Cisl, decolla il salario di produttività23/03/2011 09:22

BAS   Più contrattazione di secondo livello uguale più salario nelle buste paga dei lavoratori lucani. È questo in sintesi il senso dell’accordo siglato nei giorni scorsi tra Cgil, Cisl e Uil e Confindustria di Basilicata sull’applicazione dell’imposta sostitutiva del 10 per cento sul salario di produttività corrisposto dalle imprese lucane aderenti al sistema di rappresentanza di Confindustria per il periodo d’imposta 2011. Lo rende noto il segretario generale della Cisl Basilicata, Nino Falotico, che sottolinea come “questo accordo sia il frutto della riforma contrattuale e del conseguente rafforzamento della contrattazione decentrata, fattori che producono benefici concreti sul salario dei lavoratori e che possono contribuire in maniera sostanziale al rilancio dei consumi interni e, quindi, alla ripresa economica”. Falotico sostiene, inoltre, la necessità di estendere i benefici della riforma contrattuale del 2009 al pubblico impiego, ed è per questo che la Cisl, unitamente alla Uil di Basilicata, appoggiano la campagna promossa dalle rispettive categorie del pubblico impiego affinché la tassazione del salario di produttività per i dipendenti pubblici venga ridotta dall’oltre 30 per cento attuale al 10 per cento.
L’accordo siglato con Confindustria prevede, in particolare, che gli incrementi di produttività, qualità, redditività, innovazione ed efficienza organizzativa corrisposti nel 2010 saranno sottoposti al nuovo regime fiscale agevolato. Le imprese applicheranno l’imposta sostitutiva del 10 per cento a tutti i lavoratori dipendenti anche se occupati presso sedi o stabilimenti situati al di fuori della Basilicata.
Per il segretario della Cisl Falotico “l’intesa siglata con Confindustria integra la contrattazione nazionale stabilendo un quadro normativo certo per l’applicazione delle agevolazioni fiscali stabilite dalla legge e rappresenta un ulteriore passo in avanti verso un sistema contrattuale sempre più articolato in grado di assicurare una più equa redistribuzione della produttività”. Secondo Falotico, infine, “questo accordo rappresenta il primo significativo passo verso una compiuta forma di democrazia economica in cui i lavoratori e le imprese cooperano non solo nella fase della produzione ma anche nella distribuzione dei vantaggi che derivano da un più elevato livello di produttività aziendale”.

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tutto bene parrebbe a leggere l’entusiasmo di falotico e del suo sindacato governativo che fa siglare referendariamente e sotto l’egida di un ricatto occupazionale agli operai fiat accordi-capestro senza lo straccio di un piano industriale…tutt’apposto, quindi!!!…ma qui si parla d’altro evidentemente, perchè legare il salario alla produttività va bene, ma questi sgnori dimenticano che la produttività è legata intimamente alla “vendibilità” di un prodotto ed a stabilire quanto e come si vendano i prodotti sono competizioni internazionali che sempre più spesso riguardano assetti di ricerca e di investimenti che, avendo ricadute dirette sulla qualità del prodotto, influiscono poi sul relatico posizionamento di mercato…quindi la vendibilità di un prodotto risiede sempre meno nella perizia o nella volontà delle maestranze e sempre più in piani industriali a monte…ciò significa che se aumento potenzialmente la capacità reddituale in rapporto alla produttività, quindi elesticizzando una quota parte del salario, e la produttività risente delle quote di mercato, anche una parte del salario risentirà appunto di questa, ponendosi così una situazione di vera e propria precarizzazione della qoata parte dello stesso…ora l’abbassamento delle aliquote fiscali su quella parte di salario influiranno davvero poco se poi contingenze di mercato obbligheranno, come nel caso fiat-sata, a dover inquadrare una settimana al mese di cassa integrazione come parte del salario degli operai…insomma alla fin dei conti l’entusiasmo di falotico dovrebbe fare i conti con la contingenza lucana per rendersi conto che non tutto va bene e che “hai voglia” a parlare di detassazioni se poi il lavoro non c’è e quello che c’è tende ad evaporare…