Com. stampa Comunità Lucana-Movimento No Oil verso il partito della Comunità Lucana

 questo comunicato non è stato inviato al sito istituzionale di basilicatanet, visto quanto già da noi espresso circa l’opera di confusione che puntualmente viene messa in atto o per imperizia (e ci può stare visti i criteri) o per cosciente manipolazione bulgara (cosa molto più probabile) delle affermazioni dei comunicati, il cui senso non andrebbe distorto, ma semmai solo adeguato alle esigenze di spazio concessogli in ciò che dovrebbe essere una sorta di rassegna dei comunicati inviati

tale attività riprenderà solo a seguito delle scuse ufficiali del sito basilicatanet

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Un re magio ritardatario.

  

Appare offensivo alla ragione l’ottimismo di maniera dell’alto dignitario regionale posto a capo della struttura amministrativa del dipartimento Ambiente, nel mentre si rivendica di fronte alle telecamere l’avvio sulla carta a “soli” 14 anni dalla firma degli accordi di programma sul petrolio della Val d’Agri dell’osservatorio ambientale, attribuendo serafico a non meglio specificati problemi amministrativi, l’avvio dell’unica struttura che avrebbe consentito la misurazione del “punto zero” in grado di poter misurare le variazioni ambientali intervenute, ciò determinando quello stato di totale inconoscibilità delle stesse che invece supponiamo essere stato accuratamente predisposto.

  

Ed appare ancora più offensivo che egli ci ricordi come fu solo nel 2008 – aggiungiamo grazie alle pressioni di gruppi quali quello che rappresento – che si palesò la necessità di realizzarlo, nel 2010 che si arrivò ad una formalizzazione ed a data attuale un avvio teorico che nei fatti è l’osservazione di un “punto zero” che tale non è più da 14 anni e che nulla aggiungerà a quanto già conosciamo.

  

E se persino alla domanda della giornalista che lo sollecita circa la rilevazione di diossine nel caso specifico dell’inceneritore Fenice, egli risponde che saranno registrate solo le sostanze per le quali esistono sensori, la sensazione che si stia riprecipitando nella melma è pressoché totale – anzi nel vago sentore che da oggi questa melma diverrà in qualche modo tombale.

  

Sono anni che chiediamo a gran voce di intervenire decisamente sulla gestione degli enti proposti ai controlli ambientali, a cominciare dallo svincolare le nomine agli stessi da ogni forma di controllo politico, nell’evidenza che se è la politica stessa a perseguire pervicacemente un dato modello (o una idea di esso) di sviluppo che, declinato nella nostra regione ha comportato l’allentamento dei vincoli posti dalla legge a garanzia di abusi e commistioni, come potrebbe la stessa politica volersi dotare di strumenti umani e tecnici efficaci? Ed infatti mai si è intervenuti a rischiarare le tante zone grigie che sono il grande punto di domanda per il quale non bastano centri di monitoraggio senza interventi sul chi li gestisce ed in nome di quali principi.

  

Per essere chiari, se l’impostazione di fondo è quella di porre l’istituzione in funzione di terzietà tra gli interessi pubblici alla corretta gestione dei dati ambientali e talune esigenze produttive che sono mero interesse privato, non ci siamo affatto poiché interesse primario di queste è porsi in funzione di garanzia dei primi nel rispetto dei parametri costituzionali e legislativi ordinari a tutela di salute e ambiente contro i secondi che, seppur garantiti anch’essi, ai primi sono appunto subordinati.

  

Non ci soddisfa così l’avvio, a tanti anni di ritardo e nel clima generale descritto, di simile iniziativa, e non ci soddisfa l’atteggiamento saccente e distaccato di un burocrate di lusso nel descrivere una operazione “dovuta”, quando logica e rispetto della popolazione avrebbero voluto il presidente De Filippo stesso chiedere scusa per il ritardo di questi anni e per l’inerzia della politica nel dar stimolo agli organi amministrativi ai quali oggi pare tutto sia imputabile in un infantile gioco dello scaribarile che è segno e limite di una classe dirigente incapace di pensare oltre il proprio mandato.

  

Una classe dirigente cui evidentemente non è ancora passata la voglia di prendere in giro la gente con annunci, proclami, suadenze e mascheramenti nell’evidenza di un’impreparazione palese alla gestione dell’ordinario come dello straordinario.

  

Ci chiediamo allora se tra le attività del monitoraggio vi sia anche la strana “valutazione di impatto emozionale”, di cui nessuno ha compreso la natura, ed in caso questa fosse parametrata, su quale emozione essa sia stata tarata, sperando che non sia su quel “punto zero” emozionale mostrato dal funzionario dirigente a cui è stata affidata, come un re magio giunto in po’ in ritardo, la novella di un evento che cambierà la nostra regione.

   

Miko Somma, coordinatore regionale di Comunità Lucana-Movimento No Oil