la fine dell’agricoltura lucana…o quel che ne rimane

Misura 311 del Psr, approvato bando di attuazione

19/12/2011 13:09    Per l’assessore Mazzocco è l’occasione per diversificare le fonti di reddito delle famiglie agricole e favorire la permanenza dei giovani nel settore AGR   Su proposta dell’assessore all’Agricoltura, Vilma Mazzocco, la Giunta regionale ha approvato lo schema di Bando di attuazione della Misura 311 del Psr Basilicata 2007-2013.
La misura riguarda la diversificazione in attività non agricole e finanzia (con l’Azione A) gli investimenti per l’attività agrituristica” e (con l’Azione B) gli investimenti per la creazione e l’ampliamento delle fattorie multifunzionali. La disponibilità finanziaria del bando è di 3,6 milioni di euro.
“Con il provvedimento – spiega l’assessore Mazzocco – si intende accrescere la fruibilità del territorio e le opportunità occupazionali dei territori rurali attraverso lo sviluppo ed il sostegno di attività non tradizionalmente agricole, che consentano di diversificare il reddito dell’azienda agricola ed attivare rapporti economici con soggetti operanti al di fuori del settore agroalimentare. Sono previsti – spiega ancora Mazzocco – incentivi per il finanziamento di interventi all’interno delle aziende agricole di attività di agriturismo, mediante l’utilizzo di locali non più necessari alle attività agricole, da destinare ad alloggio e ristorazione, ad attività di divulgazione riguardanti il mondo rurale, ad attività sociali, ad attività artigianali tipiche del mondo rurale o che rischiano di estinguersi come lavorazione del legno, del ricamo, della sartoria e della ceramica. Saranno inoltre concessi finanziamenti per attività ricreative, sportive e di soggiorno all’aria aperta attraverso la realizzazione di aree attrezzate per agri-campeggi, percorsi didattico-naturalistici e piccoli impianti sportivi funzionali al soggiorno temporaneo degli ospiti in azienda. Il provvedimento – osserva Mazzocco – mira a diversificare le fonti di reddito delle famiglie agricole, a favorire la permanenza dei giovani nel settore, ad accrescere l’attrattività dell’ambiente rurale, a migliorare l’offerta turistica e il piccolo commercio e a legare la coltivazione, l’allevamento e la trasformazione dei prodotti a servizi di utilità sociale”.
Il Bando con tutti gli allegati sarà pubblicato sul prossimo Bollettino Ufficiale della Regione Basilicata e sui siti internet www.basilicatanet.it www.basilicatapsr.it www.arbea.basilicata.it.
La domanda di aiuto andrà compilata in forma telematica, utilizzando le funzionalità on-line messe a disposizione dall’Organismo Pagatore sul portale Sian, entro e non oltre sessanta giorni successivi alla pubblicazione del bando.
La Domanda potrà essere presentata per il tramite di un Centro Autorizzato di Assistenza Agricola o da un libero professionista in possesso delle credenziali di accesso all’area riservata del portale del Sian.
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allora qui siamo alla presa in giro…l’azione 311 nella visione che ne fornisce la meno competente tra gli incompetenti che gestiscono l’agricoltura lucana parla delle azioni oggetto di contribuzione, ma omette di precisare che nella azione A è previsato il finanziamento di produzione e vendita di energia rinnovabile…

se andiamo infatti a prendere i testi originali che chiunque può ricavare, si legge che alla misura A corrisponde

 Diversificazione, che prevede le seguenti tipologie di interventi:
-attività socio-assistenziali e attività educative e didattiche;
-salvaguardia dei mestieri tradizionali del mondo rurale;
produzione e vendita di energia da fonti rinnovabili;
-attività ricreative tramite animali connesse al mondo rurale;
-attività ricreative e sportive connesse alle risorse naturali e paesaggistiche e alle tradizioni rurali.

ora fin qui nulla di male nel poter finanziare piccoli impianti di produzione e – perchè no? – vendita di energia elettrica, ma allora perchè ometterli dall’elenco…errore del giornalista, errore di poco professionali uffici stampa (un dramma questo che accomuna tutti ma proprio tutti) o magari consapevole svista per impedire di vedere che il vulnus dell’intera azione A per i nostri governanti è proprio nella produzione -vendita di energia?…

propenderei per la consapevole svista…ora sarebbe una lunga storia raccontare tutto dall’inizio, ma sappiano i lettori che questa azione transita in un ufficio del dipartimento che si occupa solo di questa specifica misura e che guarda caso nei tempi passati si è occupato di messa a riposo ventennale dei terreni (poi occorrerebbe spendere due parole sul dirigente dell’ufficio e sulle sue parentele e sulle postazioni che occupavano proprio quelle parentele, ma andremmo davvero lontano)…

