il convegno di ferrandina

dopo il convegno credo sia il momento di fare il punto della situazione di ciò che emerso dalla ricchezza di contenuti espressi a ferrandina…qualcuno comincia a parlare criticamente di energia, di piano energetico regionale, di energie rinnovabili…e lo fa criticamente e laicamente, senza preconcetti o liturgie, cercando di trovare in un percorso del “proporre e fare” la via di espressione pratica di quanto andiamo dicendo tutti da anni…questo modello energetico non funziona più…e non parliamo solo degli idrocarburi nel loro impatto devastante con l’ambiente, ma di tutta una filiera energetica da rinnovare nei suoi presupposti di base, quelli delle logiche imperiali delle multinazionali, che toccano prima di tutto le logiche democratiche…abbiamo bisogno di altre energie – certo che ne abbiamo bisogno! – e nelle more della critica severa al sistema del fossile individuiamo percorsi di rinnovabilità delle fonti e di virtù sostenibile nel loro utilizzo seriamente praticabili e non solo enunciabili come lavacro per le coscienze, ma abbiamo bisogno di un accesso altro al nucleo del “pensare energia”, prima di tutto destrutturando concettualmente le basi dell’ineluttabilità di un certo modello di sviluppo che individua nella “maledizione della crescita continua” il perno intorno a cui far ruotare l’intero sistema energia…vale a dire che lo sviluppo e l’impianto di nuove tecnologie energetico-produttive a nulla servirebbe se non accompagnato dalla democratizzazione e dall’auto-gestione dei canoni di produzione e consumo, a partire proprio da quella trasformazione dell’equivalenza energia=merce in energia=bene comune…questo credo, in sintesi estrema, possa essere quanto le relazioni della mattina hanno individuato nel loro evolversi, sempre strettamente intrecciato tra globale e locale…ed è quanto nel comitato ci diciamo dal primo giorno, opponendo un secco no alle logiche degli idrocarburi, ma affermando un risoluto si alle energie rinnovabili, all’auto-gestione, all’auto-sufficienza, alla democrazia partecipata delle scelte collettive, ad una gestione programmata del territorio e ad uno sviluppo entropico alle logiche dell’ambiente…nel pomeriggio abbiamo sviluppato in un tempo che è e sarà sempre troppo breve, una serie di riflessioni partecipate all’interno dei gruppi di lavoro, riflessioni che in una rapida stesura collettiva di documenti, crediamo possano divenire un primo strumento di rivendicazione alla partecipazione ed alla decisione sulle scelte energetiche di quella parte di popolo lucano che non si riconosce in chi, per stanchezza, poca conoscenza, comparizie o addirittura complicità, contribuisce all’accettazione acritica di un modello imposto di basilicata centrale energetica al soldo di interessi altrui…miko