Unioncamere Basilicata: economia a crescita zero nel 201122/12/2011 10:28

BAS  Nell’anno in corso l’economia lucana dovrebbe chiudersi con una crescita prossima allo zero (0,2%). Ad evidenziarlo è la nota congiunturale elaborata dal Centro Studi Unioncamere Basilicata relativa al terzo trimestre 2011.

“Rispetto al resto del Paese, che come è noto vive un momento di grande difficoltà, la nostra regione sconta sia una marcata debolezza della domanda interna, soprattutto nella componente dei consumi delle famiglie (pressoché fermi nel 2011), sia un minore apporto della domanda estera, per effetto di una contenuta propensione all’export del sistema produttivo regionale”, spiega il presidente di Unioncamere Basilicata, Angelo Tortorelli -. Ma il rallentamento generale vede purtroppo in grande difficoltà l’intero Mezzogiorno, su cui si registra una sostanziale stagnazione (+0,1%). Ciò evidenzia la necessità di risposte certe sull’immediato (penso all’allungamento dei termini di pagamento e al peggioramento delle condizioni di accesso al credito) ma anche di una pianificazione strategica a lungo termine, per evitare che localismi, frammentazione degli interventi e sovrapposizioni nelle competenze dei vari enti pubblici indeboliscano ulteriormente il territorio”.

I dati dell’industria manifatturiera Nel periodo luglio-settembre, la produzione industriale in Basilicata ha accusato una flessione tendenziale del 4%, dopo una prima metà del 2011 in cui il trend recessivo aveva mostrato un certo rallentamento. Dal punto di vista settoriale, soltanto l’industria delle macchine elettriche ed elettroniche ha fatto registrare un incremento della produzione nel periodo luglio/settembre (+2,8%). Nel tessile/abbigliamento, dove il prolungato trend recessivo sembrava essersi esaurito nel corso della prima metà dell’anno (-0,1%), si è invece registrata una nuova pesante caduta dell’attività produttiva (-14,2%), che ha interessato quasi il 90% delle imprese del settore. Molto negative, e in forte peggioramento rispetto alla prima parte del 2011, anche le performance delle industrie del legno/mobile (-7,9%) e dei metalli (-4,1%); decisamente al di sotto della media, invece, la flessione dei livelli produttivi nell’industria della chimica e materie plastiche (-1,7%). A livello territoriale, il bilancio dell’attività industriale nei primi 9 mesi dell’anno fa segnare un -3,7% nella provincia di Matera e un -2,6% in quella di Potenza, sebbene nell’ultimo trimestre l’intensità della flessione produttiva sia risultata pressoché analoga nelle due aree.

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ecco, mettete in comparazione questi scarni dati del trimestre (i rapporti annuali unioncamere sono molto interessanti, dettagliati ed è consigliabile procurarseli presso le camere di commercio) con quanto pronunziato dal presidente de filippo che parla si di momento difficile, ma non entra nel merito delle cose, nonostante il copioso intervento di 90 minuti, e prefigura il solito bicchiere visto mezzo pieno e non mezzo vuoto…

e invece il bicchiere è proprio vuoto, primo perchè i dati di calo della produzione trimestrali sono da mettere in rapporto agli ordinativi del trimestre precedente, e quindi per una lettura del trimestre attuale andrebbero spulciati gli ordinativi di quel trimestre, secondo perchè i cali registrati devono essere messi in rapporto alla consistenza numerica delle stesse attività che molto spesso sono poche, pochissime, per settore, prefigurando a volte (è il caso fiat) una monoproduzione i cui andamenti incidono profondamente sugli indici registrati…

ed è qui il vero problema, il ciclo economico di alcune monoproduzioni influisce enormemente sull’economia lucana, esponendo le realtà soprattutto occupazionali locali a ripercussioni che derivano da dinamiche del tutto esterne alla regione…ergo, la logica dovrebbe portare a pensare ad un maggior peso del ciclo locale per fermare quella esposizione, ma credete che le logiche siano quelle?…