Mollica: quali le cause intossicazione lavoratori Elbe Sud?07/04/2011 10:49    Il consigliere regionale Mpa ha presentato una interrogazione per conoscere le cause dell’incidente che ha coinvolto i lavoratori della Elbe Sud Italia e chiedere “l’impegno ad intraprendere azioni tempestive di accertamento delle responsabilità”

ACR  “Abbiamo appena discusso in Consiglio regionale, nelle sedute del 29 marzo e 5 aprile, di petrolio, ambiente e monitoraggio ed ecco che sui giornali si legge la notizia dell’intossicazione di venti operai, impiegati nell’Elba Sud, fabbrica adiacente al Centro olii di Viggiano, probabilmente dovute all’ennesima fuga di gas”. A dichiararlo il consigliere Mpa, Francesco Mollica, il quale riferisce che “proprio per conoscere le reali cause che hanno provocato l’avvelenamento di questi lavoratori ho presentato oggi un’interrogazione urgente, chiedendo se effettivamente, così come ci è stato più volte confermato dagli esponenti della Giunta regionale, l’impatto ambientale nelle aree interessate dall’ estrazione petrolifera è sotto controllo e quali azioni intende intraprendere il Governo Regionale per evitare in futuro il ripetersi di tali incidenti”.

Negli ultimi dieci anni – ricorda Mollica – la Regione Basilicata si è affidata solo all’Eni spa per il monitoraggio ambientale nelle zone dove si effettuano le perforazioni, la stessa Eni spa gestore dell’impianto denominato ‘Centro Oli Val d’Agri’ di Viggiano (Pz), ha installato una centralina per il monitoraggio della qualità dell’ aria in località ‘Masseria Puzzolente’ del Comune di Viggiano, svolgendo, dunque, il ruolo di controllore e controllato. Così dopo l’incidente la stessa Eni si affretta a smentire, con puntualità cronometrica, in modo categorico anomalie nei valori misurati di gas presso il centro olio di Viggiano. Nel mese scorso si è svolta, a Matera e Viggiano, la Conferenza Internazionale ‘Petrolio e Ambiente’ (COPAM 2011) per attestare che la Regione intende conoscere a fondo lo stato di salute del territorio e tracciare la via verso un nuovo sviluppo ispirato alla sostenibilità, sviluppo del territorio dove le attività petrolifere devono combinarsi con il benessere delle comunità e il rigoroso rispetto dell’ambiente naturale. A sentire le relazioni del Presidente della Giunta e quelli dell’Assessorato all’Ambiente della Regione è tutto sotto controllo, i dati delle centraline dell’Arpab e dell’Agrobios e di quelli delle fantomatiche stazioni di rilevamento della stessa Eni, sono sempre perfettamente nella norma, omettendo che le estrazioni petrolifere comportano la costante immissione in aria del famoso idrogeno solforato (H2S), il sotto-prodotto principale dell’opera di idro-desulfurizzazione del petrolio che da noi in Basilicata viene monitorato saltuariamente e che può avere effetti devastanti sulla salute. L’ H2S ad alte concentrazioni è un vero e proprio veleno, a basse dosi può causare disturbi neurologici, respiratori, motori, cardiaci e potrebbe essere collegato ad una maggiore ricorrenza di aborti spontanei nelle donne”.

“Ricordando che la vicenda in questione, coinvolge dei lavoratori per i quali è compito della Regione sorvegliare e monitorare la sicurezza sul posto di lavoro, pur apprezzando la tempestività con la quale il presidente de Filippo smentisce l’Eni tramite le rilevazioni dell’Arpab – conclude Mollica – chiedo di conoscere le effettive cause che hanno provocato l’intossicazione e l’impegno ad intraprendere azioni tempestive di accertamento delle responsabilità”.

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ma che strano, il consigliere mollica dice quanto diciamo da tempo sui monitoraggi e nessuno interviene per dire che fa allarmismo?…o che fa sciacallaggio?…assessore mancusi lei perde colpi o si sta occupando della sua difesa “politica” sul caso verdino (il personaggio del famoso videogioco da 83.000 euro “affidato” con incredibile velocità ad un giovane responsabile udc)?