le poche cose che si sanno dalla libia

Tripoli, oltre mille morti. Bossi: ‘Gli immigrati? Mandiamoli in Germania’

 

Rivolta infiamma prezzo petrolio, gas a rischio. Nave da guerra libica incrocia al largo di Malta

 

22 febbraio, 16:40

  Libia sempre nel caos: testimoni dalla Capitale parlano di oltre mille vittime per i bombardamenti sulla folla scesa in piazza contro il regime. Nella notte apparizione lampo in tv del Colonnello: sono a Tripoli. Si dimettono gli ambasciatori libici in Usa e in Francia e anche il rappresentante presso l’Unesco.

La rivolta infiamma il prezzo del petrolio, forniture del gas a rischio. Un aereo C130 dell’Aeronautica militare è pronto a partire per il rimpatrio di un centinaio di italiani. Appello di Napolitano: ascoltare il popolo. Amnesty a Berlusconi, intervenga su Gheddafi. Bossi, gli immigrati? Mandiamoli in Germania. ‘Frattini dal Cairo: temo enorme flusso di immigrati. Non ci risultano sospensioni di gas. Il card. Bagnasco: il popolo reagisce se colpiti diritti fondamentali.
La tv al Jazira mostra immagini di corpi carbonizzati.

Alle 13 è partito da Fiumicino il primo volo speciale per Tripoli. Vertice in serata a Palazzo Chigi, si parlerà anche di fornitura di gas dalla Libia. Riunioni straordinarie anche del Consiglio di sicurezza dell’Onu e in Egitto della Lega Araba.



Il leader libico Muammar Gheddafi terrà a breve un discorso televisivo.
Secondo al Arabiya annuncerà riforme di grande respiro, fra le quali la creazione di amministrazioni locali, con bilanci indipendenti.
Intanto una nave da guerra libica, con 200 marinai a bordo, incrocia al largo della Valletta, sotto la sorveglianza di unità militari maltesi.



TESTIMONI, OLTRE MILLE MORTI A TRIPOLI 
– Sono oltre mille i morti a Tripoli durante i bombardamenti sulla folla di manifestanti scesi in piazza per protestare contro il regime di Muammar Gheddafi. A riferirlo è il presidente della Comunità del Mondo Arabo in Italia (Comai) Foad Aodi, che è in costante contatto, da Roma, con alcuni testimoni in Libia. “Manca l’energia elettrica e i medicinali negli ospedali”, ha riferito ancora Aodi, che ha rivolto un appello al governo italiano affinché si mobiliti “per un aiuto economico e con l’invio di medicinali in Libia. Il governo non rimanga in coma, sordo e cieco, alla rivoluzione che è in atto in queste ore”.

BOSSI, SBARCO IMMIGRATI? LI MANDIAMO IN GERMANIA – Gli immigrati in fuga dal Nord Africa “intanto non sono arrivati e speriamo che non arrivino. Se arrivano li mandiamo in Francia e Germania…”. Umberto Bossi risponde così ai cronisti a Montecitorio che gli chiedono se la Lega Nord “é preoccupata per l’arrivo di immigrati in fuga dal Nord Africa”. Quanto alla Libia, “aspettiamo ordini dall’Unione Europea”, é la risposta del leader del Carroccio.

NAPOLITANO, STOP VIOLENZE – Il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano sta seguendo con attenzione le drammatiche notizie provenienti dalla Libia che riferiscono di un già pesante bilancio di vittime fra la popolazione civile. Il Capo dello Stato sottolinea come alle legittime richieste di riforme e di maggiore democrazia che giungono dalla popolazione libica vada data una risposta nel quadro di un dialogo fra le differenti componenti della società civile libica e le autorità del Paese che miri a garantire il diritto di libera espressione della volontà popolare. Lo afferma una nota del Quirinale.

