una sintesi di tre giorni – lavello…

bene, una tre giorni intensa che provo a raccontare in sintesi, ma cercando di non tralasciare nulla…

venerdì sera, il convegno sui reati ambientali a lavello…una serata ricca davvero di spunti e di informazioni, esaustivamente illustrate dai due relatori, il magistato colella (che molto correttamente ha subito avvertito di non poter in alcun modo commentare alcunchè a riguardo di indagini in corso, così spuntando opportunamente la penna a chiunque fosse stato a caccia di scoop) ed il professore di ciommo (un diluvio di informazioni tecniche che credo anche i profani abbiano apprezzato)…

…in sostanza l’oggetto del dibattito, di cui ringrazio ancora per l’organizzazione gli amici del comitato diritto alla salute di lavello con cui la sinergia è pressochè totale in termini di vedute, è stato il reato ambientale nella sua fattispecie astratta, ma anche molto concreta con esempi lampanti ed un’ottima esposizione di temi legislativi e giurisprudenziali, alla presenza di una sala gremita ed interessata…

in particolare, oltre alla genesi della 152/06, da molti definita la legge ambientale, una sorta di testo unico che rimetteva ordine in una materia molto frastagliata e sparsa riprendendo molte direttive e normative europee, e la 121/11, che in qualche modo ne ha corretto il tiro, la definizione di danno ambientale ne è uscita per la sua dimensione di fatto che ha una sua oggettività nei confronti della normativa stessa, ma il cui collegamento con l’effettiva “lettura” del danno, la sua quantificazione, necessita di una serie di passaggi non automatici a compiersi, non semplici da dimostrare ed in ogni caso non collegabili ad eventuali danni alla salute umana (si è molto accennato alla recente sentenza di 1° grado del tribunale di torino sul caso eternit) nella declinazione di una legge i cui principi sono stati applicati con una gradualità esasperante e troppe volte accomodante nei confronti delle aziende che inquinavano…

come dire che se i principi di garanzia funzionano per i rei dimostrati tali magari da una auto-denuncia di inquinamento che mette ai ripari da ben più gravi conseguenze, non altrettanto si potrebbe dire delle sanzioni applicabili, sia in termini economici (la 152 introduce un principio ambivalente quale quello di “chi inquina paga” che molte volte è una garanzia di basso impatto sanzionatorio per l’azienda), sia in termini strettamente penali…perchè ci è stato detto più volte, il reato ambientale consta di ben tre campi di intervento, penale, civile ed amministrativo, le cui intersezioni non sono sempre del tutto facilmente leggibili dalle popolazioni delle aree interessate direttamente dal danno ambientale…

danno ambientale che è separato e distinto dal danno alla salute, seppur da questo possa evincersi, considerato come fattispecie da dimostrarsi in sede separata e previa una serie di accertamenti peritali che tutti noi, trattandosi comunque di storie lucane, sappiamo bene non potersi facilmente ottenere causa l’inesistenza de facto di un registro tumori degno di tal nome e di specifiche indagini epidemiologiche che necessitano di eventi scatenanti (che poi ci sarebbero tutti, ma non scatenano alcunchè, almeno nella celerità delle aspettative delle popolazioni) a supporto di un’azione legale di risarcimento del danno stesso, azione che si presenta comunque in tutte le sue difficoltà specifiche…

chiaramente non potendo e volendo provare a sintetizzare un incontro così ricco in poche righe, cercherò di profondere le informazioni acquisite nello specifico delle singole tematiche che tratteremo nella speranza di poter avere dagli amici di lavello un sunto dei lavori…

ovviamente non potevano mancare le domande del sottoscritto che anche questa volta sono state finalizzate non a ricevere risposte valide per il richiedente, quanto ad indirizzare alla consapevolezza generale argomentazioni che altrimenti potrebbero sfuggire e che pronunciate da persone competenti e professionalmente riconosciute, ne ricevono in dono quell’inoppugnanza che fa fede…la prima domanda è stata rivolta per informare, tramite la gentile e pronta risposta dei relatori, gli amici di un’associazione ambientalista che spesso hanno pubblicamente richiesto l’abbassamento dei valori soglia di alcuni parametri inquinanti con regolamentazioni regionali che tale prassi è di fatto non sostenibile se non per situazioni territoriali di ambito stretto…la seconda domanda ha riguardato una richiesta del sottoscritto di chiusura del centro olii di viggiano per motivi di verifiche tecniche ai tempi della grande sfiammata (una delle tante, purtroppo) del febbraio 2o09, richiesta a cui il prefetto di potenza di allora ritenne di rispondere con una non procedibilità della richiesta per via di un esistente piano di sicurezza esterna redatto dall’eni (troverete tutto, copie comprese, negli articoli pubblicati all’epoca), piano che però, integrando contestualmente la domanda, non esendo conosciuto dalle popolazioni, di fatto ed a norma di legge, non esiste affatto nella sua completezza…una piccola, ma intensa soddisfazione è così giunta da uno dei relatori circa la non corretta risposta del prefetto…e non si è trattato ovviamente della sola soddisfazione narcisistica, ma di una domanda e di una risposta che hanno le loro implicite conseguenze sia nella consapevolezza di quanto accaduto, sia nella consapevolezza di quanto non deve più accadere…

a seguire un’ottima cena…