l’incontro di tramutola

Domenica 30 gennaio 8° incontro con i cittadini di Tramutola.

L’ argomento  oggetto di discussione ancora una volta è stato  la riscoperta del territorio come bene comune, per  una rivalutazione del territorio,  da questo quindi l’esigenza di un  inventario dei beni comunali per poter fare una ricognizione dei beni pubblici.

Abbiamo innanzitutto parlato di usi civici ,diritti cioè spettanti su proprietà altrui (sia pubblica che privata) ad una collettività di persone, ad esempio, i cittadini di un comune che hanno il diritto di far legna in un bosco.

Il diritto sugli usi civici spetta al singolo uti civis quale membro di una collettività e non personalmente come individuo, è un diritto la cui titolarità spetta alla popolazione.

 Gli usi civici, sono considerati diritti collettivi di carattere pubblico, quindi inalienabili, imprescrittibili e non si estinguono neppure in forza dell’usucapione di un possessore.  

Si sono predisposti mezzi per la loro liquidazione che si attua mediante un compenso con il quale il proprietario affranca il suolo,il ricavato va ripartito tra gli abitanti del comune, scelti tra i meno abbienti.

Nasce come diritto feudale, caratterizzato dall’utilizzo che una determinata  collettività locale può fare in determinate aree e si inquadra in un’ottica di economia di sussistenza: ad esempio  l’ uso civico legnatico riconosce ai membri di una comunità  , di raccogliere la legna in un particolare bosco, considerato di proprietà collettiva ; ancora,  l’uso civico  pascolitico  prevede  il pascolo delle greggi e delle mandrie, quello fungatico  la raccolta dei funghi, e via dicendo.

La prima regolamentazione si è avuta con la Legge 1766 /27 con la quale il legislatore decretò che tutti gli usi civici esistenti in quel momento dovessero essere rivendicati e regolarizzati dando la possibilità ai soggetti di affrancarli e quindi di trasformare il possesso delle terre di demanio civico in piena proprietà assoluta o esclusiva, istituendo un apposito magistrato detto Commissariato degli usi civici.

Il  D.P.R  616/77 ha attribuito le funzioni amministrative sugli usi civici alle regioni, ma l’incapacità delle regioni stesse  di comprendere e dare  soluzioni alle numerose problematiche che col tempo  sono diventate sempre  più complicate, ha portato  addirittura  a far sì che  interi centri abitati  sorgessero su terre civiche senza individuare strumenti  adatti per affrontarle  e risolverle.

Si sono create  così, situazioni paradossali al punto   che in  molti comuni invece di  requisire o abbattere edificazioni abusive su terre civiche senza i procedimenti autorizzativi  (così come  vogliono le leggi vigenti , sia ambientali che urbanistiche) ne fosse tollerata  l’edificazione, fornendo servizi  e molti comuni hanno addirittura  lottizzato e venduto le terre di demanio civico come se fossero nel proprio demanio disponibile.

Il  D .P R  616/77 ricomprende gli usi civici nell’ampio settore dell’agricoltura e foreste e la riforma Bassanini, consente di ricondurre le amministrazioni separate nel novero degli enti locali di cui all’art. 118 Cost.

La normativa odierna prevede l’obbbligo da parte del comune di dotarsi di appositi regolamenti.

Quindi gli statuti comunali devono avere appositi richiami nelle disposizione relative ai beni comunali e demaniali ed un apposito regolamento sui rapporti fra comuni e amministrazione separata.

Gli usi civici hanno assunto una particolare rilevanza paesaggistico – ambientale, soprattutto le terre civiche adibite a bosco e  a pascolo..come affermato dalla Corte Costituzionale nella sentenza 46/95.

Le zone gravate da usi civici sono sottoposte a vincolo paesaggistico dalla Legge Galasso, la   431/85 ( art. 1, 1°com lett. h) ed un principio di salvaguardia degli usi civici è presente anche  nella  Legge – quadro  394/91  (art 1 , 3°com lett  b ) legge istitutiva  del Parco Val d’Agri – Lagonegrese.

Il problema è dato dal fatto che non esistono elenchi degli usi civici  di ogni singolo  comune, da qui l’esigenza di un riordino della materia.

In Basilicata è nato il Cauc (comitato per l’accertamento dei diritti pubblici di uso civico  e assimilati) , per la risoluzione  della complessa vicenda degli usi civici, infatti , vista la confusione totale esistente,  gli usi civici, andrebbero considerati con una legge regionale  e non lasciati nel completo abbandono.

 

Noi abbiamo chiesto al Comune di poter visionare ed estrarre  copia, lì dove conosciuti ,degli elenchi degli usi civici del nostro territorio..stiamo aspettando!

marica la salvia coordinatrice cittadina di comunità lucana – movimento no oil