Tripoli sotto attacco, in azione i Tornado. Esplosione e fumo dal palazzo di Gheddafi

 

Missione per sei caccia italiani, rientrati alla base. La Libia ordina il cessate il fuoco

 20 marzo, 23:37  di Marco Brancaccia

Ancora bombe e missili sulla Libia nel secondo giorno dell’operazione ‘Odissey Dawn’ della coalizione internazionale, che ha visto la prima missione anche di caccia italiani al fianco dei jet statunitensi, britannici e francesi. “Da oggi i nostri aerei compiranno azioni”, ha annunciato il ministro della Difesa, Ignazio La Russa. E poco dopo le 20, sono decollati i primi Tornado dalla base di Trapani Birgi, sede del 37esimo stormo dell’Aeronautica militare: sei in tutto gli aerei italiani partiti per la Libia e rientrati poco dopo le 22:30. “Non siamo entrati in guerra, è un’operazione dell’Onu”, ha sottolineato il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. In serata gli Stati Uniti hanno fatto sapere che le forze della coalizione non hanno l’obiettivo di dare la caccia a Gheddafi e che finora non risultano vittime civili degli attacchi occidentali. Testimoni riferiscono tuttavia di una forte esplosione in serata a Tripoli nelle vicinanze del bunker del Colonnello, da dove si alza una colonna di fumo. Dopo l’esplosione, l’ammiraglio William Gortney ha ribadito in una conferenza stampa al Pentagono che ”Gheddafi non e’ nella lista dei bersagli delle forze della coalizione”. Esplosioni isolate e colpi di contraerea sono echeggiate in serata anche nel centro di Bengasi. I raid, criticati apertamente dalla Lega Araba, hanno permesso di neutralizzare le difese antiaeree di Gheddafi. L’ammiraglio Mike Mullen, capo degli stati maggiori Usa, ha annunciato che la no-fly zone è stata di fatto imposta sui cieli libici, senza perdita apparente di civili. La tv libica sostiene invece che nei bombardamenti di ieri sono morti 48 libici. Le vittime tra i ribelli dall’inizio dei combattimenti sarebbero invece 8.000, secondo un portavoce degli insorti, Abdel Hafiz Ghoga. Nascosto in qualche bunker super segreto, il Colonnello ha fatto sentire la sua voce con un messaggio audio trasmesso dalla tv di stato contenente minacce alla coalizione “di crociati e nazisti” e all’Italia, accusata nuovamente di “tradimento”. “L’attacco alla Libia è una nuova crociata contro l’Islam, ma sarete sconfitti, come già siete stati sconfitti in Iraq, in Vietnam e in Somalia, come vi ha sconfitto Bin Laden”, ha detto Gheddafi, che ha promesso una “guerra lunga e infernale”. “Avete attaccato il civile popolo libico che non vi aveva fatto nulla. Siete barbari, terroristi, mostri e criminali e volete solo il nostro petrolio. Vi combatteremo e vi sconfiggeremo, perché noi siamo oppressi e colui che è oppresso vincerà, mentre gli oppressori saranno sconfitti. Chiudetevi nelle vostre basi e pensateci bene”. La seconda giornata di raid è cominciata attorno alle 12 ora di Tripoli (le 11 in Italia). Fra i vari attacchi, tre bombardieri americani ‘Stealth’, invisibili ai radar, hanno colpito con 40 missili la base aera di Al Watyah, 170 chilometri a sud-ovest di Tripoli. Bombardate anche le difese aeree a Tripoli e distrutta una colonna di carri armati e blindati sulla strada che collega Ajdabiya a Bengasi, la roccaforte degli insorti. Nonostante i raid, però, le truppe lealiste sono riuscite ad entrare a Misurata, terza città libica 170 chilometri ad est di Tripoli insorta in armi contro Gheddafi. Secondo un portavoce dei ribelli, i gheddafiani sono entrati con i carri armati nel centro della città, dove si contano “molti morti”. La fonte afferma anche che “alcune imbarcazioni stanno bloccando il porto impedendo agli aiuti di raggiungere la città. A partire dalle 21 di Tripoli (le 20 in Italia), il governo libico ha annunciato un nuovo cessate il fuoco. “In risposta ad un appello lanciato dall’Unione africana e in risposta alle risoluzioni 1970 e 1973 delle Nazioni Unite”, ha precisato un portavoce dell’esercito libico leggendo un comunicato in tv. Gli Usa lo ritengono un altro bluff. C’é preoccupazione, intanto, per l’equipaggio dell’ ‘Asso 22′, un rimorchiatore italiano trattenuto da ieri pomeriggio nel porto di Tripoli da uomini armati. A bordo ci sono otto italiani, due indiani e un ucraino. Il rimorchiatore aveva riportato a Tripoli alcuni dipendenti libici della National Oil Corporation, il colosso petrolifero di Tripoli, quando alcuni uomini armati, tra cui uno che si sarebbe qualificato come il comandante del porto, hanno fermato l’equipaggio, impedendo alla nave di ripartire. l”Asso 22’ è di proprietà della società ‘Augusta Offshore spa’ di Napoli, specializzata nel servizio di assistenza alle piattaforme petrolifere e in attività di esplorazione. Il ministro degli Esteri, Franco Frattini, ha detto che “non si può escludere un sequestro” ed ha annunciato che il rimorchiatore con gli uomini armati a bordo “sta facendo rotta verso una raffineria dell’Eni”. L’ ‘Asso 22’ si rese protagonista due anni fa di una encomiabile operazione di soccorso di immigrati in mare: nel marzo del 2009, il rimorchiatore riuscì a mettere in salvo oltre 350 migranti al largo delle coste libiche. In quel periodo il rimorchiatore, lungo 75 metri, stava assistendo tre piattaforme petrolifere al largo della Libia quando incrociò una carretta del mare in difficoltà carica di migranti che fu agganciata e rimorchiata fino al porto di Tripoli.

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riporto senza permesso dell’autore, ma spero vorrà capire che in simili momenti ed argomenti ogni diritto d’autore passa in secondo piano e valga solo la maggiore conoscenza possibile dei fatti