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Sata, Giordano (Ugl): la politica fuori da dinamiche contrat27/01/2011 12:33

BAS“Non è facile discutere oggi del rapporto tra l’organizzazione d’appartenenza e la politica, di certo ci sono condizioni che il lavoratore deve analizzare attentamente: la prima è, l’indipendenza e l’autonomia tra la politica ed il sindacato e che la politica sindacale si deve fare a tutelando E avvantaggiando il lavoratore e non a favore di quello o questo politico di turno come oggi avviene: dobbiamo evitare l’emergere di una ragnatela di interessi e di connessioni tra mondo sindacale e politica, tale da escludere completamente il soggetto fondamentale dell’azione sindacale, cioè il lavoratore, dagli interessi primari del sindacato organizzazione”.
Lo afferma, in un comunicato stampa, Giuseppe Giordano, segretario regionale metalmeccanici dell’UGL Basilicata.

“La demagogia non serve, c’è bisogno di unificare le nostre forze per tendere alla prevalenza reale degli interessi dei lavoratori che rappresentiamo. Non possiamo oggi permetterci il lusso che alla SATA si mettano a repentaglio migliaia di posti di lavoro, con l’indotto ad essa collegata. L’UGL e non solo, si è assunta la responsabilità di dire che è stata disponibile a condividere un accordo con Fiat anche perché le ricadute sociali ed occupazionali della perdita dell’investimento anche in Basilicata, sarebbe stato gravissimo. Se la Fiom non ha fatto la stessa cosa, siamo più che sicuri e convinti che i lavoratori della SATA di Melfi hanno ben compreso che le condizioni economiche sono cambiate ed il tempo non si è certamente fermato a 40 anni fa. Anche a tal proposito – conclude il segretario regionale dei metalmeccanici Giordano – l’UGL Basilicata invita la politica ed i politici lucani a stare fuori da queste dinamiche contrattuali che sono in questo momento oggetto di un durissimo confronto delle parti sociali ed evitare che i cittadini ed i lavoratori,possano non capire alcune posizioni di esponenti politici specie quando in uno stesso partito sono contraddittori tra di loro”.

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francamente non mi aspettavo molto di più da un sindacato servo che invita a non politicizzare ciò che per sua natura politico è…quando si parla di deroghe (o meglio strappi) ai contratti nazionali, che, ricordiamo a costui, hanno valore di norma nelle dinamiche lavorative, si interviene massicciamente in una sfera giuridica collettiva…in quanto tale, ogni ipotesi di modifica non interviene su libera contrattazione tra individui, ma coinvolgendo una collettività, connotandosi così naturaliter come politica…o allora costui confonde la politica con il partitismo, in una deriva di visceralità non mai aliena alle destre più becere e populiste, o costui crede che “al tempo del libero mercato…”, ma di fatto quel che si è consumato nelle fabbriche fiat di termini imerese, pomigliano d’arco e mirafiori è un vero e proprio ricatto del capitale finanziario e non certo un accordo…melfi ha già le sue contradittorietà, avendo già di fatto inserito una settimana di cassa integrazione ogni mese (si tratta così di un intervento stabile e non straordinario a carico del pubblico che integra una sostanziale diminuzione di stipendio mensile), cosa si vorrebbe quindi di più?…

ricordiamo inoltre che quella fabbrica è stata interamente finanziata da contribuzioni pubbliche…