once were communist

PROVINCIA PZ, LACORAZZA SU CADUTA MURO DI BERLINO
 
09/11/2009 16.01.42
[Basilicata]

“A vent’anni dalla caduta del muro di Berlino, l’evento che oggi viene celebrato, continua ad evocare in intere generazioni la speranza del cambiamento, della libertà e della pace tra i popoli e le nazioni”.
Lo ha dichiarato il presidente della Provincia di Potenza Piero Lacorazza, sottolineando come “il crollo di quel muro, la cui costruzione iniziò nel 1961 e che fu smantellato proprio il 9 novembre 1989 “dopo aver diviso vite, persone e storie, non solo segnò la fine della guerra fredda, la riunificazione della Germania e dell’Europa e l’inizio di una nuova stagione da un punto di vista economico, politico e culturale, ma ebbe, e continua ad avere, un fortissimo valore simbolico legato all’abbattimento delle divisioni e al superamento delle frontiere”.
“Oggi il muro di Berlino – ha affermato Lacorazza – rappresenta uno spartiacque politico anche per le giovani generazioni. C’è, infatti, un’importante fascia di cittadini ed elettori che ha iniziato a fare politica dopo la caduta del muro, a votare e partecipare senza aver vissuto le divisioni, le lotte e le contrapposizioni della storia, ma avendole apprese dai libri e dai racconti. Una nuova cultura della politica, quindi, che può essere utile a dare al mondo una visione moderna e orientata al futuro Le culture politiche del novecento potranno continuare a vivere in una nuova cultura se anche le nuove generazioni, fino in fondo, saranno protagoniste del destino del mondo. C’è quindi un fiume che può scorrere senza dighe, lungo un percorso naturale della storia”.
“Se la caduta del muro di Berlino – ha concluso – ha dato, dunque, uno straordinario contributo all’evoluzione della politica mondiale e ha segnato un nuovo inizio per l’Europa, la celebrazione di questa significativa ricorrenza non può non accendere i riflettori e richiamare l’attenzione sulle tante lacerazioni che ancora nel mondo dividono vite e territori, con muri fatti di odio, pregiudizi ed egoismi”.

——————————————————————————-

il comunicato ovviamente non significa nulla, qualche addetto stampa scrive, lacorazza legge ed approva, i giornali, ma soprattutto la tass locale publica subito…funziona così…e non significa nulla persino il mio titolo “once were communist” (una volta erano comunisti), parafrasato dal famoso film di  Lee Tamahori once were warriors (1994)…ed allora, si chiederà qualche lettore perchè commenti una cosa inutile, rischiando di scrivere anche tu una cosa alatrettanto inutile

allora che il muro di berlino sia caduto mi pare un ovvio spartiacque tra due epoche e che sia stato l’effetto di un sommovimento già in atto da tempo nei regimi sovietico e satelliti (oserei dire che il muro comincia a cadere già prima della costruzione ed in polonia, ma questa è materia dottamente storica che forse poco interessa) altrettanto chiaro, che sia stato un bene non è l’evento in sè a dirlo, ma la genesi di quel sommovimento a cui accennavo…bene è caduto e sono caduti anche i muretti locali (pensiamo a gorizia), ma ci sono ancora altri muri (corea del nord – corea del sud, ex sahara spagnolo al confine tra marocco e mauritania, tanto per citarne qualcuno) di cui si parla a volte, altre volte mai (dipende dalle convenienze o dall’infiammarsi delle situazioni), altri che imbarazzano (reticolati alla frontiera tra messico ed u.s.a. o muri virtuali nel nostro mediterraneo), altri ancora che, pur odiosi esattamente e forse anche più degli altri, trovano persino giustificazioni ideologiche od ipocrite (dipende dalle parti) e mi riferisco al muro che divide israele dalla palestina, o meglio dai territori occupati di cisgiordania

mi avrebbe fatto piacere che almeno lacorazza ne accennasse, ma visto che once were communist e now are presidents, tutto si spiega