Com. stampa Comunità Lucana-Movimento No Oil verso il partito della Comunità Lucana

 questo comunicato non è stato inviato al sito istituzionale di basilicatanet, visto quanto già da noi espresso circa l’opera di confusione che puntualmente viene messa in atto o per imperizia (e ci può stare visti i criteri) o per cosciente manipolazione bulgara (cosa molto più probabile) delle affermazioni dei comunicati, il cui senso non andrebbe distorto, ma semmai solo adeguato alle esigenze di spazio concessogli in ciò che dovrebbe essere una sorta di rassegna dei comunicati inviati

tale attività riprenderà solo a seguito delle scuse ufficiali del sito basilicatanet

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…intervenendo sulle prime e allontanando i secondi.

  

Non ci riteniamo in nulla soddisfatti dalla risposta alle domande del nostro ultimo comunicato apparsa nella prima serata sulle pagine del sito istituzionale (tralasciando la sostanziale irritualità delle risposte affidate, in mancanza di indicazioni altre, al direttore dello stesso portale, o a chi per lui, e che per quanto ci riguarda è un semplice dipendente) e non ci riteniamo soddisfatti non tanto per l’elencazione magniloquente di una “armata” di protezione civile di cui andremo a spulciare la corrispondenza al vero, invitando altresì chi riveste ruoli istituzionali a fare lo stesso, quanto per la mancata risposta al quid della domanda da parte del responsabile di un servizio così strategico, l’assessore competente.

  

Esiste nella realtà dei fatti – e non solo nella proiezione immaginifica di un risiko – una protezione civile lucana che si possa definir tale non tanto per i mezzi a disposizione (che andrebbero identificati sia se in proprietà che in affidamento) o per i volontari e personale in servizio, quanto per il coordinamento degli stessi all’interno di quadro unitario di valutazione che indichi priorità?

  

La risposta teorica è naturalmente si – esiste una protezione civile regionale ed il suo coordinamento, come esiste un gruppo lucano con le sue dotazioni materiali integrate alle dotazioni di tutto l’apparato di protezione civile nazionale che coinvolge più amministrazioni – ma, se il corpo, per quanto esile o in cattiva forma in una regione che alla neve dovrebbe essere usa, esiste e funziona, ci chiediamo allora se la testa, il coordinamento e quindi la responsabilità, pur esistente, funzioni anch’essa.

  

In sostanza, ci chiediamo se il soggetto attivo che prende decisioni sia in grado di interconnettersi con i soggetti altri che pur partecipano o prendono decisioni nelle sfere di rispettiva competenza, e con le forze materiali a disposizione, e francamente proprio qui qualcosa pare non funzionare se trascorsi già due giorni dall’inizio delle nevicate si avvia un coordinamento reale, in un clima di confusione generale e di improvvisazione che lascia sgomenti soprattutto in considerazione di quelle ipotetiche e certo ben più gravi emergenze che, fatti i debiti scongiuri, sono una realtà di cui tener conto.

  

La richiesta di un report era indirizzata all’assessore competente non tanto per ottenere un elenco che rassicurasse – e non rassicura affatto – quanto perché rendesse partecipi i cittadini di come funzioni il meccanismo di protezione civile ed i suoi piani di emergenza, in quel preciso obbligo all’informazione che, come prescritto dalle leggi, postula che un piano esiste se la popolazione ne è informata sia nella generalità che nei dettagli locali.

  

Evidentemente qualcuno crede di cavarsela con una fornitura, sprezzante nei modi, di qualche cifra di macchinari ed uomini impegnati, credendo forse di evitare ogni domanda che si pone sugli affidamenti dei servizi, sulle procedure di allertamento e di verifica puntuale degli operati, sulla catena di comando ed infine sulle responsabilità e sui costi, e forse di recitare un altro rosario nella fede del tutt’apposto di cui cominciamo ad essere stanchi, soprattutto quando è palese che molte cose non funzionano affatto e che sarebbe ora di smetterla con gli auto-assolvimenti e cercare di migliorare il poco che abbiamo a cominciare proprio da quella minore opacità in cui cresce la sfiducia nelle istituzioni.

  

Rimaniamo pertanto in attesa di pubbliche comunicazioni da chi di competenza, confacenti a realtà, al senso istituzionale ed allo spirito di servizio e responsabilità che riteniamo necessari – e purtroppo non ovvi – in chi riveste incarichi tanto delicati quali quelli della sicurezza della collettività.

  

Rimaniamo altresì in attesa delle dimissioni richieste e di una verifica attenta della linea editoriale del sito di Basilicanet, da cui ci saremmo aspettati in questi giorni di tormente attività informative molto più capillari e utili dell’elenco delle scuole chiuse per neve, e da cui, essendo il suo un servizio pubblico, ci aspettiamo meno quel comportamento da apparato bulgaro che fa più pensare ad una Tass che ad un sito informativo.

  

Nessun rimpallo di responsabilità o tentativo di ammansimento, quindi, se qualcosa non ha funzionato è preciso dovere indicarne cause e responsabilità, intervenendo sulle prime e allontanando i secondi.

 

 

Miko Somma, coordinatore regionale di Comunità Lucana-Movimento No Oil