Com. stampa Comunità Lucana-Movimento No Oil verso il partito della Comunità Lucana

 questo comunicato non è stato inviato al sito istituzionale di basilicatanet, visto quanto già da noi espresso circa l’opera di confusione che puntualmente viene messa in atto o per imperizia (e ci può stare visti i criteri) o per cosciente manipolazione bulgara (cosa molto più probabile) delle affermazioni dei comunicati, il cui senso non andrebbe distorto, ma semmai solo adeguato alle esigenze di spazio concessogli in ciò che dovrebbe essere una sorta di rassegna dei comunicati inviati

tale attività riprenderà solo a seguito delle scuse ufficiali del sito basilicatanet

 comunita-lucana-jpeg.jpg

Alla fine dell’emergenza, dimissioni…

 

Chiariamo subito che per natura personale e carattere del movimento politico che rappresento l’uso di argomenti polemici non è mai strumentale, ma essenzialmente costruttivo e rivolto all’individuazione di quei “punti dolenti” che ciascuno vorrebbe vedere risolti a prescindere da ogni interesse di bottega.

  

Ciò chiarito ed avendo fatto tesoro degli inviti a concentrarsi sull’emergenza neve, rimandandone ogni dibattito anche aspro alla fine della stessa, non si può non dedicare qualche riflessione allo stato di un apparato di protezione civile in senso lato (quindi non solo a ciò che istituzionalmente definiamo tale) il cui tratto distintivo pare essere diventato quella sciatteria di fondo dalle possibili gravi ripercussioni cui purtroppo, abbiamo assistito in questi giorni, in primis la mancanza di un canale di coordinamento tra i soggetti attivi di protezione civile che è nei fatti il motore pensante della stessa.

  

Apprendere dai lanci fede-governisti di Balicatanet che si attiva il coordinamento solo due giorni dopo l’inizio delle tormente di neve, che i mezzi a disposizione sono talmente pochi da far sorridere (e ne faremo elenco), che è solo a cose fatte che si avvia un censimento dei mezzi privati disponibili ad una cooperazione con le istituzioni (forse più finalizzata alle procedure di somma urgenza che consentono di bypassare quasi ogni regola di affidamento che all’emergenza stessa), è francamente sconfortante.

  

Apprendiamo inoltre che i mezzi a disposizione sul territorio regionale consistono in quattro turbine di cui una soltanto di proprietà regionale (le altre sono dell’ANAS), 45 mini-turbine consegnate nelle mani di soli 45 sindaci su131 che hanno a questo punto la fortuna di possederle, un solo gatto delle nevi del Corpo Forestale dello Stato ed un’unica motoslitta del Gruppo Regionale di Protezione Civile, due soli elicotteri e neppure in condizioni di volare durante le nevicate o in notturna, testimoniano non soltanto di una pochezza di mezzi che dovrebbe far pensare in una regione in cui la neve, franco l’abbondanza e persistenza delle precipitazioni attuali, è comunque un evento tutt’altro che inconsueto, ma di una  gestione del dipartimento regionale che forse neppure è mai stata interessata a farne una ricognizione preventiva atta non solo a richiedere il potenziamento, figuriamoci informarne la popolazione.

  

E dopo avere appreso costernati che il presidente De Filippo pensava a non aumentare le tasse che il provvedimento sciamannato della legge 10/2011 certo fa pesare non poco, piuttosto che a valutare se con serenità non fosse il caso di preoccuparsi un po’ di più per la popolazione che per la tassazione, il quadro che ne emerge è a tinte tanto fosche da apparire più che crepuscolare.

  

Gli errori, i ritardi, persino le sottovalutazioni e le cialtronerie di oggi certo son figlie anche del passato, e come tali necessitano sia di profonde analisi che non pensiamo siano possibili nell’auto-certicazione elegiaca che certo potere declama di se stesso, sia di quelle auto-critiche che imporrebbero un metro di giudizio tarato sulla capacità di essere statisti più che politici, ma i loro effetti visibili nell’oggi sono il paradigma di cause gestionali cieche che continuano a guardare agli eventi meteorologici più estremi come una iattura e non come “fatto”, in ciò accompagnandosi a quella più generale impreparazione di fondo che da Roma in tilt per 20 centimetri di neve finisce ad un piano neve delle ferrovie che prevede la chiusura delle tratte secondarie, passando attraverso la Protezione Civile che da un giorno all’altro passa dall’organizzazione dei grandi eventi alla paralisi, per quella nevrosi ormai tutta italica di tagliare la lingua al balbuziente come rimedio alla balbuzie stessa.

  

Ma nello specifico dei fatti chiediamo se a questo punto non sia il caso che il nuovo assessore con la delega alla protezione civile faccia un preciso e dettagliato report sullo stato dei mezzi a disposizione (pur se immaginiamo che è lì da troppo poco tempo), individuando non solo le sinergie per attuare un coordinamento di cui si sarebbe sentita necessità già all’epoca dell’alluvione dell’1 marzo 2011 e di cui non abbiamo dimenticato che non si materializzò neppure una telefonata con l’Autorità di  Bacino, e se non sia il caso che il presidente De Filippo, che in quei giorni nominava direttori e firmava accordi, ogni tanto metta il naso fuori per controllare “che tempo che fa”. E verrebbe persino da chiedersi che fine facciano i tanti milioni di euro postati nel bilancio regionale per la protezione civile.

 Alla fine dell’emergenza che lei non voleva dichiarare, dimissioni, presidente, dimissioni.

 

 

Miko Somma, coordinatore regionale di Comunità Lucana-Movimento No Oil