e lo chiamano sviluppo

Finanziaria, De Filippo: con rigore garantiamo welfare e crescita

20/12/2011 18:50
Il presidente illustra la manovra in Consiglio.”Dobbiamo sostenere una ripresa che mostra i suoi primi segnali anche in regione. Più tagli nei trasferimenti rispetto all’anno scorso ma la manovra di assestamento ha messo i conti in sicurezza”.

AGR Il 2011 per la Basilicata ha mostrato i primi timidi segnali di uscita dalla crisi, ma l’opera di rigore attuata dalla Regione Basilicata non può dirsi conclusa e deve proseguire tanto in virtù delle ulteriori difficoltà finanziare dovute alla situazione nazionale e internazionale, tanto per essere in grado di affrontare difficoltà di livello globale non prevedibili e non determinabili dalle sole scelte locali”. Così il presidente De Filippo ha spiegato al Consiglio regionale le scelte fatte con la Finanziaria 2012 “articolata – ha sintetizzati lungo i tre assi del rigore, dell’equità e della crescita”.
Il rigore, De Filippo, lo ha spiegato dati alla mano. “Il bilancio del prossimo anno – ha detto – risentirà di ulteriori tagli nei trasferimenti dello Stato, che si attestano a 112 milioni di euro a fronte degli 88 del 2011, e di una serie di spese prima coperte da trasferimenti statali ora interamente poste a carico del bilancio regionale, come è per le politiche sociali e il personale delle comunità montane. Fortunatamente – ha spiegato il presidente – ci siamo mossi con previdente anticipo, e la manovra di assestamento fatta sul bilancio 2011 ci ha garantito la tenuta dei conti. Contiamo di avere un dimezzamento del deficit della sanità recuperando risorse per circa 20 milioni, ma il decreto Monti ha previsto una riduzione del Fondo sanitario nazionale che dovrebbe essere compensata da un’addizionale Irpef, che in Basilicata prevediamo nella minore misura possibile, passando dallo 0,9 all’1,23%, mentre il previsto aumento delle royalty sulle estrazioni di petrolio e gas ci ha consegnato un ulteriore spazio di manovra di circa 15 milioni di euro. Ma la scelta di rigore assoluto è l’unica che garantisce la tenuta dei conti”
De Filippo ha anche affrontato il tema del Patto di Stabilità, delle notevoli sanzioni previste per un eventuale sforamento che la Basilicata è riuscita anche quest’anno a scongiurare e delle ulteriori difficoltà create dall’applicazione dei vincoli alla Regione e al tessuto produttivo. “Gli interventi del credito agli operatori che vantano crediti nei confronti della pubblica amministrazione – ha spiegato – ha offerto soluzioni solamente parziali lasciando parte degli imprenditori nell’impossibilità di incassare somme che pure gli spettano. Quest’anno la quota di spesa a nostra disposizione, si attesterà al di sotto dei 600 milioni a fronte dei 628 del 2011, ed è per questo ulteriormente necessario prevedere nuovi interventi anche se, su questo fronte, una novità positiva potrà venire dalla previsione contenuta nel decreto “Salva Italia” secondo cui si potrà contare su una quota aggiuntiva di patto di stabilità per il cofinanziamento dei fondi strutturali comunitari in tutte le regioni dell’obiettivo convergenza e phasing in dell’obiettivo competitività, anche se ancora non si conosce l’impatto che tale previsione potrà avere sulla Basilicata. Per questo – ha spiegato De Filippo – abbiamo deciso di rendere ancor più efficace l’intervento di regionalizzazione del patto di stabilità per consentire alle amministrazioni che ne hanno bisogno di utilizzare quote di spesa di altre amministrazioni che, pure avendone disponibilità, non le utilizzeranno”.
Quanto ai fondi europei, De Filippo ha mostrato il buon andamento degli interventi messi in atto con Fesr, Feasr e Fse “confermando – ha detto – la nostra capacità di utilizzo di queste risorse che ci è stata unanimemente riconosciuta da tutti i governi che si sono succeduti in questi anni e ottenendo anche vantaggi aggiuntivi nell’ambito dell’iniziative per l’accelerazione della spesa che lo Stato ha intrapreso affiancandosi alle regioni del Mezzogiorno, e che ha visto la Basilicata non subire la riprogrammazione di propri fondi su obiettivi strategici nazionali e usufruire dei vantaggi delle somme riprogrammate di altre Regioni”.
