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ed a riguardo del precedente articolo…

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La stagione del fato

 

 

Stupisce apprendere da lancio del sito istituzionale dell’inconsueta procedura di nomina di uno dei tre commissari incaricati del governo degli appalti dello schema idrico Bradano e ciò a motivo della scelta del presidente De Filippo di non farsi carico della nomina di sua competenza, ma di sorteggiarla tra il personale dirigente della Regione che abbia maturato significative esperienze nelle opere idrauliche di grande dimensione.

 

 

Se a prima vista infatti tale procedura inconsueta per il governo delle acque o meglio degli appalti che ne determineranno la gestione pratica potrebbe pure apparire una recessione dal mandato tipico della politica di indicare ed assumersi responsabilità in merito dopo l’affaire Sigillito, nominato proprio da De Filippo alla passata guida dell’ARPAB, apparendo magari pruderie ritardata senza pubblica riflessione sul “chi nomina chi e dove lo nomina” che pure avrebbe dovuto essere stimolata, come accontentarsi dei commenti dell’apparato dei media governativi che sottintenderebbero la benignità quasi affettuosa nel gesto del presidente?

  

Ed infatti non ci accontentiamo affatto, avendo avuto ripetutamente prove di una politica che con i suoi annessi sodali lottizza o colonizza ogni spazio civile, logico allora appare chiedersi perché proprio ora e solo in questo caso tale bizzarra procedura.

  

Facciamo dunque una ipotesi a partire da una domanda. Quanti sono i dirigenti regionali che in base alle indicazioni sulle competenze presentano le caratteristiche professionali richieste nello specifico di un settore ad elevato tasso di competenza specifica e soprattutto chi sono, se pure se ne trovasse più d’uno a presentare tali caratteristiche?

  

Ed ancora, trattandosi di grandi investimenti, valutati in circa 450 milioni di euro, effettuati dallo EIPLI (Ente per l’Irrigazione di Puglia, Lucania ed Irpinia) in predicato di liquidazione come ricavato dal testo in manovra in approvazione alle Camere e le cui attività e patrimonio passerebbero a quei non meglio indicati enti o società regionali che nello specifico troverebbero in Acqua s.p.a. il naturale approdo, è il caso di seguire questa procedura di sorteggio, trovandosi già all’indomani della pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale una commissione di aggiudicazione degli appalti relativi composta da un membro di Governo, un membro sorteggiato dalla regione Basilicata, ed un terzo che essendo a competenza EIPLI diverrebbe di fatto un delegato Acqua s.p.a. quale probabile successore del vecchio ente?

  

Una situazione questa che oltre a creare squilibrio tra mandanti e mandatari nella postazione delicata di chi gestisce fondi per lo schema idrico Bradano prima assegnati ad EIPLI che passerebbero quasi d’obbligo ad Acqua s.p.a., società questa a proprietà della Regione Basilicata al 60% e per il restante 40% della regione Puglia, nata per la gestione del patrimonio degli invasi e relative reti, creerebbe la identificazione tra controllore e controllato nella gestione dei fondi stessi.

  

Appare chiara sulla base di questa congettura la terza domanda. Chi ha interesse a far convergere su Acqua s.p.a. tanto potere in una commissione a soli tre membri, di cui due facenti in qualche modo capo all’apparato della Regione Basilicata, per la gestione non solo degli appalti, ma di fatto di buona parte dell’acqua irrigua che sulla base dello schema rifornirebbe la regione Puglia e la zona nord-est della Basilicata? Un affare colossale che nelle pieghe della manovra in materia di liberalizzazione dei servizi locali ed in beffa allo stesso referendum di giugno potrebbe essere assegnato a privati agendo proprio su quel 40% di proprietà della Regione Puglia e di fatto gli appalti assegnati dalla commissione essere la caramella pubblica per la golosità privata.

  

Ma ovviamente si tratta solo di congetture, mentre  la realtà ci dice che il presidente magnanimamente affida alla sorte la selezione di una carica, inaugurando forse la stagione del fato e della casualità al governo della politica.

  

Miko Somma, coordinatore regionale di Comunità Lucana-Movimento No Oil verso il partito della Comunità Lucana