i carburanti…

Carburanti: Bubbico (Pd), governo responsabile di aumenti 10/03/2011 08:58

BAS “L’aumento abnorme, rispetto agli altri Paesi europei, dei prezzi al consumo dei carburanti e dei servizi bancari e assicurativi dipende esclusivamente dalle decisioni del Governo che ha bloccato il processo di liberalizzazione avviato con le leggi Bersani“. Lo afferma il senatore Filippo Bubbico (Pd), capogruppo in Commissione industria, che poi spiega: “Questo è quanto emerso, con assoluta chiarezza, durante l’audizione, presso la commissione prezzi e trasparenza dei mercati, del garante per la concorrenza e il mercato Antonio Catricalà e del Garante per la sorveglianza dei prezzi, il cosiddetto ‘Mister prezzi’, Roberto Sambuco”.
Il solo settore nel quale si registra un forte miglioramento rispetto agli altri Paesi europei è quello dei farmaci liberalizzati, per i quali Mister prezzi chiede di estendere la liberalizzazione anche alla fascia C, mentre la maggioranza, con il Ddl Gasparri-Tommasini, vuole azzerare le parafarmacie”.
“Dalle indagini condotte dalla commissione Prezzi del Senato emerge in tutta la sua grandezza il danno prodotto per i cittadini e le imprese dalle decisioni del Governo che azzera le liberalizzazioni Bersani per tutelare i poteri forti, le banche, le assicurazioni, i petrolieri. Ovviamente a danno dei cittadini e delle imprese. La protesta dei benzinai e la proposta di legge di iniziativa popolare portata avanti da Faib Confesercenti e da Fegica Cisl ‘Libera la benzina’ ne è una dimostrazione. L’allarme lanciato dall’antitrust e dal Garante per la sorveglianza dei prezzi – concludeBubbico – conferma la gravita’ della situazione più volte denunciata dai gruppi parlamentari del Partito democratico”.

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caro senatore, non posso darle torto sulle gravissime colpe del governo sull’inattuazione delle liberalizzazioni, ma due considerazioni, due, vorrei farle proprio su quelle “liberalizzazioni” che mr. bersani credette potre essere il toccasana per l’economia di una paese che ben altri vincoli di natura politico-infrastrutturale (intendo di strutturazione primaria dell’economia) soffre da decenni e che non  mi pare che i governi di centrosinistra abbiano mai contribuito seriamente a dipanare…a meno di non voler considerare appunto i pannicelli caldi di bersani, che in nulla incidevano su quelle strutture (intendendosi quindi il complesso di regole chiare, precise e cogenti nelle quali il mercato deve muoversi), e che dopo le termo-coperte di d’alema che ha letteralmente “regalato” grossi pezzi di economia statale ad alcuni privati (con cui i rapporti erano tanto stretti da aver portato un figlio”sciocco” di un amico direttamente in parlamento nelle fila del pd) avevano aperto le porte al capitalismo selvatico che anche voi avete con enfasi salutato, anzi osannato, al canto di w la globalizzazione!!!…

ora a tutti dovrebbe essere chiaro come il pd non abbia alcun margine di distinzione in termini di politica economica dall’attuale governo, continuando esso stesso a considerare l’economia del paese qualcosa che “deve crescere”, quindi in un certo senso limitandosi ad una visione ragioneristica dei principi economici (che ben altro sono rispetto ai conti!!!) a spese di una ridistribuzione del reddito tra i cittadini (unico vero motore di ripartenza economica) che, se è ovvio che debba avere come strumento riposizionamenti della leva fiscale, necessita però di alcuni principi base sui quali occorre cominciare ad intervenire, magari “guastando” la purezza di certe ideologie mercantili ed auto-regolanti che allignano in quel partito che pure è il secondo del paese, il primo dell’opposizione e quindi in predicato di potre essere di nuovo forza di governo in attesa di “cambiamenti”, e cominciando un confronto serio su cosa sia il “benessere” che l’economia deve procurare ai cittadini…

se questo cioè sia un fattore matematico di crescita della capacità di consumo o non sia piuttosto un miglioramento generale delle condizioni di vita che solo in parte sono determinate dal denaro e dalla sua disponibilità, e molto di più da una condizione di accesso a servizi migliori e più capillari…

e nel caso della benzina, nell’ovvietà di dover ricorrere a calmieri che solo un livellamento verso il basso delle accise può nell’immediato determinare (consentito dalle leggi vigenti), ed un potere cogente sulle attività di determinazione del prezzo da imporre alle compagnie (da attuare attraverso lo stabilirsi di prezzi massimi e minimi imposti e non più auto-regolati dalle stesse compagnie), la domanda da porsi è…quali sono le proposte del pd per uno spostamento d’asse dei trasporti da quelli privati a quelli pubblici?…come cioè si intende cominciare a cambiare il concetto di base, la filosofia cioè, che sta alla base della veicolarità, quindi dell’attitudine dei cittadini ad usare mezzi privati (dove gli aumenti hanno forti conseguenze sulle economie private e domestiche) piuttosto che mezzi pubblici (dove gli stessi aumenti hanno un impatto “socializzato”, quindi minore in termini privati, dal comune utilizzo)?…

questa la domanda base se all’immediato ed alle sue necessità vogliamo far seguire una politica di più ampio respiro…intanto registriamo che in basilicata, in cambio dell’aumento delle estrazioni ed a partità di royalties, il pd vuol fare strade, tante strade, per macchine, tante macchine (ma dove mai saranno poi?) e non mai ferrovie locali…è troppo se attendo sue risposte, senatore?