Eipli, Mattia: doverosa riflessione politica
“Alcuni di questi schemi idrici – prosegue il consigliere regionale del Pdl – hanno carattere interregionale in quanto trasferiscono grandi quantità di acque alle regioni limitrofe, principalmente alla Regione Puglia, un territorio caratterizzato da sempre da un grosso deficit tra disponibilità idriche e fabbisogni delle diverse utenze. I due principali Schemi idrici che assicurano il trasferimento di acqua alla vicina Puglia sono lo schema Jonico-Sinni e lo schema Ofanto. Lo schema Jonico-Sinni capta le acque del bacino del Sinni (diga di Monte Cotugno e Traversa Sarmento), dell’Agri (diga del Pertusillo e Traversa Agri-Sauro) e del basso bacino del Bradano (diga di san Giuliano). Esso rappresenta l’insieme di opere idriche più complesso ed importante presente sul territorio lucano, per assicurare l’alimentazione idrica plurima ad un vasto territorio comprendente l’arco jonico della Basilicata e della Puglia e parte dell’area nord-orientale della Calabria (area di Castrovillari)”.
“La presa di coscienza sulla sostenibilità e scarsità dell’acqua, nonché sulla fragilità delle opere strutturali – afferma ancora Mattia – ha suscitato nell’ultimo decennio una notevole riconsiderazione del settore idrico, anche in termini di leggi e normative. A questa presa di coscienza è seguito l’avvio, agli inizi degli anni 90, del processo di riorganizzazione del settore idrico. Processo lungo e difficile che solo recentemente sta avendo una concreta attuazione. La legge 36/94 (cosiddetta legge ‘Galli’ ) ha portato profonde innovazioni per la razionalizzazione del settore potabile e degli enti gestori, ma ha anche reso possibile, con l’articolo 17, un forte coinvolgimento dello Stato, per ciò che concerne la realizzazione e la gestione delle opere di trasferimento interregionale dell’acqua, consentendo, altresì, di sottoscrivere Accordi di Programma fra Regioni che condividono il sostegno reciproco per i propri fabbisogni. Su tali basi, le Regioni Basilicata e Puglia, di concerto con l’allora Ministero dei Lavori Pubblici, hanno sottoscritto in data 5 agosto 1999 un ‘Accordo di Programma’ volto a definire un quadro di riferimento a regime delle risorse idriche condivise dalle due Regioni. E’ da sottolineare che l’accordo Basilicata – Puglia, costituisce il primo esempio in Italia per una collaborazione fattiva, mutualistica e solidale di un buon governo delle acque. Infatti, analoghe esperienze si vanno profilando in altre Regioni, come la Campania e il Lazio, che a loro volta sono collegate con la Puglia e la Basilicata. Nelle motivazioni e negli obiettivi dell’Accordo di Programma Basilicata – Puglia, preminente – evidenzia Mattia – è da considerare la verifica del rapporto disponibilità/fabbisogni, sia nello stato attuale, che nella prospettiva temporale. Ciò, al fine di mettere in condizione l’Autorità di Governo di programmare gli usi dell’acqua condivisa, fra territori serviti e fra usi alternativi, anche in funzione di eventuali emergenze idriche”.
“In questo contesto nell’attualità delle norme legislative e di rispettivi ruoli ed Accordi di Programma tra le Regioni Puglia e Basilicata sulla Gestione ed utilizzo della Risorsa Idrica, nella seduta del Cipe del 3 agosto 2011 il Governo nazionale ha dato il via libera al primo atto concreto del Piano nazionale per il Sud. La delibera prevede – ricorda Mattia – il finanziamento di interventi prontamente cantierabili riguardanti grandi opere strategiche nazionali. In totale alle opere di valenza nazionale la delibera assegna 1,653 miliardi di euro che permettono di attivare un insieme di infrastrutture che nel complesso vale circa 20 miliardi di euro. La delibera Cipe prevede, inoltre, ulteriori assegnazioni per 5,817 miliardi di euro a favore di 128 infrastrutture di rilievo interregionali e regionali, in grado di attivare investimenti per oltre 10 miliardi di euro. Le infrastrutture locali non sono soltanto stradali e ferroviarie, che pure sono la parte preponderante, ma riguardano anche schemi idrici, porti e interporti, aree di insediamento produttivo, banda larga (alla Basilicata sono destinati 418,6 milioni di euro). In tutto le risorse assegnate dalla presente delibera, fra opere nazionali e opere locali, ammontano quindi a 7,471 miliardi di euro, le opere inserite nella delibera sono 134 e permettono di attivare un volume di investimenti di circa 30 miliardi di euro. In particolare sono da evidenziare complessivamente 330 milioni di euro sul Sistema Idrico alla Regione Puglia e 104 milioni di euro alla Regione Basilicata sull’attrezzamento Irriguo di circa 5000 ha (Schema idrico Basento-Bradano nelle aree di Tolve, Irsina, Palazzo, Banzi)”.
Secondo Mattia “da questi fatti deve prendere spunto la riflessione politica sollecitata dal commissario Eipli senza scorciatoie che rischiano di produrre, oltre ad ulteriori danni erariali evidenziati, disfunzioni e problemi di gestione delle opere idriche – irrigue e conseguenze (da scongiurare per tempo) per il personale”.
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riporto per intero ad adiuvandum della comprensione sul ruolo storico ed attuale dell’eipli, da molti neppure conosciuto, e sui rischi (ma quelli mattia neppure li intravede) che sull’acqua contenuta in quelle opere operino scelte di privatizzazione capziosa e silente attraverso la famigerata operazione di acqua s.p.a., voluta da de filippo e vendola…mattia dimentica però nella sua fedele ricostruzione di citare che l’ente è stato in questi ultimi anni un feudo pdl molto corposo, visto il volume di commesse che un simile ente genera naturaliter con la sua stessa presenza a governo delle acque