riceviamo e volentieri pubblichiamo il comunicato del comitato diritto alla salute di lavello….

Aspettando, inquinando.

Nessuna reazione alla notizia della richiesta di rinvio a giudizio per 36 imputati nell’inchiesta riguardante l’ARPAB, Fenice e la discarica di Pallareta a Potenza.

 

 

Anche la stampa non ha dato particolare rilievo alla notizia che, aldilà delle responsabilità penali
che verranno acclarate, dimostra che non sono questioni di semplice “allarmismo” come spesso vengono liquidate da vari esponenti delle nostre pubbliche amministrazioni e dei loro enti funzionali.

 

 

La Procura della Repubblica di Potenza conferma la sua convinzione che fatti molto gravi sono accaduti come da tempo sosteniamo insieme a diverse altre associazioni.

 

Tutto è fermo in una situazione di stallo in attesa di un segnale delle istituzioni preposte al nostro governo ed alla nostra tutela:

 

  • in attesa che si pronunci la Commissione bicamerale venuta in visita a Fenice;

 

  • in attesa che la Commissione regionale presieduta da Pagliuca ci spieghi ciò che è successo in questi anni in Regione;

 

  • in attesa dei dati di monitoraggio pozzi di marzo e della probabile consueta nota immotivatamente tranquillizzante dell’Arpab;

 

  • in attesa che qualcuno si decida ad avviare una indagine biologica ed epidemiologica;

 

  • in attesa che l’Assessore Martorano si decida a fornirci i dati statistici richiesti circa un anno fa;

 

  • in attesa che venga definita l’estensione dell’area di contaminazione delle acque di falda;

 

  • in attesa che qualcuno ci dica qual è la situazione dell’ambiente (terreni e vegetazione) al di fuori del perimetro dell’inceneritore.

L’unico che non sta fermo è l’inceneritore che continua a bruciare.

Brucia ormai anche il “tal quale” di Potenza, Melfi e Lavello, nonostante il perdurare di valori fuori norma di sostanze cancerogene e metalli pesanti in falda acquifera, nonostante la totale assenza di dati in un serio contraddittorio sulle diossine e delle altre emissioni nocive in atmosfera.

 

Se l’unica sede istituzionale di tutela dell’interesse pubblico resta un’aula di tribunale, il Comitato sarà lì, costituendosi parte civile e sfidando gli amministratori delle comunità interessate, se ancora hanno un barlume di dignità, a fare lo stesso.

 

comitato diritto alla salute – lavello