BERSANI, ITALIA MAI COSI’ DEBOLE DA 50 ANNI
– “Il presidente Napolitano ha detto parole chiare, quelle che doveva dire il governo italiano nella prima ora. E’ un dato di fatto innegabile che questo passaggio drammatico sorprende l’Italia in un periodo di massima debolezza da 50 anni a questa parte per colpa di una politica del ghe pensi mi che ha portato in politica estera a relazioni personali che ci hanno ridotto alla subordinazione”. Così il segretario Pd Pier Luigi Bersani attacca il governo sulla Libia. La segreteria nazionale del Partito Democratico ha affrontato diversi temi, a cominciare “dalla preoccupante situazione venutasi a creare in Libia. In particolare, è stata denunciata la gravità del comportamento del governo e la drammatica inadeguatezza della iniziativa politica del presidente del Consiglio e del ministro degli Esteri di fronte alla sanguinaria risposta del colonnello Gheddafi nei confronti della richiesta di democrazia da parte del popolo libico”. Lo si legge in una nota del Partito Democratico.
 


PALAZZO CHIGI, ITALIA VICINA A POPOLO LIBICO  – L’Italia è vicina al popolo libico che sta attraversando un momento tragico della sua storia. E’ quanto riferiscono fonti di Palazzo Chigi. Sono “totalmente false, provocatorie e prive di fondamento le voci riguardo presunti aiuti italiani militari o sotto qualsiasi altra forma nelle azioni contro i manifestanti e a danno dei civili”. Le notizie circolate sul web e sui social network sull’uso di caccia militari italiani per la repressione delle manifestazioni in Libia sono state fermamente smentite anche dal portavoce della Farnesina, che stigmatizza fermamente la diffusione di voci del tutto infondate ed incontrollate secondo le quali vi sarebbe un coinvolgimento dell’ Italia negli avvenimenti in corso nel Paese nordafricano.


UNHCR A EUROPA E ITALIA, NON RESPINGETE RIFUGIATI – L’Alto commissariato Onu per i rifugiati (Unhcr) ha lanciato un appello all’Europa e ai Paesi del nord Africa vicini alla Libia a non respingere le persone in fuga dagli scontri. L’Italia è tra i Paesi “che potrebbero ricevere un maggior flusso di persone in fuga dalla Libia”, sia cittadini libici che rifugiati da altri Paesi, ha detto Melissa Fleming, portavoce dell’Alto Commissario per i rifugiati.

 

AMNESTY A BERLUSCONI, INTERVENGA SU GHEDDAFI  – Il premier Silvio Berlusconi chieda a Gheddafi, in virtù dei loro rapporti “stretti e duraturi”, l’immediata ed incondizionata fine delle violazioni dei diritti umani che stanno avvenendo in Libia. Lo sollecita, in una lettera inviata in tarda mattinata al presidente del consiglio italiano, il segretario generale di Amnesty Inrternational Salil Shetty. Nella lettera – inviata anche ai ministri Franco Frattini e Roberto Maroni – Shetty chiede anche all’Italia la sospensione della fornitura di armi, munizioni e veicoli blindati alla Libia fino a quanto non sarà cessato completamente il rischio per la popolazione libica della violazione dei diritti umani.
Il governo italiano sospenda l’accordo sottoscritto con la Libia nel 2008 in tema di immigrazione. L’organizzazione chiede quindi che siano sospese le operazioni congiunte con la polizia libica sul controllo dei flussi migratori.

 

AL JAZIRA MOSTRA IMMAGINI CORPI CARBONIZZATI BENGASI – Cadaveri carbonizzati e resti di corpi umani “appartenenti alle vittime” dei bombardamenti compiuti contro i civili a Bengasi sono stati mostrati oggi dalla tv panaraba al Jazira. L’emittente ha trasmesso le crude immagini “riprese stamattina tramite telefoni cellulari” nella città costiera a est di Tripoli. Sempre al Jazira ha mostrato altre immagini, “riprese “nell’ospedale centrale” della capitale, dei civili uccisi nelle ultime 24 ore a Tripoli da colpi di arma da fuoco sparati da “mercenari”.

