candidati segretari per candidati presidenti

cambiamo per un po’ argomento e leggiamo questo comunicato di restaino lanciato sempre ieri sera

SEGRETARIA REGIONALE PD, DICHIARAZIONE DI ERMINIO RESTAINO

 
05/11/2009 17.24.19
[Basilicata]

(ACR) – Pubblichiamo integralmente la dichiarazione di Erminio Restaino, candidato alla segreteria regionale del Partito democratico.
“Il conto del tempo che manca è presto fatto: mancano quattro giorni all’Assemblea Regionale del Partito Democratico e solo quattro mesi alla campagna elettorale regionale. Tutto è domani e tutto ci chiede sintesi, capacità di fare proposte concrete e, soprattutto, il dovere di offrire a tutti gli attori della politica ma anche e soprattutto a tutti quelli che amano il PD un percorso limpido, senza trucchi e senza l’ombra delle tattiche che guastano la passione e la partecipazione di ben 66000 lucani che credono fortemente all’esistenza di questo partito ma soprattutto alla sua presenza determinante nella vita della nostra Regione. Una partecipazione che si è fatta sentire non solo al momento del voto, ma anche durante gli incontri, i dibattiti ed i confronti che si sono tenuti in ogni angolo del nostro territorio. Da tutto questo cosa emerge? Che nessuno dei candidati ha un maggioranza tanto netta da chiedere con forza la segreteria del partito. Emergono anche altre due considerazioni che considero reali. La prima è che il dibattito precongressuale ci ha dato sempre la certezza che le mozioni di Adduce e di Restaino fossero le più omogenee fra di loro: a livello di proposte, di conduzione del partito e di visione del futuro della nostra Regione, comprese le alleanze, gli assetti e la scommessa sulla classe dirigente. La seconda è che si ha l’impressione che se non ci fossero i vincoli di appartenenza nazionale (che non dovrebbero condizionare le scelte di un territorio tanto sono singolari e particolari le opzioni che ogni classe dirigente ha fatto in ogni regione) la maggioranza dei delegati confluirebbe più naturalmente verso la mia mozione. In questo contesto è naturale perseguire con tutte le forze e con tutta la determinazione possibile l’unità e l’unità, perché non diventi unanimismo, si vive e diventa un valore trainante se ciascun dirigente si sente bene in un partito che scelga e operi unitariamente: si senta a suo agio, cioè, si senta di partecipare con passione a ogni scelta che serva a dichiarare la presenza del PD da protagonista della vita della Basilicata. E l’unità si vive se a garantirla c’è l’accordo sulle questioni concrete della vita del partito. Provo a dichiarare queste questioni che prevedono queste proposte. A proposito della gestione del partito io credo che si debba concretamente parlare di co-gestione, il che significa bilanciare le segreterie regionale e provinciali, ognuna con due vice segreterie. Per la Presidenza dell’Assemblea Regionale propongo che essa sia affidata ad un rappresentante dell’Area Marino e ciò per non sottovalutare il contributo di una parte non marginale di appassionati del PD. Ma ciò che conta è che deve essere chiara la supremazia degli organi. All’assemblea regionale di lunedì vanno poste delle domande e non solo a quella di lunedì ma alle assemblee che bisogna convocare ogni volta che ci sia un questione dominante per la vita del partito o, di più, della Regione e di tutti i suoi enti territoriali. Tra queste domande rientra quella che riguarda la scelta del candidato Presidente della Regione da offrire alla coalizione, e, per l’appunto, la scelta delle alleanze e degli assetti con cui dobbiamo presentarci all’appuntamento elettorale di marzo. Appuntamento e scelte troppo decisive per essere prese in una stanza e per non preferire la partecipazione di tutta la classe dirigente. Questo deve essere il metodo di gestione che serve a fa crescere nei fatti le classi dirigenti del futuro e serve a consegnare ai tanti giovani trentenni guidati da Roberto Speranza un partito pacificato e autenticamente unitario. Ed è ciò che io farò e garantirò se l’Assemblea sceglierà me per guidarlo”.

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che perla di pensiero democristiano…par d’essere ancora ai tempi delle correnti scudo-crociate quando ci si tirava delle coltellate terribili con dei sorrisi smaglianti, nel silenzio catechesiale di p.zza del gesù…vediamo di sezionare velocemente l’intervento…il pd è un partito-regione…nessuno dei candidati ha la forza di bypassare il ballottaggio, alla faccia dei regolamenti del pd, delle primarie e di tutto quel gioco farsesco che ha accompagnato un congresso infinito dal quale è nato come venere dai flutti pierluigi bersani, altrimenti non avrebbero fatto manco il ballottaggio…i voti di adduce sono già suoi, alla faccia di speranza, perchè è naturale che sia così, visto che lui è garanzia di distribuzione accorta alle percentuali delle cariche istituzionali e di partito…in ogni caso decidono le segreterie…il candidato presidente deve essere de filippo, senza primarie (che pur parrebbero quasi doverose), ma sulla base della scelta dei delegati che sono espressione diretta delle “famiglie” correntizie interne…viva la democrazia!!!