Dal sito de “La Stampa”, un articolo sulla privatizzazione dell’acqua.

Bighellonando in rete, sono capitato sul sito del quotidiano “La Stampa”, ed al seguente link mi è capitato di leggere qualcosa di molto interessante che, al solito, non è stato passato da altri organi di informazione con l’attenzione che avrebbe meritato (del resto, viviamo in un paese in cui si fa informazione in maniera alquanto approssimativa… tutto ciò che riguarda i gusti sessuali dei politici e nulla di ciò che potrebbe interessare i cittadini). Allora l’articolo del quotidiano torinese è un vero e proprio grido d’allarme. Il Decreto legge 135/09, approvato dal consiglio dei ministri, passerà al vaglio del senato per essere convertito in legge. Si può sintetizzare, utilizzando le parole del giornalista del quotidiano in questione, che “la gestione dei servizi pubblici locali, compreso il servizio idrico, è affare delle società private”. Consiglio i lettori di andare a cliccare sul link che ho lasciato per rendersi conto di persona della notizia.

Ma ciò che mi lascia pensare è il fatto che subito il Governatore della Puglia, Vendola, facendo marcia indietro su quanto affermato nei mesi scorsi e da noi riportato su questo blog, si è subito attivato per contrastare le intenzioni del governo con una ipotesi di legge regionale ad hoc. A Palermo, sindaci e amministratori del Coordinamento regionale degli enti locali hanno manifestato l’intenzione di seguire l’esempio di Niki Vendola (ma la Sicilia non è una regione destrorsa?). Numerosi sindaci dei più disparati comuni italiani hanno già inserito nei loro statuti un articolo che rende l’acqua un bene pubblico.

Ci piacerebbe, a questo punto, che anche il Governatore Vito De Filippo muovesse una analoga azione a tutela di un bene che, lo andiamo dicendo da tempo, non è commercializzabile in maniera assoluta. Anzi, più volte mi è venuto in mente un fatto abbastanza inquietante: Acquedotto Lucano è una Società per Azioni. Come tale, anche se a capitale pubblico, resta un organismo soggetto alla legislazione del diritto privato. Supponiamo che, per un motivo qualsiasi, AL S.p.A si trovasse in condizioni di ristrettezze economiche tali da non poter far fronte a qualche pagamento… il creditore, a quel punto, potrebbe mettere in mora la società per insolvenza, avviando pratiche pericolose che potrebbero sfociare anche in istanze di fallimento. Ipotesi peregrina? E chi può assicurarlo? Ah dimenticavo: questa è la regione del “tuttapposto compà”.

Ora, bando alle facezie! Una leggina regionale che provi a fronteggiare le velleità di privatizzazione di un bene primario come l’acqua, sarebbe, secondo me, cosa urgente! E raccoglierebbe il plauso incondizionato. Presidente De Filippo: che ne pensa?

Antonio Bevilacqua – Responsabile politiche per l’acqua di Comunità Lucana – Movimento no oil.