comunicato stampa comunità lucana-movimento no oil

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Non siamo qui a rinfacciare ad alcuno ipocrisie, doppie morali o la protervia…

  

Leggere su un comunicato “ufficiale” del consigliere Autilio che le recenti dichiarazioni – se si vuole promesse fatte ai petrolieri – del ministro allo sviluppo economico Romani circa la soluzione che il governo intende perseguire dei problemi di approvvigionamento di idrocarburi liquidi e gassosi del Paese con l’aumento delle estrazioni in Basilicata e la messa a sistema dell’operatività di permessi ed istanze di ricerca, non mette alcuna allegria, seppur finalmente il lavoro svolto in anni di continui avvertimenti sul rischio di “petrolizzazione” dell’intera regione dal sottoscritto ed altri comincia lento a divenire patrimonio della politica lucana (per il momento solo linguistico, poi vedremo nei fatti).

 

 

Politica lucana che quindi, quando non litiga con ferocia inusitata e piglio aventino per l’attribuzione di alcune sediole alla Presidenza del Consiglio o alle tante commissioni e long list più o meno inutili di cui è infarcita la vita delle istituzioni locali, qualcosa pur percepisce della complessità di problemi le cui denunce delle molte, troppe criticità troppo spesso sono state liquidate come meri allarmismi di ambientalisti nevrotici, o come ebbe a dichiarare un assessore all’ambiente, “sciacalli”.

  

Ebbene, per la prima volta si percepisce un tono preoccupato sulla destinazione coatta a cui molta parte della regione sarebbe destinata se alle parole di Romani seguissero fatti ben più rapidi delle teorie enunciate a suo tempo da Scajola (e concretizzate in una legge, la 99/2009) sulla necessità di estrarre necessariamente, semplicemente e facilmente lì dove c’è il petrolio, cioè in Basilicata, e di farlo non più solo nella sfortunata Valle dell’Agri, ma dovunque uno dei tanti poligoni dell’UNMIG abbia indicato un territorio da concedere alle compagnie per tentare di estorcere idrocarburi ad una terra della quale evidentemente non si intuisce quale funzione altra possa mai avere.

  

Siamo dunque contenti che finalmente il consigliere, ex assessore della passata Giunta Regionale, si sia accorto che quella mappa degli idrocarburi che il sottoscritto, a nome del piccolo movimento che rappresenta e del WWF che finanziò l’impresa per l’esorbitante cifra di 350 euro – risparmio da facili demagogie su quanto tempo impieghino alcuni a concretizzare tali cifre – realizzò e consegnò a Giunta e consiglieri regionali, giunte e consiglieri provinciali di Potenza e Matera, a molti Comuni e soprattutto ai cittadini, per rendere immediatamente visiva la grave situazione che si prospetta.

  

Il consigliere Autilio individua in una moratoria delle autorizzazioni regionali tale possibile freno, pur nel frattempo continuando a vedere nel memorandum il santino di un miracolo impossibile viste le forze in campo e soprattutto gli interessi che non sono solo delle compagnie, ma di molta politica lucana assolutamente trasversale, ma il consigliere forse poco conosce la situazione di uffici le cui competenze in materia di autorizzazioni non hanno mai negato nulla a chi chiedeva di ricercare, stoccare, trivellare, trasportare idrocarburi, competenze e potestà che pur in un dipartimento della Regione Basilicata hanno sede, che pur alla politica, oltre che alle leggi, dovrebbero far riferimento come fonte causale del proprio agire e di cui la politica non ha mai discusso l’operato con il potere di indirizzo che le è proprio, limitandosi a validarne acriticamente le determine in delibere a cui lo stesso Autilio e molti altri hanno però apposto le loro sigle in passati non lontani.

  

Ma non siamo qui a rinfacciare ad alcuno ipocrisie, doppie morali o semplicemente quella protervia di cattivo ed arrogante gusto con cui la politica spesso ammanta di ineluttabile le proprie decisioni, quindi non solo non rinfacciamo nulla ad Autilio – meglio tardi che mai! – ma lo ringraziamo di aver posto un problema che per la verità il sottoscritto pone da tempo, quello di una responsabilità che la politica lucana deve far propria sul problema idrocarburi attraverso una severa legge regionale che, nelle more delle leggi vigenti e della riforma del Titolo V della Costituzione, nel rispetto di quei principi di precauzione, auto-tutela, sussidiarietà, partecipazione pur recepiti in normative nazionali stringenti, ma carenti nelle applicazioni pratiche nei territori, regoli definitivamente l’atteggiamento  della regione rispetto agli appetiti antropofagi di idrocarburi che ci fanno damigiana petrolifera.

  

Miko Somma, coordinatore regionale di Comunità Lucana-Movimento No Oil