in prossimità della scadenza elettorale avrebbero forse ingenerato confusioni in un elettorato che, ben oltre le storicizzate intenzioni di porre nell’urna il risultato di propri convincimenti ideali, di personali visioni del mondo riconoscibili in percorsi, ma piuttosto quel solito voto acritico di clan e clientele incrociate, magari pure avrebbero provato qualche rigurgito tardivo di dignità al voltagabbanesimo spinto o qualche barlume di attività neuronale di fronte alle palesi contraddizioni di chi fino ad un giorno prima mangiava ad una tavola, poi improvvisamente cambia desco e commensali

non si poteva rischiare la perdita anche di sole poche decine di voti che al momento di passare alle grossen koalitionen avrebbero potuto ripensare alla faccenda e magari fare altrimenti, così le tante liste di centro dopo aver assolto alle provinciali il compito di drenare il fondo del barile del consenso acriticamente affidato e contemporaneamente porre distinguo nanometrici tra se stesse e lo schieramento di destra o sinistra, così tanto per demarcare quelle sottili differenze che fanno un ranch di cui qualcuno pure è il cowboy, si approssimano ora ad un riaccorpamento riposizionato utile alla bisogna di “cambiar tutto per non cambiare niente” e stabilire gli equilibri di potere che dovranno sorreggere la regione dal prossimo anno

certo non tutte le ciambelle riescono col buco, e se magari falotico rimarrà con il cerino della candidatura in mano se le intenzioni del centrodestra si posizioneranno definitivamente su martorano (quindi montezemolo e la sua giacchetta da tirare senza troppa eleganza), la mastrosimone sarà ingabbiata almeno formalmente in una idv lagalitar-parolaia che proprio non ne vuol sapere di rinunciare al gusto del potere che ormai già da tanti anni assapora con voluttà, magari a costo di dover fronteggiare la diaspora di qualcuno a cui la digestione diverrebbe impossibile se ai belisario ed agli autilio, s’aggiungesse pure la signora addams della politica lucana

il pd si sa è partito di potere in questa regione, uso ed aduso a conoscere tutto in partenza, stabilire ogni dettaglio, evitare sorprese, ma ad un rafforzamento al centro dell’idv a discapito dell’udc, non potrebbe non rispondere con un accordo diretto con l’udc che a sua volta qualche altra listarella dietro pure la porta, rischiando magari che se speranza vince la gara infinita per la segreteria regionale per ristabilire il quadro toccherà muovere molte pedine di sottogoverno in favore degli ex ds, se vince restaino la diaspora rutelliana potrebbe essere evitata in favore di uno sbilanciamento molto forte proprio sul partito di casini….insomma tutto un casino, per giocare con le parole

ma il potere reale, costituito più che dagli uomini e dai partiti, dal coacervo di interessi variegati e legati tra loro in un patto di ferro che si gioca sul destino della regione, quello rimarrà assolutamente invariato, stante la non volontà e la non possibilità contemporaneamente della pdl di provare seriamente a vincere una partita in una terra dove i lro interessi e quelli del gran capo sono già ampiamente tutelati da quella propensione al “volemose bene” che fa storia a chiunque voglia aprire finalmente gli occhi

in mezzo c’è la lucania ed alcuni volenterosi “pazzi” che fanno un movimento politico da un comitato, coscienti di come il primo sia funzionale al secondo e di come tutto sia funzionale poi ad una idea che più che organizzarsi in uno schieramento tradizionale preferisce continuare ad urlare che un’altra lucania è possibile, un’altra lucania è necessaria…e scusate se è poco!!!

miko somma