Pur portando all’estremo la linea del rigore – ha però spiegato De Filippo – le scelte per il 2012 sono esattamente in linea con quelle messe in campo per il 2001, ossia non far mancare risorse alla coesione sociale e allo sviluppo. E per questo ci siamo fatti carico di garantire col bilancio regionale tutti gli interventi, inclusi quelli che prima erano a carico dello Stato e che oggi, venendo meno, finirebbero con l’aggravare ulteriormente la già difficile situazione di persone e famiglie”. Il presidente ha, in particolare, citato il contributo per la stabilizzazione dei lavoratori Asu autofinanziati (1 milione di euro), il contributo per l’inserimento lavorativo dei soggetti diversamente abili (1 milione di euro), il contributo alle Province per il sostegno agli studenti diversamente abili (380 mila euro), il sostegno alla qualificazione dei servizi educativi nelle scuole del primo ciclo di istruzione (1 milione di euro), il fondo per le politiche sociali regionali (24 milioni di euro), il fondo per le vittime dell’usura (400 mila euro), e ancora i 42 milioni per l’assetto del territorio coi quali si garantiranno le attività di forestazione. “Consideriamo la coesione sociale – ha detto De Filippo – uno dei principali fattori di forza del nostro sistema e per questo è particolarmente importante garantire la tenuta oltre che per aiutare le nostre famiglie per garantire un sostegno alla ripresa”.
Ripresa che – ha spiegato De Filippo – inizia a farsi avvertire. ”L’economia lucana – ha detto – è entrata in recessione in ritardo rispetto al resto del Paese perché “protetta” nel 2008-2009 dai modesti tassi di internazionalizzazione e dagli incentivi al comparto auto motive, per cui è stato nel 2010, anno in cui gli incentivi si sono esauriti e gli scambi internazionali sono tornati a crescere che la Basilicata si è dovuta confrontare con la più dura recessione. Nei primi mesi del 2011 – ha proseguito De Filippo – si sono registrati però i primi elementi incoraggianti di stabilizzazione produttiva ed occupazionale, ovvero, ancora una volta in ritardo rispetto ai fenomeni nel resto del Paese, i segnali di una lieve ripresa”. De Filippo ha citato “una ripresa delle esportazioni nel primo semestre attestatasi al più 12,1%, il miglioramento, nello stesso periodo, dei principali indicatori relativi al mercato del lavoro, una crescita del numero di imprese attive, sempre nel primo semestre 2011, dello 0,6% previsioni di crescita produttiva per il manifatturiero e, ancora nei primi sei mesi dell’anno, i servizi e una crescita del 7,4% degli impieghi bancari per le imprese che è più marcata, con l’11,2% per gli impieghi in favore di imprese con meno di 5 dipendenti. Tutto ciò – ha osservato De Filippo – si traduce in una previsione di ripresa del Pil regionale per il 2011 formulata dallo Svimez del +0,5% che è un dato superiore a quello del Mezzogiorno, pari allo 0,1%, e allineato a quello nazionale che è dello 0,6%”.
Segnali di ripresa che la Regione ha accompagnato con interventi di sostegno allo sviluppo che andranno avanti anche con il nuovo anno. “Siamo riusciti ad avviare prima del 2012, anno programmato per realizzare interamente Obiettivo Basilicata 2012,– ha sottolineato il presidente – un significativo ventaglio di 8 interventi per un valore finanziario complessivo di ben 64 milioni di euro sui 150 stimati per il patto di sistema per il lavoro e la crescita. Può essere utile, soltanto per dare conto dello sforzo finanziario poderoso, che il pacchetto varato da una regione ricca come l’Emilia denominato Patto per una crescita intelligente consta di 70 milioni di euro. Abbiamo messo in campo azioni sul versante dell’occupazione (Microcredito, Venture Capital, Industria delle Costruzioni); sul versante della lotta alla burocrazia eccessiva e a sostegno dei processi d’innovazione della Regione (Task force per la sburocratizzazione, Legge regionale sulla Qualità della formazione e della semplificazione amministrativa) ed interventi per una maggiore competitività (Banda Larga, contrasto al lavoro irregolare, Contratti di rete). Ed a breve partirà una delle misure più forti di Obiettivo Basilicata 2012 da cui ci aspettiamo una scossa positiva a vantaggio dei giovani. E’ il Credito d’imposta per l’occupazione. Nel Piano d’azione per il Sud vengono stanziati 2 milioni di euro, che contiamo di rimpinguare adeguatamente”. Ancora, De Filippo ha illustrato gli interventi a sostegno dell’istruzione e dell’Università di Basilicata, tanto col sostegno all’ateneo “che ha consentito di mettere definitivamente in sicurezza la nostra Università” che con gli investimenti per le case dello studente e le altre strutture per gli universitari, sulle quali la Regione ha concentrato i 15 milioni di un’intesa col governo che saranno sbloccati domani. E sempre sul versane della Cultura De Filippo ha parlato del sostegno alla candidatura di Matera a capitale europea della Cultura, “che al di là degli essi già sta sviluppando una visibilità sulla regione e su Matera. Abbiamo previsto una posta in bilancio di 150mila euro perché contiamo di utilizzare somme più consistenti del Fesr”.