 

APPELLO PROFUGHI, CI UCCIDONO CON COLTELLI E MACETE – “Ci stanno uccidendo con coltelli e macete”. E’ questo il messaggio di sos arrivato al cellulare di don Mosie Zerai, presidente dell’Agenzia Habeshia per la Cooperazione allo Sviluppo e lanciato da alcuni profughi che si trovano in Libia. “Profughi Eritrei, Etiopi, Somali chiedono aiuto, ricevo sms dove descrivono la tragedia – spiega il sacerdote -. Vanno nelle case dove vivono gruppi di africani scambiati per mercenari del regime. Decine di questi ragazzi sono quelli che sono stati respinti dall’Italia. Altri stanno morendo nelle carceri libiche come Mishratah, sotto bombardamenti, chiedono aiuto! L’Europa e l’Italia potrebbe offrigli spazi nel suo piano di evacuazione che è già in atto. Chiediamo che venga valutata – è l’appello di don Zerai – la possibilità di salvare la vita di queste persone, anche dando un rifugio provvisorio nell’Ambasciata Italiana”.

 

LA RUSSA, PRONTO C130 RIMPATRIO 100 ITALIANI  – ”Non arriverà a Bengasi, dove l’aeroporto è stato bombardato, ma in un altro scalo della Libia” il C130 dell’Aeronautica Militare che dovrebbe rimpatriare oggi un centinaio di italiani. Lo ha detto da Abu Dhabi il ministro della Difesa, Ignazio La Russa, sottolineando che “per motivi di sicurezza” non rende noto il luogo dove il velivolo militare atterrerà.

APPARIZIONE LAMPO DI GHEDDAFI IN TV, SONO A TRIPOLI – Il leader libico Muammar Gheddafi stanotte ha fatto un’apparizione lampo sugli schermi della Tv libica per annunciare di persona di trovarsi a Tripoli e non in Venezuela e per confutare “le malevole insinuazioni” propagate sul suo conto dai media occidentali. La Tv di stato aveva annunciato nella tarda serata di ieri che il leader della Jamahiriyha si sarebbe rivolto in nottata al suo popolo sullo sfondo della più drammatica crisi che il paese sta vivendo da quando il colonnello, nel 1969, è salito al potere. Ma chi si aspettava uno dei suoi discorsi fiume è stato deluso. A conferma della sua fama di uomo sempre e comunque imprevedibile, Gheddafi si è concesso alle telecamere solo per 22 secondi. E’ stato inquadrato con un mantello, uno stravagante copricapo nero e sotto un ombrello (a Tripoli pioveva) mentre stava per salire su un fuoristrada nella sua residenza di Bab Al Azizia, a Tripoli. “Vado ad incontrare i giovani nella piazza Verde. E’ giusto che vada per dimostrare che sono a Tripoli e non in Venezuela: non credete a quelle televisioni che dipendono da cani randagi”, ha detto il colonnello facendo riferimento alle informazioni diffuse ieri da numerose tv e media internazionali sulla sua presunta fuga da Hugo Chavez. Con una scritta in sovrimpressione, la tv libica ha spiegato che “in un incontro in diretta con la rete tv satellitare Al Jamahiriya, il fratello leader della rivoluzione ha smentito le insinuazioni dei network malevoli”. Il ministro degli esteri britannico, William Hague, aveva dichiarato ieri a margine di una riunione a Bruxelles che Gheddafi aveva probabilmente abbandonato il suo Paese per far rotta verso il Venezuela. Prima di trasmettere le immagini del leader, la tv libica aveva mandato in onda un balletto in costume. Dopo ha mostrato invece immagini patriottiche di soldati in marcia con musica araba come colonna sonora. Pur breve che sia stata, quella di stanotte è la prima apparizione televisiva di Gheddafi da quando la rivolta contro il suo regime è scoppiata una settimana fa. Suo figlio Seif al Islam ieri notte ha invece parlato in diretta per 45 minuti, promettendo riforme, denunciando un complotto internazionale contro la Libia e ammonendo che il regime intende resistere “fino all’ultimo uomo e all’ultima donna”.