lecito quindi pensare che sarà proprio su questi terreni che insisterà la parte energetica della misura, terreni in massima parte concentrati nella zona sud della regione tra aliano, stigliano, sant’arcangelo, craco, etc etc…e credete che tutto questo significherà altri pannelli solari oltre ai tanti che già punteggiano la regione (con una punta di 20 impianti costruiti o da costruire a satriano di lucania)?….ma no, amici miei, perchè trattandosi di misure dedicate alla diversificazione delle produzioni agricole e non essendo cumulabili con altri interventi (vedi conto energia nelle sue varie versioni), pare evidente vadano nella direzione della produzione o di bio-masse per combustione in alcuni quasi-costruendi impianti fuori taglia (i 40 mw della centrale di stigliano, tanto per dirne una) o di coltivazioni a produzione di bio-etilene, meglio conosciuto come bio-carburante…

ed è abbastanza chiaro che se nella prima ipotesi si tratta di una corsia preferenziale per una produzione di bio-masse vegetali per alimentare una centrale fuori da ogni logica dimensionale (non basterebbero tutti i boschi lucani ad alimentarla) che è ovvio che finirà per bruciare ciò che le leggi correnti dello stato e così della regione basilicata (e per leggi intendiamo anche delibere di giunta e determine dirigenziale con effetto regolamentare), cioè rifiuti selezionati a cdr o css (combustibili da rifiuti) che le stesse leggi equiparano alla legna biologica ed ammettono persino a finanziamento ex cip-6 che ovviamente da altre regioni del tutto legalmente arriveranno (la 152/06 mentre non consente spostamenti degli rsu, necessitando nel caso dell’emergenza di napoli un decreto del governo, nel caso di rifiuto selezionato lo consente tranquillamenete come una qualsiasi merce), nella seconda delle ipotesi apre una prospettiva ancora poco chiara a molti, la messa a destinazione dell’agricoltura lucana alla produzione di bio-etanolo o bio-energie in genere, anche in rapporto alla prima delle ipotesi formulate…

non trattandosi per ovvi motivi dimensionali (il costo di un impianto) di auto-produzione volta al soddisfacimento dei propri bisogni interni, tale contribuzione pare aprire la strada alla penetrazione di coltivazioni dedicate alla produzione energetica in un momento in cui le aziende agricole sono in palese sofferenza sulle colture tradizionali…è da ricordare infatti che redditualmente una simile coltivazione avrebbe una remunerazione superiore ad altre colture…una strada che conduce dritti nelle braccia di alcune aziende specializzate nel settore ed in grado non solo di fornire sementi dedicate, ma di acquisire il prodotto e magari impiantare plessi produttivi del tutto fuori dalla programmazione PIEAR o che in questa rienterebbero dalla finestra, essendo andata deserta l’assegnazione dei 50 mw previsti proprio sulle bio-masse…

qualcuno così si chiederà se quegli impianti eventualmente finanziati dalla misura allora non rappresentino che una pezza di riempimento delle previsioni del piano energetico e senz’altro lo sono, ma allora perchè finanziarle due volte, una a livello di stato, una a livello regionale, ma in maniera del tutto impropria trattandosi di misure ad altro dedicate?…

e non finisce qui, perchè aprire la strada a queste coltivazioni creerebbe le condizioni di morte di ciò che resta dell’agricoltura lucana a fini alimentari che a quel punto non sarebbe più competitiva con la produzione energetica, finendo per soccombere alla destinazione energetica che si imporrebbe ed alla lunga essendo la filiera della stessa necessitante di grandi estensioni ciò potrebbe portare a fenomeni di accaparramento di terreni da parte direttamente di alcune aziende specializzate nella produzione di bio-energia…da ricordare inoltre che della misura possono beneficiare anche agricoltori iscritti temporaneamente ed a titolo non prevalente negli elenchi degli imprenditori agricoli…

se ambientalmente sappiamo quale è il rischio delle produzioni a bio-energia, grande uso di sementi conciate che influiscono sul ciclo riproduttivo degli insetti pronubi (quindi niente impollinazione), aumento nel consumo di acqua irrigua (tali coltivazioni, prevalentemente mais, necessitano di enormi quantuitativi di acqua), introduzione surrettizia di sementi ogm (con pericoli di ibridazione delle altre colture), a livello di catena alimentare sappiamo che ciò concurrebbe lontano da ogni forma possibile di sovranità alimentare con conseguenze anche occupazionali sul numero degli addetti (tali produzioni sono fortemente meccanizzate), ma uno dei pericoli maggiori sarebbe rappresentato da fenomeni di ricostruzione di latifondo (troppo facile per chi detiene capitali persuadere gli agricoltori a cedere i propri terreni magari poco produttivi finora)…

in un caso o nell’altro, che si tratti di uno dei tanti imbrogli consumati sull’uso dei fondi comunitari per l’agricoltura attraverso distorsioni degli stessi, o che si tratti di meccanismi maggiori dimensionalmente, invitiamo la magistratura a sorvegliare attentamente quanto accadrà