Caccia, le proposte di Robortella (Pd) e Singetta (Api)

20/12/2011 13:17

Si è discusso di caccia, di problematiche relative al calendario venatorio, di difesa del territorio e di aree protette nel corso dell’incontro “La difesa del territorio lucano”, organizzato ieri in Regione dai consiglieri Robortella e Singetta ACR “La costituzione di un comitato spontaneo di cittadini del potentino e del lagonegrese, che ha assunto il nome di ‘Comitato per la Difesa del Territorio Lucano’, è stato l’input per avviare una serie di incontri con i cittadini, in varie realtà del territorio, per discutere su problematiche legate all’ambiente, alla necessità della sua tutela, nonchè di caccia, di vita nei Parchi e, più in generale, dell’esigenza di contemperare le varie esigenze di chi ama la natura, di chi vive le zone protette come mera limitazione, di chi pratica attività venatoria, etc.”. E’ quanto affermato dai consiglieri regionali Alessandro Singetta (Api) e Pasquale Robortella (Pd) che si dicono “fiduciosi nell’azione ‘spontanea’ di questo gruppo di cittadini (cacciatori e non) che, attraverso le loro istanze, i loro suggerimenti, i loro quesiti, ci hanno spronato a ricercare forme di intervento capaci di rendere la legislazione regionale vigente in materia venatoria più aderente alle loro esigenze, perché non vi è dubbio che è sempre più sentita l’esigenza di contemperare la passione per lo sport della caccia con la difesa e la tutela dell’ambiente. Se si considerano, inoltre, le potenzialità di sviluppo economico legate all’attività venatoria, si capisce bene perché essa meriti attenzioni maggiori ed interventi mirati”.“L’esperienza portata dai rappresentanti delle Associazioni venatorie regionali, tra cui Arci Caccia, ItalCaccia e FederCaccia – hanno aggiunto Singetta e Robortella – ci ha consentito di raccogliere utili elementi per implementare, correggere e migliorare la proposta di legge di modifica della legge quadro sulla caccia, presentata nei mesi scorsi. La necessità di ridefinire e meglio qualificare i compiti della Provincia, nonché il ruolo ed il numero degli A.t.c., e di ascoltare le istanze delle associazioni venatorie operanti in Regione, sono il presupposto per disegnare una disciplina snella e concordata tra Regione, Province e Ambiti territoriali di caccia”.

“Indubbiamente i problemi sono molteplici e non tutti di rapida soluzione – hanno concluso i due consiglieri – ma se si inizia a ragionare in maniera seria e trasparente, attraverso un confronto con le associazioni di settore ed i loro iscritti, si potrà giungere ad un riassetto normativo della materia, non più rimandabile e soprattutto auspicabile per evitare danni al patrimonio faunistico della nostra Regione”.

Singetta e Robortella, oltre ad illustrare la proposta di legge di modifica della legge regionale 2/95 in materia di caccia, hanno annunciato anche che gli incontri sul territorio proseguiranno, il prossimo si terrà a Spinoso l’8 gennaio.

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contemperare le esigenze di chi ama la natura e di chi vive le zone protette come limitazione?…la caccia è uno sport?…poitenzialità di sviluppo economico?…questa gente forse è confusa, molto confusa…

ora che io sia o meno contro la caccia poco rileva poichè tale attività è tutelata dalle leggi dello stato con poteri di regolamentazione concessi alle regioni ed in delega alcune attività alle province…regolamentazione della regione dunque nel quadro di autorizzazione all’esercizio venatorio, quindi nessuna polemica sui poveri uccellini o lepracchiotti, ma stiamo ai fatti…

l’attuale regime di regolamentazione è sin troppo permissivo perchè le associazioni venatorie (che poi gestiscono gli atc, ambiti territoriali di caccia, e ne percepiscono i lauti ritorni dei permessi annuali di caccia) ne chiedano ulteriori aperture, anche in rapporto ai danni che alcune loro operazioni hanno causato in regione…è voce comune infatti che l’aumentare dei cinghiali in regione dipenda proprio dalla logica di reimmissione di animali non autogeni del territorio (il cinghiale dei balcani per intenderci) e molto più resistenti ai predatori per via delle dimensioni e tali da non poter avere nemici naturali in grado di tenerne a bada il numero…e potremmo citare reimmissioni di fauna selvatica che non ripopolano affatto il territorio perchè cacciate e sterminate subito, quindi in palese violazione dell’idea stessa del ripopolamento (che infatti loro stessi definiscono “lanci” quasi a sottolinearne l’estemporaneità)…

ma lungi da me l’idea di fare una crociata contro costoro che comunque pagano – eccome se pagano! – le loro passeggiate fuciliere…il problema qui è come far convivere e non solo nelle zone protette (che sono un vincolo e che come tale devono essere sentite se vogliamo siano rispettate…altra cosa poi è quanto il vincolo sia intelligente rispetto alla capacità di farlo osservare!!!) una popolazione faunistico che al momento resiste proprio perchè ci sono vincoli spaziali e temporanei alla caccia, ma di cui non si è mai seriamente discusso un serio ripopolamento basato su un periodo di ferma prolungata della predazione specifica per dar modo alla specie di allocarsi stabilmente sul territorio e costituire così nel permanere di un vincolo stringente, popolazione ben resistente alla predazione stessa che in quel caso sarebbe tollerabile se ristretta per esempio e tassativamenete ai soli cacciatori lucani…la stessa cosa che oggettivamente andrebbe fatta con funghi, tartufi ed ogni frutto del bosco…

quindi se ben venga adattare la legge 2/95 a scenari mutati (anche da attività antropiche alla caccia…e penso al petrolio o agli impianti impattanti o al carco eccessivo di antropizzazione in alcune aree), ma attenzione a cedere alle lusinghe elettorali…perchè è chiaro che sono i voti che insistono su una materia ad interessare i politicanti, mai la materia in quanto tale che oltretutto forse meglio andrebbe studiata dai consiglieri regionali tutti