questa è bottega loro

LAVORO ARTIGIANO: APOF-IL, PIU’ GIOVANI IN BOTTEGA
 
03/11/2009 11.47.01
[Basilicata]

Le piccole botteghe, le ditte individuali come le medie imprese dell’artigianato “reggono” meglio la crisi: al 30 settembre scorso il saldo di nati-mortalità di imprese artigiane in Basilicata è stato positivo sia pure limitato a 36 unità (153 le “matricole” e 117 le cessazioni) con uno stock complessivo che supera di poco le 12 mila ditte. E’ un segnale incoraggiante che l’Apof-Il (Agenzia Provinciale per l’Orientamento e la Formazione Professionale) intende cogliere per promuovere, all’interno delle politiche formative e di promozione di attività produttive dell’Amministrazione Provinciale, la formazione di quelle figure professionali “introvabili” da parte delle aziende artigiane. Il percorso che abbiamo sperimentato con successo in provincia di Potenza – sottolinea il presidente dell’Apof-Il, Antonio Giansanti – è quello dell’apprendistato diretto in aziende artigiane e di stage formativi specie per giovani con titoli di studio di istituti professionali e tecnici. Inoltre attraverso corsi di formazione specifici, che intendiamo ripetere nel 2010, dedichiamo particolare attenzione all’artigianato artistico legato alle migliori tradizioni del lavoro del legno, della ceramica, del ferro battuto e rame e del ricamo di tessuti che registrano un mercato in espansione.
Nel ricordare che l’Apof-Il si è mossa, nei mesi scorsi, attraverso un protocollo di intesa sottoscritto con il presidente della Confartigianato provinciale di Potenza, Alessandro Geraldi allo scopo di “coordinare le azioni all’interno di un più efficiente sistema di interazione tra formazione professionale e scolastica ed imprese del comparto artigiano”, Giansanti sottolinea “la necessità di intensificare ogni programma finalizzato all’avvicinamento dei giovani ai mestieri artigiani superando ogni preclusione dettata dalla ricerca del posto fisso e in ufficio”.
E’ pur vero che per coinvolgere le imprese artigiane in efficaci progetti formativi – aggiunge – vi sono grossi ostacoli: le limitate dimensioni aziendali, i costi elevati, i tratti stessi dell´imprenditore artigiano e i limiti dell´offerta formativa. Quello che un Ente come l’Apof-il può e deve prefiggersi di fare – prosegue – è cercare di individuare le strategie e le metodologie formative più rispondenti alle esigenze e alle caratteristiche di un comparto che svolge un ruolo importante in particolare nell´assorbire la forza lavoro giovane e nel socializzare al lavoro”.

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i dati si leggono sempre con le lenti progressive, a quanto pare…che il saldo artigiano sia positivo non lo si deve tanto alle “nascite” limitatissime, quanto alle relative poche morti, quindi alla volontà di sopravvivere dettata probabilmente più da considerazioni individuali del non saper giustamente fare altro, dopo aver passato magari decenni a fare lo stesso lavoro (stante il dato incontrovertibile che per le categorie artigiane l’anagraficità delle aziende individuali è particolarmente alta, per motivi strutturali più che comprensibili) e quindi dover arrangiarsi comunque a sopravvivere con quello “che passa il convento”, che da reali possibilità che il mercato locale offrirebbe…in ogni caso su uno stock di 12.000 aziende 117 chiusure e 153 aperture rappresentano lo 0,97% di chiusure di partite iva artigiane e l’1,3% di nuove aperture, saldo positivo quindi lo 0,32%, non mi pare ci sia da stare allegri, pur se il paziente respira ancora…sarebbero più interessanti da osservare i dati di incremento sull’indebitamento netto delle aziende, ma son dati che ovviamente poco interessano i formatori, interessati a “formare” attraverso ditte che “formano” i “formati”…insomma un comunicato del tutto inutile…e se a formare garzoni di bottega che un domani dovrebbero sostituire i maestri ci si approccia con la logica dei 2,5 euro l’ora e non piuttosto con quelle radicali cure del mercato che in un settore simile (e non solo) ormai sono diventate necessarie, sempre di assistenza e carità si tratterà e ben poco di proteggere quel patrimonio di cose che si sanno fare con l’unicità e la cura che tutti sappiamo riconoscere ad un artigiano, sia esso un ciabattino od un ebanista, pur continuando però tutti a correre verso il supermarket dell’omologazione…ho assistito ad alcuni stages formativi presso artigiani (beh, io mi onoro di conoscerne ancora qualcuno) e vi assicuro che se non fosse stato per l’obolo regionale concesso in cambio della pazienza a tenere in bottega gente assolutamente non motivata che da un altro obolo, quelle botteghe non avrebbero visto i giovani a cui inneggia tronfio l’apof-il come giustificazione causale ad una inutilità conclamata, ma che testardamente si afferma come strategica