Comunicato stampa di Comunità Lucana – Movimento No Oil

 

Una lettera aperta di denuncia – Che si blocchino tutti l procedimenti elettorali in corso

 

  

Come evidente, Comunità Lucana-Movimento No Oil, nonostante il forte accredito che tra voto diretto e presumibile voto disgiunto avrebbe forse ottenuto dalla prossime elezioni, non è riuscita a presentare le sue liste per la mancanza di 150 firme di sottoscrizione alle stesse sulla base di raccolta per il listino regionale, cosa che di fatto elimina dalla competizione una delle voci di maggiore dissenso al sistema di potere politico dominante in regione da decenni.

 

 

Molte le cause che potremmo analizzare per una così imprevedibile mancanza di firme, dalla paura della popolazione ad esporsi con una sottoscrizione che avrebbe potuto essere rintracciata, a loro dire dai maggiorenti politici locali, al mancato apporto di movimenti ed associazioni, dalla nostra mancata organizzazione capillare in una operazione complessa in un territorio come il nostro alla intrinseca difficoltà di una raccolta delle firme compiuta in ossequio alle leggi vigenti.

Ed eccoci al punto, in ossequio alle leggi vigenti.

 

 

Tutti abbiamo ascoltato di liste approntate all’ultimo momento, a volte la stessa notte precedente il termine di scadenza per le presentazioni delle liste. Ma come è possibile tutto questo? E le firme di sottoscrizione alle stesse quando sarebbero state raccolte? Nelle poche ore prima della consegna alle cancellerie delle corte d’appello dei tribunali?

Siamo quindi all’assurdità conclamata!

 

 

Recita l’articolo 9, secondo e quarto comma della legge 17 febbraio 1968 n. 108 che “la dichiarazione di presentazione della lista deve essere sottoscritta…da almeno 1000 e da non più di 1500 elettori iscritti nelle liste elettorali di comuni compresi nelle circoscrizioni elettorali con più di 100.000 abitanti e fini a 500.000 abitanti…”, ma recita il terzo comma dello stesso articolo che “la firma degli elettori…deve avvenire su appositi moduli recanti il contrassegno della lista, il cognome, il nome, il luogo e la data di nascita di ciascun candidato…”, recitando inoltre l’art. 21, comma 2 del decreto presidenziale 28 dicembre 2000 n. 445 che “l’autenticazione deve essere redatta di seguito alla sottoscrizione…” e che “…la sottoscrizione è stata apposta in sua presenza, previo accertamento dell’identità della persona che sottoscrive…”

 

 

Ci chiediamo quindi, sulla base di quanto appena descritto se la sottoscrizione su moduli non contenenti la lista dei candidati o la non contestuale autentica delle sottoscrizioni non sia una palese violazione delle leggi vigenti in materia, e se le operazioni di raccolta delle firme di sottoscrizione per le liste provinciali e regionali siano avvenute davvero con questi criteri, cosa che renderebbe di fatto inammissibile la lista al giudizio di merito e di forma delle commissioni giudicanti. L’esperienza pratica delle cose ci dice che nessuna delle leggi è osservata durante la raccolta delle firme, che vengono così apposte spesso senza alcuna lista di candidati, quasi sempre non contestualmente all’autentica di uno dei soggetti individuati dalla legge stessa.

 

 

Ovviamente alle commissioni giudicanti presso le corti d’appello arrivano moduli completi in ogni loro parte, con liste complete ed autentiche, e, non potendosi neppure in via ipotetica ravvisarsi violazioni delle leggi da parte dei magistrati competenti, regolarmente quindi ammesse alle fasi successive della rincorsa elettorale, rimanendo però in una zona di grigio tutto ciò che accade tra la raccolta delle sottoscrizioni da parte dei partiti ed il deposito delle stesse alla presentazione.

 

 

Qualsiasi cittadino lucano a cui sia capitato di sottoscrivere una lista sa perfettamente che quanto appena descritto è la prassi comune, prassi sottintesa con cui i partiti compiono un’operazione preliminare fondamentale per la verifica dei requisiti formali per la presentazione delle liste, violando sistematicamente le leggi durante procedure che sono fondamentali principi propedeutici del più importante atto democratico del nostro ordinamento, il diritto-dovere civico del voto.

 

 

Chiediamo pertanto, sulla base di quanto appena descritto, che ogni cittadino lucano a cui sia imposta questa prassi ne faccia denuncia alle autorità competenti, chiedendo che la propria firma venga rintracciata e depennata dalle liste dei sottoscrittori e che vengano avviate le procedure inquirenti del caso, che, trattandosi di violazioni di ordine penale, sono soggette all’obbligatorietà dell’azione, quindi al dovere di ufficio di procedere, anche senza denunce specifiche.

 

 

Chiediamo agli organi competenti di bloccare sino a verifica i procedimenti elettorali, e di procedere all’indizione dei nuovi comizi, per ristabilire, se accertati i fatti, la legalità violata con un nuovo procedimento, come dalle leggi vigenti, e dar così modo a chi ossequia la Legge di concorrere in condizione di equità alla verifica popolare della bontà del suo diritto costituzionale a partecipare alla vita politica del paese e della regione.

 

 

Miko Somma, coordinatore regionale di Comunità Lucana – Movimento No Oil