Navazio: Sanremo tra divertissement ed establishment20/02/2012 09:02    Le riflessioni “nei dintorni di Sanremo” del Presidente del gruppo consiliare “Io amo la Lucania” al termine della manifestazione canora

ACR   “Tutti scrivono di Sanremo. Entusiasti della parte di lucanità mostrata all’intera nazione: Arisa, Papaleo più qualche altro. Strano popolo. Si esalta per niente. Per un taglio di capelli ed una minigonna. Per un maglione a grana grossa così elitario. E poi il reportage del divino. I bollettini parafrasati, con più poesia cercando di essere alla page. Gli strilloni che si esaltano su Fb. E poi a leggere il tweet di turno. Come se fossero tutti intelligenti. Solo che non arrivano in tempo reale. Le emozioni bisogna fermarle. Prima godersele e poi descriverle, come se fossimo in un film. Generazioni che per anni hanno ignorato Sanremo, icona dell’italianità meno sobria, più disposta alla raccomandazione che alla meritocrazia si ritrovano, dopo la finta rivoluzione, a conversare sul festival della musica popolare italiana. Ignorando i testi, le liriche, le melodie. Ci basta la Basilicata. L’appartenenza è sviscerale. Non ci interessa altro. E allora dai immergiamoci nello spettacolo! Signori e signore, questo è lo show! C’è qualcosa che non convince. Pronti a fare il tifo come se fossimo sul set di Maria De Filippi, non ci interessa che la canzone sia italiana. E giù a mandare sms. Non ci preoccupa il costo. Cosa vuoi che siano 1.01 euro iva inclusa. Quante volte è stata citata la Basilicata? e la Lucania? Abbiamo fatto del nostro meglio. La nazione ha finalmente capito, siamo gli stessi. Umili, laboriosi, pieni di iniziative e risorse. Finalmente si accorgono di noi. Dei nostri  talenti. ‘Ora occorre puntare sulla meritocrazia, cari amici ed amiche. E’ necessario riporre le contraddizioni. ‘Oh Dio mi sto contraddicendo, ebbene sì, mi sto contraddicendo’. Quindi, abbandoniamo il nostro lato intellettuale, lo scimmiottare i grandi papers, oggi siamo orgogliosamente lucani: quel maglione a grana grossa ci ha fatto sognare. La classe operaia, con un po’ di ritardo, va in Paradiso. La rivoluzione può aspettare. Oggi è il tempo della sobrietà. Dobbiamo accontentarci. Il 62° Festival della canzone italiana passerà presto nell’anonimato. Non lascerà alcun messaggio. Nemmeno lo spot presunto sulla Basilicata. Per di più gratuito. Ci sono voluti i quattrini di una multinanzionale per imporre uno share sul nostro toponimo. I tempi cambiano velocemente. Le menti fanno fatica ad adeguarsi con un ritmo lento”.

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vi posto per intiero questo comunicato in forma di riflessione di navazio su san remo…bizzarra la forma, poco utile la riflessione poichè soliloquio che non va al centro del tema, ma qualche accenno di critica più serrata e di sistema pur lo possiamo leggere e di lì magari accentuarne i tratti…cosa ed a chi si riferisca il maglione a grana grosa non lo so, non ho visto neppure mai un secondo di san remo, ma mi colpisce quell’uso del termine elitario, stigmatizzato nella sua accezione di separatezza voluta rispetto a chi invece indossa magari un ben più popolare gessato (molto cafone per quanto mi riguarda come abbigliamento)…la solita retorica tardo-destrista insomma, quella che insegue un presunto snobismo di sinistra tacciandolo di elitario e che in realtà è davvero difficile intuire da un maglione…esattamente come è difficile intuire un afflato per il popolo da un gessato…polemica inutile quindi?…no, perchè su un punto voglio dare ragione a navazio…possibile che generazioni di anti sanremini oggi si spertichino di lodi sulla più inutile kermesse di noiose canzonette solo perchè c’è un attore comico, papaleo, autore di un brutto film (a mio avviso) sulla basilicata, ed una cantante, arisa, talmente “lavata e candeggiata” da essere davvero deprimente come immagine della lucania…e poi c’è quella sponsorizzazione eni che mi fa rabbia, mi fa rabboa perchè l’eni non rappresenta la basilicata, ma un pezzo del suo sfruttamento…insomma, pur senza averlo visto, credo che sia stato un inutile spot della nostra regione, spacciata per ciò che non è, pur ammattendo che di spot si sia trattato e non di perline colorate ai selvaggi!!!

dietro l’immagine di papaleo e di arisa ci sono i pozzi di petrolio presenti e quelli che verranno, questo vorrei dirlo chiaro, e l’immagine di una regione supina che sorride e ne è contenta “perchè portano tanto sviluppo”…meglio farebbe però navazio a chiedere ufficialmente quanto è costato san remo in termini di promozione secondaria alla nostra regione?