L’equivoca posizione della Provincia di Potenza su Fenice

Non fosse che toccano argomenti per cui si rischia la salute, ci si sbellicherebbe a leggere i comunicati stampa dell’Amministrazione Provinciale di Potenza riguardo alle questioni ambientali, prodotti in quantità davvero sovrabbondante se paragonati alle attività concretamente effettuate.

Si distingue, per ridondanza, l’Assessore all’Ambiente nonché Vice Presidente dell’Ente Massimo Macchia che, pur di comunicare la sua esistenza, si prodiga nella ricerca di definizioni ed aggettivazioni perlomeno equivoche delle cose di cui tratta, ribadendo con frequenza che “trasparenza e legalità degli atti e dell’operato siano stati i cardini dell’attività politica di questa Amministrazione provinciale”.

L’ultimo esempio che mi consta è il comunicato stampa del 01/04/2011 (sulle pagine del Quotidiano il 02 u.s.) in cui definisce “un momento importante…” “L’approvazione del documento di analisi del rischio” dell’impianto di termodistruzione Fenice di San Nicola di Melfi per cui sollecita, ulteriormente, “…l’approvazione dell’AIA” (Autorizzazione Integrata Ambientale) da parte della Regione Basilicata.

Mi chiedo nell’interesse di chi, l’Assessore, ritenga “importante” l’adozione di una procedura che in gran parte sostituisce le attività materiali (ed i connessi costi) che dovrebbe alternativamente effettuare il gestore dell’impianto e che, sostanzialmente, “sana” i superamenti delle soglie di inquinamento. Mi chiedo perché abbia a cuore che questa autorizzazione delle Regione venga concessa in fretta.

Già in precedenza ho stentato a capire perché la Provincia di Potenza abbia rilasciato un’autorizzazione provvisoria il 14/10/2010 senza alcuna evidenza che Fenice avesse provveduto alla bonifica ed alle opere strutturali tese a prevenire ulteriori contaminazioni. Né mi hanno soccorso altri comunicati stampa diramati in cui si dice che l’assenza dell’AIA “determina” il rilascio di una autorizzazione provvisoria da parte della Provincia (Basilicatanet, 28/03/2011). Vuol forse dire, l’Assessore Macchia, che la Provincia, in tali circostanze, ha l’obbligo di istituire un iter di rilascio dell’autorizzazione provvisoria o, piuttosto, che ne ha facoltà?

Nella seconda ipotesi, non sarebbe stato più responsabile non istituirla, data la condizione di “difetto” del soggetto richiedente? E’ ragionevole che quest’autorizzazione provvisoria sia stata rilasciata ad ottobre nonostante solo molto dopo, nella Conferenza di Servizi del 14/12/2010, si sia “…richiesto a Fenice S.p.a. di adottare specifici interventi per garantire il rispetto di tutte le Concentrazioni Soglia di Contaminazione al punto di conformità e di relazionare sulle operazioni poste in essere o in via di adozione entro il 31.01.2011.” (“Vicenda Fenice. Nota dell’Ufficio Ambiente”, 20/01/2011)?

O, forse, ci spiega che la Provincia era obbligata al rilascio di una autorizzazione in surroga della Regione a favore di un soggetto che stava contravvenendo le norme? E’ un po’ come dire che se una pattuglia della Polizia Stradale mi ferma perché vado a 200 km all’ora ed io non ho ancora conseguito la patente, gli agenti sono tenuti a rilasciarmene una provvisoria purché io li rassicuri della mia intenzione di sostenere l’esame di guida e prometta di rispettare i limiti di velocità.Sarà di certo tutto nella legalità degli atti ma, francamente, la posizione della Provincia sull’inceneritore Fenice è tutt’altro che trasparente, a maggior ragione se si dichiara che “non c’è spazio per gli inceneritori quale metodo per lo smaltimento dei rifiuti” (Basilicatanet, 04/03/2011) nel mentre una certa tolleranza, pur “nella legalità degli atti e dell’operato”, è plateale. Né è chiaro a cosa serva che “..l’Amministrazione Provinciale è pronta al confronto con cittadini e associazioni.” (Basilicatanet, 28/03/2011) a posteriori di tutti gli iter decisionali. Val la pena ricordare che l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA) rende pubblici molti dati a prescindere dal “pieno coinvolgimento” (stesso comunicato) e dalla firma di qualsiasi protocollo.

Con questa attenzione per l’ambiente, inoltre, qualsiasi Osservatorio sui Rifiuti basato sulla collezione di dati formali diventa un inutile spreco di risorse pubbliche quando, invece, sarebbe più opportuno mandare un paio di poliziotti provinciali ed un perito chimico (magari un tecnico dell’ARPAB) a verificare cosa accade in concreto. Macchia si ricordi di essere anche esponente di rilievo di un partito politico il cui leader rivendica spesso la necessità di un linguaggio chiaro ed inequivocabile, ed espliciti, quindi, se intende davvero osteggiare la pratica dell’incenerimento dei rifiuti e se pensa che vada quantomeno non agevolato, se non sanzionato, chi inquina.

Se, invece, intende solo passare la responsabilità politica dell’attuale situazione alla Regione invocando il celere rilascio dell’AIA, sarebbe opportuno prendesse atto che la responsabilità di un “Assessorato all’Ambiente, Aree Protette e Parchi, Politiche per lo sviluppo sostenibile, Tutela dei consumatori” appare, su queste basi, un tantino eccessiva per le sue capacità. 

Danilo Carbone