conflitto di interessi

DI LORENZO RILANCIA SU QUESTIONE CONFLITTO DI INTERESSI
Per Di Lorenzo “necessitano nuove norme più rigorose”
07/12/2009 11.44.40
[Basilicata]

  (ACR) – “Tra le tante dispute che appassioneranno questo scorcio di legislatura – dice Di Lorenzo – listino si listino no, è quella che rimane una disputa tutta interna ai meccanismi della politica dei partiti e riteniamo importante aprire un tavolo istituzionale per introdurre nello Statuto regionale piccole e semplici norme sulle incompatibilità dei consiglieri regionali che verranno eletti nella prossima legislatura”.
Il consigliere di An – Pdl continua affermando che “il silenzio è francamente assordante eppure riteniamo che l’argomento in questione sia di una importanza vitale per conferire autorevolezza alla nostra massima istituzione regionale chiamata ogni giorno a decidere su importanti questioni e che gestisce una massa rilevante di soldi pubblici, incidendo con le proprie decisioni su interessi economici rilevanti in ogni settore dell’economia e della vita sociale lucana. Oggi l’unica normativa sulle incompatibilità – precisa Di Lorenzo – è quella disciplinata dall’articolo 3 delle Legge n.154 del 1981 che elenca pochi casi in cui si configurano le incompatibilità con la carica di consigliere regionale. Una norma che lascia, poi, all’autonomia normativa statutaria delle Regioni la facoltà di integrare ipotesi ulteriori e, probabilmente, meglio dettagliate di nuove casistiche che possano integrare potenziali conflitti di interessi per i consiglieri regionali. Va senza dubbio – aggiunge Di Lorenzo – disciplinata, ad esempio, ulteriormente e dettagliatamente l’ipotesi di partecipazioni societarie e azionarie in società da parte dei consiglieri regionali e/o loro parenti ed affini o di eventuali prestanomi che svolgano attività che dipendono dalle decisioni dell’attività della Regione Basilicata, così come anche le situazioni che possano far insorgere potenzialità di conflitto tra il ruolo istituzionale di consigliere regionale e l’attività lavorativa autonoma e professionale dei consiglieri stessi, considerato che è disciplinata, e nemmeno in modo esaustivo e completo, solo la casistica relativa al’ipotesi di consigliere regionale dipendente della Pubblica amministrazione e degli Enti locali”.

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a di lorenzo ancoira nessuno ha detto che nel pdl a parlare di conflitti di interesse ed incompatibilità si rischia di venir bollati come comunisti e come minimo si finisce nelle segrete “segrete” di arcore in compagnia di tanti personaggi scomparsi da forza italia ed an in questi anni…scherzi a parte, il problema è drammaticamente reale e bipartizan…un esempio?…vediamo…faccio una domanda…diciamo che se in regione un consigliere o un assessore che abbia un certo peso politico caldeggiasse tanto eolico nel piear e si scoprisse che attraverso la moglie, la figlia, un cognato o chiunque altro, detiene poi una società di eolico che potrebbe fare da capofila nell’installazione delle pale, questo sarebbe un caso di conflitto di interesse?…e se un consigliere o un assessore caldeggiasse tanto la bio-massa a trucco nel piear e si scoprisse che…ma sono solo ipotesi di scuola queste…io faccio degli esempi per “illuminarci” e non sono certo un p.m. che anche in seguito a suggerimento potrebbe decidere di indagare in merito

9 pensieri su “conflitto di interessi

  1. Guarda… te ne faccio io un esempio… supponiamo che sei il Presidente del Consiglio Regionale, quando eri Direttore Generale all’Agricoltura hai creato un ente ad hoc per pagarti le domande di forestazione “Regolamento 2080”, ed oggi continui a finanziarlo tramite “assestamenti di bilancio” da un milione di euro l’uno, solitamente facendoli approvare pochi giorni dopo che hai avuto l’ultimo pagamento.

    Non è conflitto di interessi, questo?

    Ovviamente è DIFFICILISSIMO capire di chi stiamo parlando…

  2. eh, ne ho parlato spesso in molti incontri di quelle domande di forestazione che hanno attinto a piene mani da fondi psr della misura 2.1 (quella sul reddito perequativo agli agricoltori in zone zps e sic – direttive “uccelli” ed “habitat”, per la cronaca) e da varie altre misure…il problema è sempre quello di una democrazia “vacante” che consente tutto questo e delle “famiglie” su cui si regge questo sistema che non voglio non chiamar più con il suo nome, mafioso!!!

  3. Scommetto che hai usato il termine “famiglie” del tutto a caso 🙂
    Beh, te ne butto lì un’altra.
    Supponi che le “famiglie”, tutte legate fra di loro, siano anche molto territorializzate, ed un bel giorno decidono di farsi eleggere un Presidente di Regione che è proprio di quella zona… HAI VISTO MAI?

