il conflitto italiano

Federalismo, stop Colle Lega, ‘testo non cambia’

 

Napolitano: ‘Non corretto Cdm senza informare’. Calderoli: ‘Provvedimento non e’ modificabile’

 04 febbraio, 19:23  

ROMA – Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha inviato una lettera al Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, in cui rileva ”che non sussistono le condizioni per procedere alla richiesta emanazione” del decreto legislativo sul federalismo. Pertanto ha comunicato  di non poter ricevere, a garanzia della legittimità di un provvedimento di così grande rilevanza, il decreto approvato ieri dal Governo. Nella lettera inviata al premier si rileva l’assenza delle condizioni per procedere all’emanazione del testo, ”non essendosi con tutta evidenza perfezionato il procedimento per l’esercizio della delega previsto dai commi 3 e 4 dall’art. 2 della legge n. 42 del 2009 che sanciscono l’obbligo di rendere comunicazioni alle Camere prima di una possibile approvazione definitiva del decreto in difformità dagli orientamenti parlamentari”. Dopo la dichiarazione del presidente della Repubblica secondo la quale il decreto approvato ieri dal Cdm sul federalismo e’ ”irricevibile”, il governo ha ancora una possibilita’: portare il testo all’esame dell’Aula di Camera e Senato. Magari ricorrendo ad una risoluzione.  In sostanza, nelle norme citate da Napolitano, si stabilisce, tra l’altro, che gli schemi di decreto legislativo devono essere ‘trasmessi alle Camere” perche’ su di essi ”sia espresso il parere” delle varie commissioni parlamentari competenti. ”In mancanza di intesa”, si aggiunge, il Consiglio dei ministri delibera approvando una relazione che e’ trasmessa alle Camere. Nella relazione sono indicate le specifiche motivazioni per cui l’intesa non e’ stata raggiunta.

 

COLLE, NON CORRETTO CDM SENZA INFORMARE -”Ne’ posso sottacere che non giova ad un corretto svolgimento dei rapporti istituzionali la convocazione straordinaria di una riunione del Governo senza la fissazione dell’ordine del giorno e senza averne preventivamente informato il Presidente della Repubblica, tanto meno consultandolo sull’intendimento di procedere all’approvazione definitiva del decreto legislativo. Sono certo che ella comprendera’ lo spirito che anima queste mie osservazioni e considerazioni”. Chiude con queste parole Giorgio Napolitano la lettera inviata a Silvio Berlusconi per spiegare i motivi dell’irricevibilita’ del decreto legislativo sul federalismo municipale.

BOSSI A NAPOLITANO,RIFERIREMO A CAMERE SU FEDERALISMO – Si è svolta poco fa una lunga e cordiale telefonata tra il Ministro per le Riforme per il Federalismo Umberto Bossi e il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Il Ministro Bossi – si legge in una nota- ha preso il duplice impegno di andarlo a trovare al Quirinale, la prossima settimana e, come preannunciato dal Ministro Calderoli, in conferenza stampa, si recheranno nelle aule parlamentari a dare comunicazioni sul decreto sul federalismo fiscale municipale.
 

BERSANI ALLA LEGA, CON BERLUSCONI NON SI FA IL FEDERALISMO – ”Alla Lega dico che il federalismo non lo farete mai con Berlusconi, perche’ a lui non interessa il federalismo, ma i vostri voti, e li usera’ per il processo breve o per difendere la ‘cricca di Roma’ “. Lo ha detto il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, all’assemblea nazionale del partito. ”Il federalismo non si fa – ha aggiunto – senza di noi e senza le nostre proposte”

 

TREMONTI, STORICA RIFORMA – Una ”svolta storica”, ”la piu’ grande riforma strutturale mai iniziata in questo Paese nell’ultimo decennio”, con cui scatta l’era del ”vedo, pago, voto”. Ha una portata ‘epocale’ per il ministro dell’economia Giulio Tremonti la riforma del federalismo municipale varata ieri sera dal consiglio dei ministri. E per sottolinearlo il titolare dell’Economia ci mette la faccia, presentandosi personalmente in conferenza stampa, e difende cosi’ i contenuti di un provvedimento. ”Questa riforma sta arrivando al termine e chiude un periodo che dura dalla meta’ degli anni Settanta”, ha sottolineato Tremonti spiegando che l’Italia era l’unico Paese europeo senza una finanza locale. ”E’ la piu’ grande avventura politica mai iniziata”, ha insistito Tremonti sferrando una stoccata alla Bicameralina che ieri ha bocciato il provvedimento: ”La votazione e’ stata esterna, ha preso una curva che dipende da atti politici esterni”, ha detto il ministro, sottolineando che sulla riforma c’e’ stato invece il consenso del Parlamento, dal Paese e soprattutto dei Comuni.

 CALDEROLI, TESTO NON MODIFICABILE – ”L’unica cosa che prevede la legge e’ che il governo dia comunicazioni alle Camere, dopo di che puo’ esserci un voto su di esse ma il testo e’ quello e non e’ suscettibile di modifiche’. Lo ha chiarito il ministro Roberto Calderoli a proposito del decreto sul federalismo municipale dopo lo stop del Quirinale conversando con i giornalisti nella sede della Lega in via Bellerio a Milano. Secondo Calderoli la decisione del presidente Napolitano ”non cambia alcunche’, si tratta di un passaggio formale in piu’, sara’ una o due settimane a seconda della disponibilita’ del Parlamento”. ”Assolutamente no”, la decisione del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano sul decreto del federalismo municpale non e’ un messaggio politico. Se ne e’ detto convinto il ministro Roberto Calderoli rispondendo ad una specifica domanda nella sede leghista di via Bellerio a Milano. ”Assolutamente no – ha osservato – perche’ quello che Napolitano ha dichiarato tre giorni fa a Bergamo sulla volonta’ di proseguire nel cammino delle riforme, in particolare il federalismo, rende il presidente al di sopra di ogni sospetto: e’ chiaro che ha dato un’interpretazione, una cautela che porta ad essere piu’ realisti del re”. FEDERALISMO: DE SIERVO,QUELLO MUNICIPALE UNA BESTEMMIA – ”Se nascesse, in ipotesi, un conflitto giuridico, non politico, arriverebbe davanti alla Corte e quindi la Corte sta zitta. Quello che si puo’ dire tranquillamente, ma non riguarda il conflitto, e’ che quello di cui si sta parlando non e’ federalismo, dire federalismo municipale e’ una bestemmia: e’ come dire che un pesce e’ un cavallo, sono due cose che non stanno insieme”. Lo ha detto il presidente della Corte Costituzionale Ugo De Siervo, anticipando ai giornalisti il contenuto del suo intervento al convegno di Eunomia dal titolo ”Il titolo V della Costituzione: lo Stato dell’arte nella giurisprudenza costituzionale”.