accade che…

il luogo, un paese della val d’agri, i personaggi, un collaboratore scolastico cugino del presidente de filippo ed un candidato del nostro movimento…

accade che il nostro candidato impegnato in attività per conto del nostro movimento sia spesso in giro a parlare con la gente, a spiegare il nostro programma, ad interessarsi delle cose della comunità in cui vive, ma accde anche che l’altro personaggio, il collaboratore scolastico cugino del presidente e, a quanto si dice, grande sostenitore della sua canonizzazione a “santo presidente eterno” della nostra regione, si faccia dare il numero di cellulare del nostro candidato per, a suo dire, passarlo al cugino e fare così in modo che costui intervenga sul nostro candidato per non meglio precisate dissuassioni circa la sua (del nostro candidato) candidatura alle prissime regionali…

ovviamente sappiamo bene che il presidente per amore di democrazia non terrà in alcun conto la bizzarra idea del suo cugino-fan, limitandosi magari a chiedergli come stanno a casa e glissando sulla proposta mentecatta di intervenire con una “dissuasione” su di una persona che non fa altro che mettere in pratica un suo diritto costituzionalmente riconosciuto, ma qualche riflessione pur bisogna farla…

ben al di là degli aspetti penali di simili comportamenti, caratterizzabili come mobbing e financo stalking (con tutte le aggravanti del caso vista la imminenza delle elezioni) nel caso simili atteggiamenti assumessero carattere di una continuità ostativa dei diritti di una terza persona (e di cui non mancherei di farmi personalmente parte in un eventuale denuncia e procedimento contro gli autori come coordinatore regionale di comunità lucana-movimento no oil), ben al di là della “podolicità” insita in alcuni ragionamenti che pur dovrebbero stare nella zucca di chi li fa, ben al di là di quella “oscurata” visione del mondo che è lo scenario sinaptico in cui si formano simili pensieri sconnessi, ciò che va rimarcato è questa concezione della politica come il governo gratia dei di un esarcato bizantino in cui tutto (persino il diritto di proferire ca..ate e tentare di mettere in pratica minacce, poichè tali sarebbero se praticate) è lecito se si appartiene ad una “famiglia”, naturale o sociale, persino la “scomunica” di chi osa fare altrimenti rispetto ad un potere che si vorrebbe indiscutibile…

non conosco il personaggio (e neppure voglio conoscerlo, vista la sua “povertà mentale e democratica” per cui ogni confronto, persino la semplice prossimità fisica, ne risulterebbe mortificante lo spirito e l’intelligenza), ma simili pratiche paiono essere nella petrolifera valle, come altrove in questa sfortunata regione, pane quotidiano di un rapporto con la politica che non riesce a trovare una dimensione collettiva nel quale l’individuo è parte di una comunità, sentendosi tale nei diritti e nei doveri, essendo piuttosto ridotta ad una pratica personalistica fondata sulla maggiore o minore vicinanza ad un qualche potere “salvifico e munifico” che in un certo senso demarca divisioni sociali ed opportunità…

tutto questo sappiamo bene ormai essere il frutto di decenni e decenni di pratiche politiche che hanno capillarizzato in rivoli via via minori porzioni di potere use alla dominanza delle opinioni e dei comportamenti nelle nostre comunità fino a costituire un perfetto sistema circolatorio atto al mantenimento di un consenso foraggiato sulla base del diametro del capillare che sgorga da una arteriola che a sua volta sgorga da un arteria che a sua volta…etc. etc…un sistema post-feudale di controllo politico, economico e sociale su cui è stato costruito una filiera ben oliata di consenso totalmente acritico, determinato com’è dalla pura messa a disposizione di “favori” in cambio di voti, sostegno, opinioni favorevoli, comportamenti mandriani o gregari a seconda dei casi, e naturalmente di tutta uan sequenza di comportamenti limitante il pensiero, l’azione, la libertà del dissenso rispetto al moloch…

facile capire quindi che se dal “chi te lo fa fare”, dal “guarda che lo dico a…” alla conclamata negazione di un diritto attraverso minacce e sanzioni sociali ed anche altro il passo sia idealmente breve, la distanza concettualmente minima, allora siamo vicini anche alla sicilia di placido rizzotto od alla colombia dei cartelli narcos…idealmente, s’intende!!!…

ecco se scrivo di questi comportamenti miserabili e miserevoli di qualche gabellotto di bassa taglia ed ancor più bassa levatura morale che ancora una volta, giacchè altre volte simili comportamenti sono stati da noi osservati in giro per la nostra terra, non manca di aprir bocca e tentare di frenare il corso di un “nuovo corso”, lo faccio in onore di un’idea di base che ci muove e ci fa comprendere ogni giorno di più che questa battaglia è giusta e deve esser vinta, l’idea che se non ci aiutiamo tutti a toglierci quell’opprimente cultura di un “anello al naso” e di una “coppola in mano” non verremo mai a capo di ciò che impedisce a questa regione di reclamare dei diritti e non più chiedere favori

buona domenica a tutti

miko somma  

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