social-nucleari

Valvano (Psi): investire su nucleare e fonti rinnovabili

19/11/2010 18:48

BASI lucani si devono rendere conto che sul nucleare ci vuole un approccio chiaro e corretto. Sono convinto che si debba investire sulla ricerca sul nucleare e sulle fondi rinnovabili. Per farlo, però, non è necessario costruire centrali in Italia ma mandare i nostri giovani a formarsi e specializzarsi all’estero, lì dove le centrali già ci sono ed avviare rispetto alle altre fonti rinnovabili percorsi di collaborazione con l’Università lucana e gli altri enti di formazione presenti sul territorio avviando progetti di collaborazione e di ricerca”. E’ quanto sostiene il segretario regionale del Psi lucano, Livio Valvano, dopo la decisione della Consulta di respingere il ricorso della Basilicata e di altre regioni sul nucleare. “La sentenza della consulta chiarisce una questione di competenza istituzionale e non entra nel merito – precisa Valvano – Non ha un alcun significato politico. Questo, però, non esime i lucani dall’avviare una riflessione seria sulla questione ed un approccio corretto. Per i Socialisti lucani su tutte le fonti rinnovabili, infatti, ci vuole una strategia a lungo termine. Una strategia in cui, ad esempio in Basilicata, ci si renda conto che il nucleare ha un impatto sull’immagine e sul valore dell’agricoltura, del turismo e della qualità dei prodotti tipici, non ha ricadute immediate sul fabbisogno energetico nazionale ed in un libero mercato non vi è nulla di strano a comprare energia nucleare da un privato seppure francese. Siamo consapevoli che sia indispensabile rendersi autonomi sul petrolio e per questo come socialisti siamo convinti che si debba investire invece nella ricerca sul nucleare, mandando i nostri tecnici a formarsi lì dove le centrali già ci sono, anche perché per costruire una centrale ci vogliono almeno 10 anni. Ma non solo. E’ necessario anche puntare sulle altre fonti rinnovabili esattamente come ha fatto il presidente della Provincia di Potenza, Lacorazza, che sta lavorando per installare pannelli fotovoltaici sulle strutture pubbliche di sua competenza. Su questa strada dovrebbero muoversi anche gli altri enti locali e lo stesso Stato dovrebbe continuare ad incentivare i privati con contributi pubblici. Questa è la strada da seguire, lasciando stare le strumentalizzazioni politiche che sul nucleare puntano sulle emozioni delle gente”

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cioè, lui è convinto e noi ci dobbiamo rendere conto…c’è qualcosa che non quadra…si investa sul nucleare per costruirlo all’estero, ecco in sintesi il pensiero bizzarro di valvano, socialista, a cui credo sia inutile commentare…è una questione di forma mentis, evidentemente, perchè costoro non riescono davvero a capire che le energie rinnovabili non sono e non saranno mai succedaneo quantitativo di ciò che oggi divoriamo energeticamente, ma vanno viste in una logica qualitativa di nuove condizioni di accesso all’energia…e poi le strumentalizzazioni politiche che puntano sulle emozioni…ma crede costui che la gente sia ovinizzata e necessiti di qualche capopolo per comprendere che le motivazioni del no al nucleare hanno solide basi che dall’anti-economicità per l’italia dell’uso di tale combustibile (non ne abbiamo nel sottosuolo e comprarlo all’estero non farebbe che aumentare la dipendenza del paese, ma questa volta nei confronti di quei pochi stati, anzi multinazionali che possono estrarlo a condizioni economicamente valide) fino all’irrimediabilità temporalmente inaccettabile di un incidente non escludibile (i tempi di decadimento delle sostanze sinora usate sono mediamente dell’ordine dai 150 ai 1000 anni), per passare dall’italietta dei controlli allegri e dei “tecnici” non tecnici che proprio non ispira nessuno?…costui non dice però che le relazioni internazionali dei socialisti spingono verso un acritico si agli interessi di alcune “case” francesi che in italia sono in prima fila nella vendita di tecnologia fatiscente o al meglio da “paccottiglia” (ne sanno già qualcosa in finlandia), ma a caro prezzo, e che in italia desidererebbero tanto mettere ancor più bottega…loro le chiamano relazioni, io le chiamo comparizie…ma si sa, l’amicizia con sarkò pur qualcosa deve costare!!!

mi piacevano quasi più i tangentari craxiani di questi social-nuclearisti…pensate un po’!!!