  4. esattamente, luca…ma sai, ubi maior minor cessat…il problema non è solo nella moralità assente delle “famiglie”, quanto nell’incapacità degli altri di mettere a ragione un sistema, comprenderlo fino in fondo e semplicemente distruggerlo o anche solo ostacolarlo, avendone voglia o semplicemente afflato e mettendo in campo resistenza civile prima ancora che politica…in questo senso chi ha ancora volontà di dire basta “cessa”
    ma adesso è arrivato il momento di dire basta

  5. Beh, admin, visto che hai pochi peli sulla lingua, perchè non pubblichi anche il “Dossier sul Caso Arbea” che il buon Filippo Massaro ha distribuito durante il suo sit-in del 17 novembre?

    La carta stampata l’ha completamente ignorato, ma magari fa bene il paio con questa: http://drop.io/relazione_vigilanza_arbea

  6. caro tempesta chiamami direttamente miko somma…non mi fido affatto del “buon” massaro, non perchè non creda alla sua onestà, ma perchè non credo alle sue soluzioni demagogiche…qui c’è bisogno di svegliarsi e costruire una nuova regione, preticare soluzioni che mettano insieme la comunità intorno ad un progetto concreto, non continuare ad agitare “specialismi” che in qualche modo ci dovrebbero essere riconosciuti e che pare diventata la nuova moda di certi “maestri” calati in regione seguendo logiche non del tutto chiare…che poi l’arbea sia semplicemente da chiudere, siamo tutti d’accordo, ma senza una rivisitazione “altra” dell’agricoltura (e non mi pare certo il caso di viti e della sua gestione padronale e pseudomanageriale!) chiudere arbea sarebbe chiudere una finestra con i vetri rotti

  7. Beh, naturalmente ognuno può avere il suo parere sulle sintesi di Filippo Massaro, ma di solito nessuno dubita delle sue capacità di analisi.
    Il suo “Dossier sul Caso Arbea” elenca FATTI, ed è semplicemente vergognoso che, al solito, sia stato ignorato.
    Pubblicarlo, e lasciare poi ad ognuno di commentarlo, non mi sembra faresti peccato mortale.

    Anche sull’operato dell’Assessore Viti, ognuno ha il suo parere, ma trarre le tue conclusioni, per quanto condivisibili, significa fornire all’imputato per associazione a delinquere, e condannato per danno erariale, Gabriele Di Mauro, l’ennesima scusa qualunquistica per giustificare l’esistenza di un immondo bubbone.

    Dovrebbe invece essere chiaro che l’eradicazione di Arbea è, non solo una stretta necessità per la sopravvivenza dell’agricoltura lucana, ma soprattutto un’emergenza morale: se Di Mauro la fa franca, avremo una nuova ondata di furbetti del quartierino e pecoroni rassegnati caratterizzati, l’uno e l’altro, dal ritornello “tanto non si va mai in galera”.

    E invece, guarda un pò, la magistratura incombe: http://drop.io/corteconti_frodi_arbea

    Io ho come l’impressione che Di Mauro sia ancora a piede libero, solo perchè nessuno l’ha mai affrontato con la dovuta convinzione. Non ti credere che abbia chissà quali appoggi o capacità; semplicemente, ha avuto la fortuna immensa di trovare un popolo bue…

  8. guarda, con tutto il rispetto, ma le analisi di massaro, almeno per ciò che riguarda quanto io riesco a leggere dai comunicati, mi paiono stantie e demagogiche, di breve respiro e strettamente contingenti ad un “pretium” con cui farsi pagare la devastazione, mai ad una programmazione altra che vada oltre…ma non sta qui il punto…non è l’attività di massaro che mi interessa…il dossier sul caso ARBEA appeno l’avrò sottomano verrà pubblicato, non avendo mai fatto alcuna censura, ma sul caso di mauro qualcosa vorrei dirla…sostanzialmente condivido il tuo pensiero sul personaggio e sulle sue pratiche non solo “regionali” (conosco assai bene la realtà del suo paese), pur se dico che era ed è ancora in buona compagnia…e non solo di socialisti e democristiani, veri bubboni di questa terra e del “paternalismo affidato” che essi rappresentano ancora…in questo senso l’opera di viti è continuista e ne penso tutto il peggio possibile (anzi ancora di più), anche perchè si sta facendo interprete di uno sradicamento dell’agricoltura lucana dal territorio e dalle sue esigenze per proiettarlo in una logica “internazionale” da cui verremo fuori con le ossa rotte…ma d’altronde la sua spinta verso la caratterizzazione no food della nostra agricoltura è sintomatica di un suo sostanziale accordo con de filippo e le logiche associate di lobbies di energia, acqua e rifiuti che spingono verso una destinazione energetica del territorio, tra petrolio, eolico, inceneritori camuffati da impianti a bio-masse ed acqua (vogliamo rivederci l’accordo con la puglia su acqua spa di cui nessuno parla mai e che sarà il nucleo della privatizzazione delle acque lucane?)…così non credo che attaccare viti significhi assolvere di mauro, ma significa ribadire che esiste una classe politica incapace, vecchia, ignorante o collusa che sia, che credo sia arrivato il tempo di mandare a casa, sic et simpliciter e senza assoluzioni…e viti ne fa parte integrante!!!
    i tuoi link sono comunque sempre pubblicati

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