bersagli fermi

APOF-IL POTENZA: RAPPORTO ISTAT ISTRUZIONE-FORMAZIONE
 
16/11/2009 11.38.36
[Basilicata]

I dati relativi alla “Quarta indagine 2007 sui percorsi di studio e di lavoro dei diplomati”, realizzata dall’Istat, conferma i crescenti bisogni di formazione ed orientamento al lavoro dei giovani della provincia di Potenza, che hanno bisogno di risposte più efficaci.
E’ quanto sottolinea l’Apof-Il (Agenzia Provinciale per l’Orientamento, la Formazione e il Lavoro) di Potenza, evidenziando che il 12,4 per cento dei diplomati ha dichiarato di essersi iscritto ad un corso di formazione professionale e, di questi, più della metà vi ha partecipato per acquisire le competenze necessarie per trovare un lavoro (54,7 per cento). Nei tre anni successivi al diploma, il 74,7 per cento dei diplomati si è iscritto ad un solo corso di formazione professionale, mentre il restante 25,3 per cento ne ha frequentati almeno due. I corsi di formazione di tipo pubblico, ovvero gestiti, organizzati o finanziati da enti pubblici, sono frequentati da oltre la metà dei diplomati iscritti a corsi di formazione professionale (56,7 per cento), mentre più di un terzo sceglie un’attività formativa privata a totale carico del diplomato (35,5 per cento) e il 7,8 per cento ha svolto attività di formazione continua erogata dal datore di lavoro.
“Sono dati – commenta il presidente dell’Apof-Il Antonio Giansanti – che ci caricano di responsabilità perché, nel panorama degli enti e delle società che si occupano di formazione, la nostra Agenzia è considerata un “punto di riferimento” a cui rivolgersi con fiducia.
Inoltre, sempre secondo il Rapporto dell’Istat, il confronto tra l’età dello studente al momento del conseguimento del diploma e quella teorica di conclusione delle scuole secondarie di secondo grado permette di avere informazioni sulla regolarità dello svolgimento del percorso formativo: oltre il 73 per cento degli studenti consegue il diploma in età regolare o in anticipo (67,8 per cento e 5,7 per cento rispettivamente). Le percentuali più elevate di regolarità si registrano tra i diplomati dei licei (89,2 per cento) e degli istituti magistrali (83,3 per cento), tra le diplomate (che superano di quasi 15 punti le percentuali dei maschi), così come tra coloro che hanno ottenuto votazioni elevate all’esame di Stato (90-100 centesimi). La principale causa dei percorsi scolastici irregolari è il verificarsi di uno o più eventi di ripetenza. La soddisfazione degli studenti rispetto alle strutture scolastiche si presenta con accentuate differenze a livello territoriale, dai livelli alti (65 per cento) a scendere al centro-sud con percentuali che scendono in Basilicata intorno al 50 per cento, fino al 44 per cento in Sicilia, Calabria e Molise.
Sono tendenze estremamente utili – conclude Giansanti – in vista della definizione del Programma di Offerta Formativa dell’Apof-Il per il 2010 in attuazione del nuovo Piano di Formazione della Provincia”.

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allora chiarisco che sparare sull’apof-il è come sparare con un cannone da 105 mm. su un bersaglio fermo che ti sta a venti centimetri, tanta è l’inutilità conclamata della gestione e dei risultati di questo ente che ovviamente è utile però ad altri, considerando che ci sono circa 200 imprese formatrici che operano in questa regione (per carità, molte assolutamente serie, ma molte rientranti in quel sistemino formazione che abbiamo avuto modo molte volte di denunciare come un punto di convergenza degli affari del centrosinistra e del centrodestra)…ma stiamo ai fatti!!!…l’apof-il evidenzia sulla base di un rapporto istat del 2oo7 – ma si, questi sono i dati nuovissimi che trattano! – il 12, 4 % dei diplomati si è iscritto (o ha dichiarato, che pure è cosa diversa) ad un corso di formazione e di questi il 54,7% lo ha fatto per acquisire competenze professionali (quindi se la matematica non inganna che solo il 7% dei diplomati crede che iscriversi ad un corso significhi acquisire competenze, ma soprattutto che circa la metà degli iscritti lo fa evidentemente per guadagnare qualche soldino)…ma continuiamo…nei tre anni successivi i tre quarti (74,7%) dei diplomati non ha trovato alcun lavoro (e non è detto che lo abbiano trovato i restanti, frequenze universitarie a parte ovviamente) e si sono iscritti ad un solo corso (circa euro 2,50 per ora di frequenza), il restante quarto di studenti invece ha deciso di frequentarne di più (quindi tutti!!!…mah!!!), considerando la frequenza ai corsi forse un’occupazione poco redditizia, ma pur sempre “redditevole” (permettemi il gioco di parole)…sconsolante!!!…ma continuano all’apof-il…tra gli iscritti ai corsi, senza chiarire in merito alle due categorie temporali individuate, oltre la metà frequenta corsi gestiti da enti pubblici (quindi l’8% nel primo caso ed il 57, 4 % nel secondo caso, senza che si abbia un dato scorporato per gli anni), gli altri sono tutti in qualche modo a carico dei privati e delle loro attività formative…questo significa spalmare quantitativi notevoli di denaro per la formazione su soggetti privati…stiamo parlando di circa la metà della spesa per la formazione affidata ad enti terzi…le tendenze sono tendenze!!!