“Buoni esempi – ha spiegato De Filippo – che si uniscono ad altri importanti interventi sull’occupazione il welfare e la ricerca, solo per citarne altri, che dimostrano come ben al di là dell’assetto corto di finanza pubblica, il lavoro costante e delicato di combinazione tra rigore contabile, programmazione negoziata e accelerazione sullo sviluppo sia in grado non solo di spostare più avanti il punto limite di equilibrio, ma anche di saperlo spendere a tutto vantaggio di obiettivi di crescita”. Un impegno che si sostanzia anche nei 25 milioni di euro stanziati per ricerca, innovazione e trasferimento tecnologico, nei 24 milioni destinati alla politica agricola regionale, nei 13 che il bilancio 2012 individua per i programmi di diffusione della banda larga.
“Presto – ha annunciato De Filippo – si sbloccheranno anche i fondi Fas relativi all’ambiente, somme che noi abbiamo deciso di indirizzare con una forte attenzione sulle bonifiche. C’è una positiva accelerazione sul tema del Memorandum del quale ho potuto parlare con il presidente Monti, sottolineato come si incentri alle quattro aree individuate come strategiche nell’intesa col Governo sul Mezzogiorno. E c’è da dire – ha osservato De Filippo – che al di là dei tagli, delle difficoltà, dei problemi, il governo Monti sembra improntato ad una lealtà istituzionale importante nel sistema di relazioni istituzionali”.
De Filippo ha poi fatto cenno alle prospettive introdotte dal “decreto salva Italia”, con il taglio che interessa le Province, il trasferimento di personale e funzioni “in uno scenario nazionale – ha spiegato – che si incentra sempre più sul livello comunale, prevedendo per quest’ultimo anche un’accelerazione sulle funzioni da gestire in modo associato e delle unioni di comuni”.
“Anche per il 2012 – ha concluso De Filippo – nonostante questo tempo difficilissimo e di precarietà statale siamo riusciti a costruire una finanziaria che mette in sicurezza il nostro welfare, certifica anche agli occhi degli analisti indipendenti come Moody’s, l’equilibrio del bilancio ed il rigore della spesa pur non tralasciando di sviluppare azioni a favore della crescita economica e dell’innovazione territoriale. Un impegno che si incrocia con un forte dibattito politico, con vicende nazionali e con temi che il dibattito politico nazionale può immettere nel dibattito di questa regione. Io ho chiesto alla maggioranza di mettere la Basilicata al primo posto e di mettere in primo piano una manovra di bilancio difficile da portare con senso di responsabilità a compimento. Vi invito ad uno scambio di opinioni duro ma democratico, facendo tesoro dei valori di lealtà che hanno contraddistinto la coalizione, e finalizzando un lavoro che dovrebbe farci essere tutti orgogliosi di questa Regione. Abbiamo saputo mettere in campo in più occasioni una reazione ‘multilivello’ alle difficoltà del momento, stringendoci tutti ‘a corte’ come dice l’inno nazionale, per lavorare a risultati importanti per la nostra Regione, al di là delle posizioni politiche, anche a costo di far pensare a inesistenti inciuci, ma anticipando un analogo atteggiamento adottato a livello nazionale con la convergenza su scelte utili a tutto il Paese. Noi questo sussulto lo abbiamo avuto prima, e devo prendere atto che il giudizio che hanno della Basilicata, a partire dal Presidente del Consiglio, è estremamente positivo. Io credo che noi, complessivamente, avevamo visto bene e prima. E la stessa cosa dicasi con Obiettivo 2012 con cui noi abbiamo messo insieme in un modello di concertazione associazioni datoriali e sindacati, quando a livello nazionale non riuscivano a dialogare prima di intraprendere un percorso analogo a quello avviato in Basilicata. E sono questi – ha concluso De Filippo – gli elementi che più nelle difficoltà possono farci ben sperare”.

