Aree sviluppo, Benedetto: incomprensibile decisione Svimez

17/02/2012 11:23

Per l’esponente di Italia dei valori “è inaccettabile l’esclusione, da parte della Svimez, della Basilicata dalla proposta della creazione di filiere territoriali, non contemplandola tra le sette aree individuate nel Sud del Paese”

ACR    Con lettere inviate ai Presidenti di Svimez, Riccardo Padovani, e della Regione Basilicata, Vito De Filippo, il capogruppo di IdV in Consiglio regionale, Nicola Benedetto, ha chiesto che “venga compresa anche la Basilicata tra le aree strategiche del Mezzogiorno individuate dalla Svimez per avviare condizioni di sviluppo, tenuto conto – scrive Benedetto – delle risorse strategiche energetiche ed idriche di cui dispone la nostra regione che sono alla base della stessa proposta elaborata”.

Nel ricordare che “Energie rinnovabili e filiere territoriali industriali e logistiche per la lotta alla recessione nel Mezzogiorno rappresentano la ricetta indicata dalla Svimez alla Commissione Bilancio della Camera, per far ripartire la parte più in difficoltà della “macchina Italia” che ormai arranca ovunque”, Benedetto evidenzia che “dopo il crollo del Pil nel 2011 e la recessione certificata dall’Istat, la Svimez prevede tempi duri anche per il 2012 con un Pil che dovrebbe far registrare un calo dell’1,5 per cento: più grave la flessione al Sud (-2 per cento) a fronte del -1,3 del Nord. Previsioni fosche anche per l’occupazione che, secondo le stime della Svimez, farà registrare un calo medio nazionale dello 0,5 per cento, con un – 0,7 al Centro-Nord fino a spingersi all’1,6 per cento al Sud. Dati ancora più negativi riguardo agli investimenti, con un crollo nelle due parti del Paese del 5 e di addirittura l’8 per cento. Per invertire questo trend negativo e far ripartire la crescita dal Mezzogiorno – continua il capogruppo di IdV – la Svimez chiede a Governo e Regioni di puntare su filiere territoriali logistiche, sviluppo della geotermia, interventi selettivi di politica industriale. Ma – aggiunge – la Svimez individua sette aree al Sud, escludendo completamente la Basilicata. Esse sono: Area vasta dell’Abruzzo meridionale; Area vasta del Basso Lazio e dell’alto casertano; Area vasta Torrese-Stabiese; Area vasta Pugliese Bari- Taranto-Brindisi; Area vasta della Piana di Sibari; Area vasta Catanese (Sicilia orientale); Area vasta della Sardegna settentrionale. I settori delle Filiere Territoriali Logistiche individuati dalla Svimez fanno capo prevalentemente all’agroalimentare di eccellenza (pasta, vino, olio, conserviero, caseario, ecc.) ed ai settori della utensileria e della meccanica che trovano nel Mezzogiorno alcune presenza significative”.

“Si tratta – sottolinea Benedetto – di comparti rilevanti per l’economia ed il mondo produttivo lucano. Un’esclusione, quella della Basilicata, tanto più immotivata per la presenza del futuro Distretto energetico della Val d’Agri – Sauro e alla luce della firma, avvenuta ieri, dell’Intesa sul Distretto idrografico meridionale di cui la Regione Basilicata è soggetto istituzionale essenziale in quanto macrofornitore di acqua ad altre regioni e comunità locali. Non mi convince, inoltre, l’indicazione della Sivimez secondo la quale se è necessario favorire la creazione di filiere territoriali, industriali e logistiche, soprattutto in determinati territori meridionali che già dispongono di porti commerciali, spazi retro portuali, attività economiche con un forte orientamento all’export promuovendo la formazione di ‘reti’ e, soprattutto, favorendo un maggiore accesso al credito, poiché non disponiamo di porti e di interporti e, quindi, dovremmo restare fuori da questa strategia. Condivido, invece, la valutazione secondo cui il rilancio economico del Mezzogiorno dovrà passare attraverso una interpretazione più dinamica rispetto al recente passato delle condizioni di posizionamento strategico all’interno dei network di scambio commerciale a livello mondiale. La maggiore apertura dei mercati per le produzioni meridionali e la possibilità del territorio di offrire sistemi logistici a servizio dei mercati di produzione e consumo dell’area mediterranea, sono una concreta realtà che anche la Basilicata deve sfruttare per catturare e trattenere valore all’interno del suo sistema economico e produttivo. Credo che in proposito – conclude Benedetto – sia utile coinvolgere il ministro Barca in relazione ai programmi contenuti nel Piano Azione Sud.”

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bene, oltre al pasticcio che sempre benedetto (o chi per lui) rimescola nei suoi comunicati fino a far perdere sapore ad ogni ingrediente, il dato di fatto è proprio quello…la proposta è indirizzata solo ad aree già dotate di infrastrutture, non a chi, mancandone del tutto, non viene neppure preso in considerazione…storia vecchia, si direbbe da chiunqua a commento…ma c’è qualcosa in più…alla basilicata viene effettivamente riconosciuto un ruolo e proprio per quel distretto energetico di cui straparla benedetto e tutto il suo partito di “manovali della disinformazione e dell’ignoranza eretta a perenne campagna elettorale”, e proprio per questo la regione riceve delle risorse (6 miliardi in 30 anni, quindi una inezia) fondate proprio sulla firma del memorandum sulle estrazioni (che comunque per il momento è ancora lì con la sola disponibilità della basilicata a lasciarsi deflorare ancora un po’ dal sistema petrolio), ma non per farci filiere territoriali che in qualche modo attengono al territorio, alle sue vocazioni, originarie o sopravvenienti, alla sua storia produttiva…qui da noi si fa l’hub energetico e solo quello…se ne convinca l’idv che ancora blatera del suo appoggio alla maggioranza di governo in regione, qui da noi, se non si pone rimedio con ferme decisioni della politica (che a questo punto crediamo non arriveranno dall’attuale quadro partitico goveno-opposizione & sodali o compagni di merende), esisterà solo e soltanto il petrolio ed il metano…punto!!!