Stop a caporalato, ora diventi un reato Al via campagna Cgil: ‘oggi sanzione da appena 50 euro per ogni ingaggiato’ 

ROMA –  Le categorie Cgil degli edili e dell’agricoltura, Fillea e Flai, insieme alla Confederazione lanciano la campagna dal titolo ‘Stop caporalato’, con l’obiettivo di inserire nell’ordinamento penale il reato di caporalato, che, invece, oggi ”e’ punito in caso di flagranza – fanno sapere le due organizzazioni – con una sanzione amministrativa di appena 50 euro per ogni lavoratore ingaggiato”. A questo scopo Fillea e Flai hanno messo a punto una proposta di legge: ”l’affidiamo alle forze politiche ed alle commissioni parlamentari – spiegano – con la convinzione che si possa in breve tempo giungere ad un testo condiviso e alla sua rapida approvazione”.

 

CAPORALATO, GIRO D’AFFARI 10 MILIARDI – “Le braccia coinvolte nel caporalato sono circa 800 mila, ovvero 400 mila persone, 400 mila addetti solo nell’agricoltura”. Lo dice la segretaria generale della Flai-Cgil Stefania Crogi.

 

“A questi 400 mila – continua Crogi – si deve sommare tutta quella platea di lavoratori extra-comunitari dei quali si perdono anche le tracce che non risultano in regola con il permesso di soggiorno anche perche’ non hanno un lavoro regolare e sono nella situazione di clandestinita’ per cui sono anche difficilmente numericamente da considerare e quindi viene fuori un volume d’affari portentoso. Questo, ovviamente, si lega a tutto il discorso del sommerso in agricoltura e si lega alle difficolta’ che derivano dalla Legge Bossi-Fini. Chi oggi volesse denunciare il caporale, parlo di un lavoratore extracomunitario si ritrova con un foglio di rimpatrio perche’ ovviamente non ha il permesso di soggiorno in quanto non ha un lavoro regolare”.

 “E’ difficile fare una stima del giro d’affari – continua Walter Schavella, segretari o generale della Fillea Cgil – perche’ questo e’ un fenomeno sommerso che attiene a quell’economia che classifichiamo come economia illegale. La nostra stima, che parte dalla valutazione di una quota di lavoro illegale in edilizia che e’ pari, come minimo a un terzo, ci fa dire che dei circa 30 mld di valore prodotti dall’economia illegale, ebbene un terzo puo’ essere legato a questi fenomeni, quindi parliamo di diversi miliardi. Dai calcoli che abbiamo effettuato, la quota di evasione fiscale e contributiva da lavoro nero e grigio, sui dati occupazionali del 2009, e’ pari a una cifra di circa 10 miliardi di euro”.