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allora, siamo ben coscienti delle ristrettezze in cui versano i bilanci regionali tutti e così quello della nostra regione per via di un disposto di manovre che nel corso dell’ultimi anni, e l’ultimo in modo particolare, hanno “tagliato” la voce dei trasferimenti statali in poste estremamente importanti e con una serie di vincoli molto stringenti, ma a “banalizzare” tutto come fa questo presidente proprio non ci stiamo e non accettiamo quel modello di basilicata virtuosa che costui declama a propria e delle sua incompetenti giunte, di oggi come di ieri, discolpa verso problematiche che se non sono nate con lui certo un aggravamento hanno registrato per via di una politica del tutto spalmata su concetti “altri” rispetto alla realtà locale, ma andiamo con ordine…

se infatti il presidente cita la crisi internazionale e la estrema difficoltà di manovre contro di essa dal punto di vista locale, è pur vero che citare a mo’ di pappagallo le tre parole d’ordine (in verità assai vuote) della moda montiana in voga dalle sue parti (quelle di una parte politica psicoticamente incapace di avere proprie autonome determinazioni sull’andamento economico e sul senso che l’economia deve avere per essere davvero fatto sociale…ed è ovvio che dall’altra parte c’è il nulla criminale e bunga-tranquillizzante di una destra vergognosa) si rischia la cattiva figura, almeno a declinarla dalle nostre parti…

perchè se costui cita il personale delle comunità montane che è ora a carico del bilancio regionale, pur dovrebbe dire qualche parolina sui meccanismi di assunzione clientelare che in passato hanno consentito agli organigrammi di “gonfiarsi” in favore di sostanziosi travasi di consensi elettorali, forestali compresi, qualcosa dovrebbe dire su comunità ancora in un commissariamento che presupponiamo durerà fino a quando non si saranno trovati posticini comodi per i presidenti, e se cita come una cosuccia da niente un’addizionale irpef che avrebbe potuto essere evitata con una più pronta rinegoziazione delle royalties del petrolio e con il versamento delle stesse nel bilancio regionale e non più nelle assurde operazioni con cui finora si è finanziato il nulla, vuol dire che siamo alla deviazione sistematica dal senso logico delle cose…

infatti se poco o nulla sappiamo, come lui stesso ammette, di alcuni perversi meccanismi che pare sblocchino in manovra alcuni assett finanziari derivanti da fondi europei, parlare di buona gestione dei fondi finora spesi è ridicolo, poichè se l’unione chiede di monitorare solo lo stato della spesa effettivamente sostenuta e di impiegare al massimo gli stessi fondi, ad un presidente pur dovrebbe passare per la mente se qualche risultato questa spesa lo abbia o meno prodotto…e francamente, senza entrare in dettagli direi inutili perchè visibili a tutti, i risultati sono del tutto scadenti, quando non assenti in ogni campo, dall’agricoltura che langue in una marginalizzazione pericolosamente voluta per costringere a ben altri utilizzi dei terreni (agrienergie) alla programmazione industriale, alle reti di servizi, alle infrastrutture materiali ed immateriali…

si parla di coesione sociale e sviluppo che sono tenute strettamente coese tra loro negli interventi, ma citare insieme partite come la stabilizzazione di alcuni lavoratori, i fondi per i diversamente abili (partite di poco peso finaziario) con gli interventi di politica sociale (che i sindaci gestiscono con criteri del tutto assurdi) ed i fondi per la forestazione (che pure non andrebbero considerati come “materasso sociale” come invece pare lo siano, a testimonianza di quanto questi interventi hanno più finalità di creazione e mantenimento di consenso che altro, al netto della parola, qui evitata di forestazione produttiva che lascia spazio ad interpretazioni terrificanti sul futuro della nostra superfice arborea) rappresenta un pout pourri deviante dalla logica di tenere ben distinte le cose per poterne valutare l’efficacia reale, cosa che evidentemente non interessa a questo giovane vecchio democristiano…

parlare poi di una crescita interna della basilicata basandosi solo su indici a che serve poi se tutti sappiamo che l’aumento delle esportazioni dipende in massima parte da fiat (incentivi statali) e petrolio (aumento delle estrazioni) e che in una regione dalle possibilità enormi come la basilicata anche solo paragonarsi alle altre regioni meridionali è fuorviante?…e poi quando si cita l’asincronia dell’arrivo della crisi non si sta facendo una dislocazione della stessa del tutto fuori luogo nella facile prevedibilità che gli effetti della stessa avrebbero avuto su un tessuto economico marginale e soprattutto marginalizzato?…citare la poca internazionalizzazione delle imprese lucane non apre forse gli occhi sul pericolo che questa internazionalizzazione non ha senso per un’economia a cui ancora mancano i fondamentali locali, rappresentando di fatto un’ancora di salvataggio?…eppure era proprio lui fino a poco tempo fa a citarla come fattore di non sviluppo in quei capolavori di nullismo teorico-economico che spesso gli abbiamo sentito proferire..

non continuerò oltre, poichè ben intuiamo che se gli utilizzi delle relativamente poche risorse vanno nella stessa direzione di sempre, una spesa del tutto improduttiva per la comunità (ma spesso molto produttiva per alcune filiere), di lana caprina parleremmo…ciò che manca a costoro è una visione ampia delle reali potenzialità della regione nella conservazione del suo patrimonio ambientale e vocazionale sul quale occorrerebbe concentrare maggiori e più concludenti sforzi…e lo chiamano sviluppo!!!